Alveo Camaldoli, una vergogna di oltre 20 chilometri: ancora da riqualificare la parte scoperta ricadente nel Comune di Mugnano, nonostante lo stanziamento dei fondi ministeriali. Il progetto venne approvato nel 2015
Via Mugnano-Calvizzano (accanto case popolari): parte terminale tratto scoperto da riqualificare |
Nasce ai confini del versante napoletano con quello maranese della collina dei Camaldoli: attraversa i Comuni di Marano, Mugnano, Calvizzano, Qualiano, Quarto e Giugliano, finendo la sua corsa a Licola, nei pressi del depuratore. Furono i Borboni a canalizzare l’alveo, che divenne una preziosa risorsa per tutta l’agricoltura. Irrorava i campi e li rendeva rigogliosi. Con l’abusivismo edilizio, però, è diventato ricettore di acque nere, portandole direttamente sulla costa e trasformandosi in un pericolo ambientale. E’ coperto per buona parte del territorio di Marano, Mugnano e Calvizzano. Resta ancora scoperto, invece, il tratto mugnanese che inizia in via Di Vittorio, difronte lo Stadio Nuvoletta di Marano, e termina in via Mugnano Calvizzano. Per quanto concerne questa parte di Alveo, il Ministero dell’Ambiente, già da diversi anni ha stanziato circa un milione 750mila euro per la riqualificazione: si tratta di fondi per la compensazione ambientale, concessi per i danni causati dalla discarica di Chiaiano.
Il sindaco di Mugnano, Luigi Sarnataro, qualche anno fa ci riferì che il Provveditorato alle Opere Pubbliche per la Campania e il Molise a breve avrebbe dovuto bandire la gara d’appalto, ma, a tutt’oggi, non si hanno notizie sull’assegnazione dei lavori. Il progetto fu approvato a luglio 2015 dall’amministrazione comunale mugnanese e annunciato attraverso un comunicato stampa: prevede la bonifica delle sponde dell'alveo e una riqualificazione ambientale con la realizzazione di piste ciclabili e aree attrezzate per pedoni e ciclisti. Quanto tempo bisognerà ancora aspettare?