Marano. L'istituzione di un “Parco Naturale Archeologico” darebbe nuova vita al Bosco della Salandra

 

Articolo pubblicato sul numero di marzo del giornale “Il Bosco Racconta”

Del Parco Naturale Archeologico del Bosco della Salandra se ne parla da oltre venti anni, ma tutti i progetti sono andati in fumo. Ora diventa prioritario per Marano andare alla ricerca di una identità economica, compito che spetta alle istituzioni locali, per creare quelle condizioni necessarie ad attirare (la cosiddetta vocazione) cittadini da ogni parte della Regione e, perché no, da tutta Italia, per una crescita sociale ed economica della città. Come? A nostro avviso, impegnandosi a lavorare su un progetto duraturo che possa creare le condizioni di sviluppo, nel caso specifico la rivalutazione del patrimonio storico-culturale e paesaggistico per fare in modo che assurga ad attrattore turistico.

Bisogna lavorare, dunque, per creare un processo economico che rimetta in una visione di sostenibilità e/o di economia circolare tutte le nostre risorse territoriali: agricoltura residuale, bosco di castagno ceduo. artigianato antico e nuovo, attività commerciali e tanto altro.

Gli attivisti del gruppo Salviamo il Bosco della Salandra/Foragnano, divenuta poi l’associazione Salandra Lovers, stanno già lavorando in questa direzione, con l’obiettivo di sensibilizzare cittadini e istituzioni sull’importanza di tutelare e valorizzare questo luogo unico.

Un’idea simile era già stata avanzata negli anni ’90, da Maria De Biase (la preside green che ha portato la rivoluzione dell’ambiente in alcune scuole del Cilento) che, nei suoi articoli, parlava di identità territoriale e di sostenibilità.  

Anche nel 1998, le commissioni “Assetto del Territorio” e “Cultura e Ambiente” avevano avviato un progetto per un grande parco urbano nel versante maranese della collina dei Camaldoli, ma l’iniziativa non si concretizzò.

Tornò al centro del dibattito pubblico, seppur fugacemente, a febbraio 2019, quando in Consiglio comunale venne presentata una mozione di indirizzo sul Progetto “Parco Naturale Archeologico del Bosco della Salandra”, da finanziare con i fondi Pics, ma la proposta venne bocciata, perché non in linea con gli assi previsti dai Programmi Integrati Città Sostenibile”. Insomma, le occasioni per parlare di sviluppo si sono avute, ma non sono state recepite da coloro che ci hanno governato.

Negli ultimi anni, il tema è tornato all’attenzione pubblica, dimostrando quanto sia sentita la necessità di preservare e rilanciare il Bosco della Salandra. Oggi, con nuove possibilità di finanziamento e una crescente sensibilità verso la sostenibilità, potrebbe essere il momento giusto per riprendere in mano il progetto e renderlo finalmente una realtà.

Domenico Rosiello, direttore del blog Calvizzanoweb

 

 

 

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