Enzo Savanelli: Maestro di verità e rigore, schiena dritta e senza livore

 

Foto scattata l'anno scorso durante la presentazione del libro di Luigi Gallucci "Napoli Campo Centrale"

Antonio Menna, giornalista e scrittore: “Enzo ha dato tanto, ha raccolto poco”

 Per me non è facile parlare di Enzo Savanelli. E’ stato (parlo al passato solo perché non ci vediamo da tempo) più di un amico, un vero maestro. Uno di quegli uomini che ti parlano con l’esempio prima ancora che con le chiacchiere. Enzo è sempre stato l’esempio vivente di quello che diceva. Un testimone coerente delle sue idee, calato con tutta la sua esistenza nella fatica di corrispondere alle parole espresse. La parola data. La parola scritta. Anche le contraddizioni inevitabili, gli inciampi della vita, gli errori, i passi falsi erano in lui accolti con dolore, quello tipico di chi vive nel rigore, nella linearità, dritto sulla schiena. Non ho mai conosciuto, nella vita, una persona più onesta e più vera di Enzo Savanelli, e un po’ ce l’ho con lui per questo: avendo avuto la fortuna di incontrarlo, poi ho pensato che ci fossero altri così.

No, non ci sono stati.

Gli sono, ancora oggi, molto grato. Era il corrispondente del Mattino da Marano. Io ero giovanissimo e volevo fare il giornalista. Scrissi una lettera al caporedattore di questo grande quotidiano dicendo che avevo questo sogno e non sapevo da dove iniziare. Lui mi convocò e mi disse che dovevo fare prima esperienza e dovevo guadagnarmi lo spazio. Mi fece conoscere Savanelli (e altri amici come Francesco Vastarella, Pino Imperatore, Alfonso Pirozzi): tutti più grandi me, tutti pieni di passione, tutti che mi mettevano soggezione.

Enzo mi accolse con una generosità indimenticabile. Aveva il doppio dei miei anni, era bravo, capace, esperto, stimato da tutti: avrebbe potuto snobbarmi, ignorarmi, cancellarmi, mettermi in un angolo, non consentirmi di muovere un passo. Invece mi prese per mano, mi insegnò tantissime cose, mi fece conoscere, mi presentò gente. Grazie a lui mi feci spazio. Anche a sue spese. C’era solo lui, poi arrivai io. Eravamo in due a scrivere per il Mattino dalla stessa città. Ma non siamo mai entrati in conflitto, e solo per merito suo. Mi ha fatto spazio, si è messo da parte, mi ha incoraggiato e sostenuto.

Tutto quello che è arrivato dopo nella mia vita professionale nasce da quell’atto di enorme generosità. Quando penso a tutta quella umiltà in tutta quella saggezza, e la paragono alla saccenza vacua, alle manie di grandezza poggiate sul nulla, al protagonismo di certi che ho poi visto all’opera negli anni successivi, mi viene quasi da ridere. E solo perché sono sicuro che ne abbia riso anche lui, Enzo, che ha sempre avuto questa doppia, strana, caratteristica: molto severo nei giudizi politici, molto indulgente nei rapporti umani. Non ha mai avuto la minima cattiveria, non ha mai nutrito astio, non ha mai espresso giudizi andando sul personale, non ha mai colpito la dignità della persona. Ma al tempo stesso è sempre stato un giudice perentorio, duro, intransigente della cattiva politica e della cattiva società. E lo era davvero, quando la denuncia era complessa, in anni difficili, dove si poteva essere bastonati (letteralmente) nel silenzio buio di una strada: eri isolato davvero, senza i social, senza la Rete, senza alcuna tutela pubblica, senza una società e un contesto che ti sostenessero, anzi a volte ignorato ed emarginato dalla tua stessa cerchia di amici e familiari.

Ci voleva coraggio. E ne abbiamo avuto.

Enzo poteva avere molto di più dal giornalismo, dalla politica e dalla cultura, i suoi campi elettivi. Ha dato tanto, ha raccolto poco. Ma perché mi è sempre sembrato disinteressato alla ribalta e ai beni materiali, non gli interessava comparire, non ha mai fatto lo show di se stesso. Un francescano laico, di sinistra, libero, autentico, generoso, colto, innovativo.

Fondò una radio a Marano quando le radio libere erano avamposti politici, trincee di libertà. Poi il Mattino. Tanti altri giornali. Un libro sulla storia di Marano che oggi è un testo prezioso.

Sempre trasversale: politica, cultura, informazione. Tutto si teneva nel suo profilo.

Poi, le nostre strade si sono divise. Io per un po’ di tempo mi sono voluto impegnare in politica, facendo un salto che lui non ha mai voluto fare (e aveva, come sempre, ragione). Ma è stato un allontanamento dolce, non polemico, senza alcuna lite, come una naturale evoluzione. L’amicizia, l’affetto, ci ha sempre accompagnati pur nella distanza. So che ha sempre parlato bene di me. So che ha sempre avuto parole di stima, di affetto. So che ha sempre difeso le mie scelte, anche quando venivano attaccate (poi si è visto con quanta malafede) dagli stessi ambienti dove ero cresciuto. So che anche quando, di fronte a una qualche mia successiva visibilità mediatica, a qualche piccolo successo professionale, si sono alzate le solite nuvole di maldicenza, lui ha speso per quanto possibile parole di amicizia.

Di tutto questo, di tutto quello che mi ha regalato, di tutta la generosità, di tutta l’onestà, di tutto l’affetto, soprattutto di tutti gli esempi che mi ha dato e ancora mi dà, sono infinitamente grato a Enzo Savanelli. Sono davvero contento che la comunità di Marano oggi voglia riconoscere il valore di quest’uomo, che per me sono di una capacità e una moralità davvero superiori.

Io, per parte mia, non smetterò mai di ricordarlo con quel sorriso beffardo e malinconico che hanno solo quelli che hanno capito la vita: una cosa seria da non prendere sul serio.

Antonio Menna

 

Antonio Menna

Grazie Antonio: appena ti ho chiesto di scrivere poche righe su Enzo Savanelli, nostro amico e collega di vecchia data, pure tu ti sei messo subito a disposizione. Da eccellente giornalista, a mio avviso uno dei migliori dell’area nord di Napoli, penna brillante del quotidiano "Il Mattino", e ottimo scrittore, lo hai descritto in maniera esemplare. Ci stiamo attivando, in seguito alla proposta di un altro nostro amico comune, Gaetano Bonelli, per fargli conferire dall’amministrazione comunale un encomio solenne. Proposta sposata ad horas da un gruppo di cinque consiglieri di minoranza che hanno presentato una mozione (prima firmataria Stefania Fanelli) che verrà  discussa e votata nel prossimo Consiglio comunale.

Mi.Ro.

 

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