Per la realizzazione della nuova Caserma dei
Carabinieri a Calvizzano c’era un’alternativa concreta all’edificio ex Ipab di
via Ritiro. Un’opzione che, secondo noi, sarebbe stata non solo più logica, ma
anche economicamente sostenibile: la villetta comunale “don Peppino Cerullo -
Calcio Napoli” di via Sandro Pertini, un’area di 1.150 metri quadrati rimasta
per anni nel degrado.
L’ipotesi era stata valutata anche dall’ex amministrazione guidata da Giuseppe Salatiello (deceduto a luglio 2017), che aveva previsto di finanziare la costruzione della caserma attraverso un mutuo da 700mila euro. A far saltare tutto fu il parere negativo espresso a suo tempo dal revisore dei conti. Ma il progetto non era irrealizzabile: se l’area di sedime fosse risultata insufficiente, si sarebbe potuto procedere all’esproprio per pubblica utilità di una porzione del terreno retrostante.
La questione economica
Secondo la nostra analisi, i fondi necessari c’erano.
L’attuale amministrazione, appena insediata, ha trovato in bilancio diverse
risorse disponibili:
Circa 500mila euro tra residui di mutui e fondi
comunali, risparmiati grazie al restyling di 25 strade cittadine.
Oltre 300mila euro da fondi statali legati allo
scioglimento del consiglio comunale: 131.266 euro (quota 2020, art. 1 comma 278
della legge 205/2017) e 200mila euro (residuo dei 600.250 euro ricevuti nel
2019).
138.490 euro complessivi dalle annualità 2020-2022 dei
fondi per le infrastrutture sociali.
A questi importi si aggiungono le somme spese per iniziative di arredo urbano – murales, panchine letterarie, ombrelli colorati e addobbi in via Diaz – che, sommate, superano il milione di euro. Con queste risorse, e tenendo conto della disponibilità di un’area comunale, la costruzione della caserma sarebbe stata non solo possibile, ma realistica.
Non va trascurato, infine, un ulteriore bacino di risorse:
111mila euro di economie generate dai lavori per gli
infissi della scuola media “Polo”;
1,2 milioni di euro derivanti dagli interventi
sull’edificio ex Ipab e sul risanamento idrogeologico dell’alveo del Carmine.
Una scelta possibile, che non si è voluto percorrere.
Ripetiamo: la nostra è un’opinione, ma supportata da
dati, alternative concrete e numeri. La villetta Cerullo poteva diventare un
presidio di legalità. Non è stato così.