Laddove non arriva la giustizia terrena, c’è quella divina (riflessione sulla giustizia sociale e la speranza cristiana)
“Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati” (Mt 5,6).
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Foto: fonte Internet |
Viviamo in un mondo dove spesso la giustizia umana si rivela imperfetta: processi che durano anni, sentenze discutibili, verità sommerse da interessi o silenzi imposti. Viviamo tempi difficili, segnati da precarietà economica, tempi in cui le ingiustizie sembrano moltiplicarsi: poveri sempre più poveri, ricchi sempre più ricchi e protetti, guerre che mietono vittime invisibili, e grida che non arrivano mai dove si decide davvero. Meno male che c’è la fede cristiana a consegnarci una parola di conforto che non è rassegnazione, ma resistenza: “Dio vede. Dio giudica. Dio farà giustizia.”
Questa affermazione, che per molti, in particolare per
i non credenti, può sembrare fantasiosa, invece è intensamente concreta per
chi, ogni giorno, lotta contro le disuguaglianze, il sopruso, il silenzio
dell’indifferenza.
Perché laddove la giustizia terrena non arriva (per fortuna raramente), perché bloccata
da interessi, corruzione, paura, la giustizia divina è speranza (perché non fallisce mai) che muove le
mani e il cuore.
Il nostro non è un pensiero di rassegnazione, né una fuga dalla
realtà, ma una forma di fede che invita a non disperare.
Nel Vangelo secondo Matteo, Gesù dice:
“Beati quelli che hanno fame e sete della
giustizia, perché saranno saziati” (Mt 5,6).
Redaz