In via Speranza c'era un monaco che interpretava i sogni "e dava i numeri": cenni sull’intitolazione di alcune strade e piazze di Marano

                                           

Dal libro del giornalista scrittore Enzo Savanelli sulla storia e le tradizioni di Marano

In via Speranza si recava quasi tutta la Marano popolare. Lì, infatti, c’era un mezzo monaco che interpretava i sogni “e dava i numeri” a quanti pieni di “speranza” venivano da lui a richiederli in cambio di qualche uova o di un pezzo di salame. Era giusto allora che diventasse “via Speranza”.

Ma vi furono anche strade che non ebbero il tempo di avere né un nome né fortuna. Come quella nei pressi della Starza, che passava a fianco della proprietà Luca “La strada è di nocumento naturale poiché serve  per ricettacolo dei malviventi  in tempo di notte ed è luogo di schifezze e lordura” (21/06/1851) per cui si decise di eliminarla. 

Dal libro di Mons. Pasquale Orlando “Vita socio-economico-religiosa, terza parte

La denominazione risale al 1872: comprendeva tutta la strada dal Corso Municipio al Palmento, poi, dal 1930 ridotta a metà: da Piazza Bottega in su. Onde il nome? Sì "parva lacet componere magnis" e se c'è legamento con una "speranza" la zingara ('a zengh' r') conosciuta circa gli anni 1925-30, ed abitante in via Casa Falco, se il cognome degli zingari era quasi sempre lo stesso e si rotraeva per molte generazioni, possiamo pensare che i nostri cittadini di quell'epoca abbiano voluto consegnare alla storia l'inizio di una colonia di zingari nelle nostre terre.


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