Tracciato con tutte le varianti: rosso, tracciato originale; blu estensione per Ponte Riccio; azzurro estensione per Calvizzano-Marano; giallo, estensione per Licola |
Il 28 gennaio è stato presentato il nuovo progetto di Gronda
Ovest, una monorotaia sopraelevata che da Piscinola, in
zona Cupa Perillo, arriva a Qualiano, nei pressi del centro commerciale “Grande
Sud”.
Basandomi sulle slides presentate a Palazzo San
Giacomo da Gaetano Manfredi (sindaco metropolitano di Napoli), Edoardo Cosenza
(assessore ai Trasporti del Comune di Napoli) e Luciano Borrelli (consigliere
metropolitano della Città Metropolitana di Napoli con delega ai Trasporti), ho ricostruito
il tracciato del progetto ipotizzato. |
Il tracciato ipotizzato: cliccare sopra questa foto e sulle altre che seguiranno per ingrandirle |
Spiego brevemente la legenda: le parti in colore sono
il Tracciato e le Stazioni, le aree in viola sono Deposito e Centro Rimessaggio
e Manutenzione, le parti marroni sono Aree Parcheggio.
Partiamo da Scampia: la stazione
capolinea dovrebbe essere in zona Cupa Perillo, nei pressi della zona in
cui è presente il campo rom, di cui è in progetto lo sgombero e la bonifica
della zona, precisamente l’area indicata nelle slides è dietro l’Isola
Ecologica di Scampia. La stazione avrà anche il Deposito del
materiale rotabile.
La stazione è raggiungibile tramite Viale della Resistenza, ma anche dall’Asse
Perimetrale Melito-Mugnano-Scampia, che dovrebbe avere un’uscita proprio
nei dintorni (finora inibita dal campo rom).
La monorotaia, passando sotto l’Asse Perimetrale,
raggiunge la Circumvallazione Esterna di Napoli, parallela ad essa con i
piloni posti nell’area verde tra le carreggiate.
Proseguendo in rettilineo, si arriva alla stazione di Mugnano:
la stazione secondo le slides dovrebbe essere sul lato della carreggiata in
direzione Lago Patria. Questa è l’unica stazione di interscambio presente su
tutta la linea: secondo le slides, dovrebbe avere un collegamento pedonale
che, passando da un lato all’altro della superstrada, collega la stazione a
quella di Mugnano della Linea Arcobaleno, sbucando sul parcheggio di
quest’ultima.
Continuando il percorso, la stazione successiva è
quella di Villaricca Enrico Fermi/Corso Italia: le slides non
indicano l’area precisa, ma la stazione è indicata sulla grande rotatoria che
porta da un lato verso Giugliano (direzione Ospedale), dall’altra verso Lago
Patria e da un altro verso Calvizzano-Marano lungo il Corso Italia.
Sono indicate anche le aree di parcheggio, cioè le aree presenti dinanzi ai
palazzi che circondano la rotatoria, per indicare la capacità di intermodalità
che dovrebbe così permettere il collegamento di Calvizzano e Marano,
esclusi dal collegamento diretto.
La stazione successiva è sempre a Villaricca,
ovvero Villaricca Via Napoli: questa si trova nei pressi del
Cimitero comunale di Villaricca e del quartiere di Via Napoli. Nelle slides non
si vede bene qual è la zona dedicata alla stazione, ma dovrebbe essere vicina
il cimitero. È indicata anche un’area parcheggio, che è quella proprio del
cimitero: la zona infatti serve tutta l’area residenziale più recente, e nei
dintorni vi sono anche il Distretto 39 dell’ASL Napoli 2 Nord, l’Area Mercato
di Villaricca e il Comando dei Carabinieri di Villaricca.
Andando avanti, si raggiunge la stazione di Corso
Campano: questa stazione dovrebbe servire Giugliano e Qualiano.
Nelle slides non è indicata la posizione della stazione, ma il punto della
stazione indicata è sulla grande rotatoria che fa incrociare Corso Campano
(quella che era l’antica Strada Consolare Campana) con la “strada americana”.
Nelle slides è indicata però l’area parcheggi, anche in questo caso le zone che
circondano la rotatoria. In questo caso, l’intermodalità è per i comuni che
lambiscono la superstrada.
La prossima stazione è quella di Nuovo Ospedale
di Giugliano: questa stazione ha l’obiettivo di servire la zona in cui
si costruirà il nuovo edificio dell’Ospedale San Giuliano di Giugliano.
Nelle slides è indicata solo l’area parcheggio, ma non è irreale immaginare che
la zona indicata, un’area industriale dismessa, sia utilizzata anche come area
di costruzione della stazione, essendo a ridosso della SP1. Fatto curioso,
anche in questo caso la fermata è posta nei pressi di una rotatoria.
