Insulti e offese nei confronti di colleghi
giornalisti continuano senza soste, per cui sono costretto, mio malgrado, a
ripetere come un mantra alcuni concetti che qualche operatore dell’informazione
locale non riesce a “metabolizzare”. Uno in particolare: il rispetto verso le
persone, che siano sindacalisti, politici, amministratori, giornalisti. I miei
maestri mi hanno insegnato a non parlare mai male dei colleghi, e io ho sempre
applicato alla lettera le loro lezioni di umiltà, rispettando anche chi non
avrebbe meritato rispetto. Diritto di critica sì, ma senza scadere nell’offesa
gratuita, anche in maniera velata. Pure il mio amico giornalista Mauro Di Maro, fondatore, insieme a Fabio Sardo del sito “L’altra Notizia”, un portale con sede a Marano, ma
molto seguito anche nell’hinterland, non si è mai permesso di offendere qualche
suo collega, pertanto merita rispetto, anche quando scrive qualche pezzo non
condivisibile. Etichettarlo come “Uomo di Malavita”, rasenta l’assurdo. E’ un
fotografo professionista. Una passione forte e inarrestabile l’ha portato, sette
anni fa, ad affrontare una nuova sfida, coronata dal conseguimento
dell’iscrizione nell’albo dei giornalisti della Campania, il cui ordine è
presieduto da Ottavio Lucarelli. A maggio 2021, fu quasi un obbligo per me
dedicargli un articolo: lo meritava, per il traguardo raggiunto, ma soprattutto
perché è un gran signore.
“A 16 anni – scrisse all’epoca
Di Maro sulla sua pagina facebook - ho iniziato la mia attività
politica nel tentativo di dare voce a tutti, soprattutto alle fasce più deboli,
ai discriminati, a chi non viene mai ascoltato.
Con la stessa mission ho iniziato
nel 2018 questo percorso che oggi mi ha portato ad entrare ufficialmente
nell'ordine dei giornalisti.
Il mio impegno nel sociale continua
e, finché ne avrò la possibilità, continuerò a lavorare per dare l'opportunità
a tutti di manifestare le proprie idee liberamente”.
Questo è Mauro Di Mauro, una persona perbene, un collega stimabile: quando parlate
di lui “sciacquatevi la bocca”.
Mi. Ro.