Della scoperta archeologica del 1922 di due tombe antiche in Calvizzano ne parla il professore Galiero nel suo primo libro “Calvizzano- dalle remote origini al IX anno del Littorio”
Dal libro del Sac. prof. Raffaele Galiero “Calvizzano- dalle remote origini al IX anno del Littorio, pubblicato nel 1931
(…) Da qui nessuna meraviglia se nella piccola Calvizzano o nel suo territorio son venuti fuori dei sepolcri, che ci ricordano l’epoca di grandezza di Roma immortale, la quale conquistava il mondo non solo con la forza delle armi e con la imposizione delle sue leggi, ma anche con la diffusione della sua credenza, dei suoi riti, delle sue consuetudini. Nel precedente articolo, pubblicato sul “Roma”, tentammo il completamento e l’illustrazione di una inedita epigrafe funeraria, importante per la mole, per il contenuto e per l’epoca..
Ora non si tratta di leggere un marmo o d’indagare sulla persona, cui apparteneva, ma di tombe senza epigrafi il cui vasellame però non è privo d’importanza per la storia e per il patrimonio artistico locale.
Le due tombe, benché in luogo diverso, furono scoperte mentre si scavava a scopo di lavoro. La prima era costituita da dieci grosse lastre tufacee, otto delle quali misuravano ciascuna centimetri 95 per 58 con 19 di spessore, formanti una cassa rettangolare, la cui capacità era di circa 2 metri di lunghezza per oltre mezzo metro di larghezza e forse altrettanto in altezza. Ognuno delle quattro facce laterali era costituita da due pietre rettangolari, mentre le altre due, quadrate, chiudevano le estremità.
Dalla forma delle pietre levigate con una certa accuratezza, potrebbe dedursi che non è una tomba di epoca primitiva, dalla sua capacità potrebbe supporsi che si tratti di un sepolcro di famiglia. L’urna cineraria, panciuta e schiacciata, senza vernice, contenente le ceneri e gli avanzi delle ossa del cranio, è un indizio di una tomba romana.
(…) Nel caso nostro le ceneri raccolte nell’urna cineraria ci dicono che si tratti di cremazione e di conseguenza di una tomba quasi certamente romana, tanto più che, a breve distanza, abbiamo due iscrizioni sepolcrali, appartenenti pure a cittadini romani.
Ma a quale epoca appartiene? La mancanza di epigrafe o di altro segno c’impedisce di rispondere direttamente al quesito. Conserviamo però il vasellame ceramico, che potrebbe fornirci qualche dato al riguardo.
Il non trascurabile corredo della tomba è costituito, come si vede, da un’olla cineraria e da altri vasi, tra cui una graziosa anfora, alcuni vaselli per unguenti -ariballi – e delle coppe, che si adoperavano come bicchieri per bere. (
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