Infine, si raggiunge l’altro capolinea, ovvero la
stazione di Santa Maria a Cubito: questa servirà il comune di
Qualiano, e si troverà nell’appezzamento di terra che separa la
Circumvallazione esterna dal Parco Commerciale “Grande Sud”. Questa stazione
sarà dotata anche del Centro Rimessaggio e Manutenzione, con il
fascio di binari che, dalla rotonda della superstrada, vira a destra in
direzione Parete e raggiunge il CRM che è posto nello stesso appezzamento ma
nei pressi dell’ingresso del Parco Commerciale (e anche qui, curiosamente, c’è
una rotatoria).
Le possibili varianti
Abbiamo largamente affrontato uno dei problemi
principali di questo progetto, ovvero il fatto che siano rimaste fuori dal
collegamento Marano e Calvizzano.
Mentre a Calvizzano la reazione è stata ad appannaggio
della minoranza finora, a Marano la reazione è stata bipartisan, con il Sindaco
Matteo Morra che ha fatto rimostranze ed è stato rassicurato sul fatto
che vi saranno linee di adduzione da Marano e Calvizzano alla monorotaia, e la
consigliera comunale Stefania Fanelli che ha chiesto anche un Consiglio
straordinario per affrontare la questione. La protesta non ha avuto solo
espressioni politiche: Alessandro Pace del comitato “MaranoLab”
ha infatti mostrato ampiamente disappunto per l’abbandono del progetto “Tram
Veloce” che era stato da loro progettato e proposto e che era finito anche nel
PUMS come “Gronda Ovest” per l’appunto.
La delusione per Marano è quindi cocente, e a cercare
di placare gli animi è intervenuto il consigliere metropolitano Luciano
Borrelli, che ha spiegato a Calvizzanoweb che vi saranno per l’appunto
linee di adduzione ma anche che, una volta finanziato il progetto, sarà
possibile ipotizzare e progettare future varianti e prolungamenti, come
una per Borgo Riccio o una per Marano Via Falcone.
Appunto per questo, coincidentalmente a quanto da
Borrelli dichiarato, vi voglio mostrare quali potrebbero essere le possibili
varianti per la linea monorotaia.
Prima variante: prolungamento per Borgo
Riccio
Il capolinea di Santa Maria a Cubito si trova a 4km
circa in linea d’aria dall’area di Borgo Riccio, che è importante perché lì vi
è presente la stazione di Giugliano-Qualiano delle Ferrovie dello Stato.
La stazione, inaugurata nel 1927 lungo la Napoli-Villa Literno, ha sempre
sofferto la lontananza dai centri che serve, rendendo soprattutto oggi in
un’epoca di riscoperta dell’intermodalità del TPL ancora più necessario
renderla più fruibile.
Per fare ciò però non è possibile proseguire lungo la Circumvallazione Esterna:
andando in direzione Lago Patria, infatti, questa si sovrappone con la SS162
Asse Mediano, che da Lago Patria raggiunge Cercola. Questa sovrapposizione fa
sì che lo spazio divisorio tra le carreggiate della SP1 si annulli, e che
questa venga sopraelevata in alcuni tratti.
Una possibilità è andare in direzione Parete:
proseguendo verso la rotonda d’Ingresso del Parco Commerciale “Grande Sud”,
sulla sinistra della strada ci si affaccia a quelle che sono le campagne
presenti tra Giugliano e Parete.
Proseguendo verso le campagne, quindi, passando sotto
l’uscita di Qualiano dell’Asse Mediano si può raggiungere l’ASI
(Area Sviluppo Industriale) di Giugliano.
Nei pressi dell’ingresso dell’ASI vi potrebbe esserci una stazione a servizio
dei dipendenti della zona.
Il passaggio all’interno dell’area ASI è precluso
perché proprietà privata, una questione non insuperabile; ma facendo fede a
questo vincolo si può banalmente circumnavigare la zona (le monorotaie, essendo
strettamente legate al binario, permettono di fare curve più strette di un
treno o un tram).
All’altro capo dell’ASI, ci si ritrova a Borgo
Riccio, proprio nei pressi della Stazione FS.
Si può quindi pensare di porre qui il capolinea, assestandolo dove ora si
troverebbe un’azienda di autodemolizioni.
Baffo per Calvizzano-Marano: revival del
MicroMetrò
Passiamo alla seconda ipotesi, che rispolvera in parte
un vecchio progetto: il MicroMetrò.
Il progetto del MicroMetrò avrebbe dovuto, da
Piscinola, seguire il percorso dell’Alifana bassa dismesso e arrivare fino
proprio alla Circumvallazione Esterna nei pressi della rotonda di Villaricca
(seguendo punti di riferimento odierni, di fronte al Bar Elite).
Possiamo ipotizzare quindi una bretella di
collegamento che riprenda questo percorso, avvalendosi anche di una parte delle
infrastrutture che furono costruite appositamente al tempo, ovvero Via Raffaele
Granata, che doveva essere la sede mista in cui avrebbe dovuto correre il tram.
Questo tipo di percorso sarebbe ottimale farlo a raso
strada.
Immaginiamo quindi di sfruttare un’area coltivata che è posta vicino Via
Raffaele Granata e cinge la SP1 per immettere la bretella in direzione Marano-Calvizzano.
Intersecando Via Vittorio Alfieri, la monorotaia raggiunge il piano strada e si
immette in Via Raffaele Granata.
Da qui il percorso è sostanzialmente quello del
MicroMetrò: proseguendo lungo questa via, la monorotaia interseca Via Quinto
Orazio Flacco (la strada del Lagno) e prosegue in direzione Calvizzano.
La prima stazione che potrebbe esserci è quella di Calvizzano Alifana,
e si potrebbe porre all’incrocio tra Via Raffaele Granata e Via
Mugnano-Calvizzano (la strada che porta al Cimitero di Mugnano-Calvizzano).
Qui infatti si trova il fabbricato che fu la stazione di Mugnano-Calvizzano
dell’Alifana.
Questo è praticamente l’unico dei fabbricati viaggiatori rimasto intatto fino
ad Aversa, merito del fatto che sia stato occupato abusivamente fino a qualche
anno fa. Sarebbe un’ottima occasione quindi non solo la costruzione della
stazione ma il recupero del fabbricato preesistente: per la sua importanza
potrebbe essere infatti adibito anche a “Museo dell’Alifana”, dedicato a
questa ferrovia, come proposto più volte in passato da Salvatore Fioretto,
autore del libro “C’era una volta… la Piedimonte”.
Proseguendo, si raggiunge l’incrocio con Via Falcone e
Via Yasser Arafat. Qui la monorotaia potrebbe girare verso quest’ultima via,
andando quindi in direzione del Liceo Scientifico “Emilio Segré”, dello stadio
Salvatore Nuvoletta e del PalaMarano “Michele Passero”.
Qui, di fronte al parcheggio del Distretto 38 dell’ASL Napoli 2 Nord, vi si
potrebbe porre la stazione di Marano. In questo modo, sarebbe
abbastanza facile da raggiungere, collegherebbe servizi differenti dei dintorni
con l’hinterland giuglianese, e potrebbe servirsi per l’intermodalità interna
sia del parcheggio suddetto, sia del parcheggio antistante il Liceo, che
perfino il parcheggio del PalaMarano.
Inoltre, l’appezzamento agricolo che cinge Via Raffaele Granata, Via Yasser
Arafat e Via San Giacomo è Area Archeologica: qui infatti era presente
la chiesa di San Giacomo Apostolo, la prima chiesa dedicata al culto di
San Giacomo risalente al X secolo, caduta in disuso nel 700’ e abbattuta negli
anni 80’. Al suo abbattimento furono ritrovati reperti archeologici che la
Soprintendenza, per assenza di fondi, è stata costretta a interrare nuovamente.
Un’opera del genere potrebbe rivalutare l’idea, abbracciata con favore anche
dalla Curia (proprietaria del terreno), di riprendere gli scavi, che potrebbero
essere finanziati anche come parte dell’opera e soprattutto che potrebbero
diventare un attrattore culturale che con la monorotaia sarebbe facilmente
raggiungibile.
Dopo questa fermata, anziché proseguire per via Yasser
Arafat si potrebbe passare per le aree agricole (di cui una parte del liceo
Segré, recentemente acquisita ufficialmente al patrimonio comunale) per sbucare
nei pressi dell’incrocio di Via San Giacomo e Via Giuseppe Di Vittorio, dove si
trova il serbatorio comunale. Da qui, si potrebbe procedere in direzione Bivio
di Mugnano, quindi arrivare all’incrocio con Via Eugenio Montale e girare verso
la cosiddetta “Rotonda del Titanic”.
Nel tratto che porta alla Rotatoria, si potrebbe infine porre il capolinea di
questo baffo di collocamento. Una fermata che potremmo denominare “Bivio”,
perché per niente distante dal Bivio di Mugnano ma anche da Via Bivio, dove
prima transitava proprio l’Alifana.
Questa fermata potrebbe così servire non solo Marano,
ma anche un’altra parte di Mugnano, che è troppo a Sud rispetto alla
fermata della Linea Arcobaleno (e del tracciato principale della monorotaia
Gronda Ovest).
Passiamo infine a un’ultima variante proponibile, o
per meglio improponibile seguendo quanto detto da Luciano Borrelli a
Calvizzanoweb, dato che un percorso del genere avrebbe richiesto fino a 2
miliardi di euro per essere costruito, ovvero il percorso per Licola, seguendo l’Alveo
dei Camaldoli, come col Tram Veloce.
Questo percorso dovrebbe essere in parte a raso e in
parte in sopraelevata per essere perseguibile, e nasce dallo stesso punto in
cui parte il baffo “MicroMetrò”: come abbiamo detto, seguendo per Via Raffaele
Granata si arriva all’incrocio con Via Quinto Orazio Flacco, ovvero il tratto
mugnanese della strada lungo il Lagno, cioè l’Alveo dei Camaldoli, il canale di
scolo fatto costruire da Carlo III di Borbone per le acque reflue di Napoli
Nord. Da qui, sempre a raso come nell’ipotesi precedente, si potrebbe seguire
il percorso dell’Alveo e andare in direzione Villaricca-Qualiano.
All’incrocio con Via Giuseppe Garibaldi e via Giuseppe
Mazzini, a Calvizzano, si potrebbe porre la stazione di Calvizzano.
All’incrocio con Via Giuseppe Garibaldi e via Giuseppe
Mazzini, a Calvizzano, si potrebbe porre la stazione di Calvizzano.
All’incrocio tra Via Palermo e Via Corigliano, nei
pressi del Nicholas Café, si potrebbe avere la stazione di Calvizzano San
Pietro, a servizio anche quindi della frazione omonima.
Qui il percorso prosegue attraverso le campagne di San
Pietro e Corigliano, fino ad accostare Via Roma, “la strada di Candida”, quindi
il tratto d’alveo tombato negli anni 90’ dalla Regione e che è diventata strada
di collegamento parallela al Corso Campano e che porta al Ponte ‘e Surriento.
È proprio nei pressi del ponte quindi che si attesta
un’altra stazione, Qualiano Ponte Surriento, come era proposto
anche nel progetto del Tram Veloce. Qui la monorotaia si pone di nuovo a raso
strada.
Da qui, il tragitto è uguale a quello proposto da
“MaranoLab” e “Una metropolitana per il mare”: seguendo l’Alveo dei Camaldoli,
la monorotaia segue costeggiando Via Ripuaria e giunge fino a Varcaturo.
Qui, all’incrocio con Via Vicinale Torre degli
Incurabili, come nella proposta del Tram Veloce ci sarebbe la stazione di Varcaturo,
con parcheggio annesso per intermodalità (la densità urbanistica purtroppo non
permette di avvicinarsi ulteriormente al borgo).
Infine, seguendo sempre il percorso dell’Alveo,
all’altezza dell’incrocio tra Via Madonna del Pantano e Via Santa Maria Goretti
il percorso ritorna in sopraelevata; poi anziché virare verso il mare come lo
scolo prosegue diritto, arriva a costeggiare Via Domiziana e infine, superando
Viale dei Platani, si attesta al capolinea di Licola, dove si
trova la stazione della Circumflegrea, collegando così l’hinterland questa
ferrovia.
In conclusione, mi permetto di fare una
considerazione: il progetto del Tram Veloce, e prima ancora quello del
MicroMetrò, erano la speranza di vedere di nuovo valorizzate e collegate queste
zone che, specie dagli anni 70’ in poi, sono diventate terreno per abusi
edilizi e quella “città fuori la città” che tutta la gente che non
poteva permettersi di vivere in centro ha scelto di abitare, senza però essere
ugualmente legata ad essa; in un limbo a cui è stata destinata dagli
anni 60’ in poi, quando si è ben pensato che i mezzi pubblici non fossero più
così necessari davanti all’innovazione dell’automobile.
Il loro fallimento, è qualcosa che delude molto; e la
presentazione di questo nuovo progetto non ha potuto che assecondare quella
delusione, perché propone qualcosa che, a primo acchito, sembra poter
soddisfare poco la necessità di ben 300mila abitanti e 7 comuni che
compongono l’agro giuglianese. Tuttavia, come potete notare e come si può
progettualmente pensare, questa non deve essere per forza una sconfitta, né il
preludio di un’opera inutile: la monorotaia, se venisse costruita, potrebbe
diventare infatti la spina dorsale del trasporto a Napoli Nord; con
possibilità a dir poco interessanti di riuscire comunque attraverso vari modi
anche a raggiungere quelle zone che ora, in questo progetto, sono assenti.
Per fare questo, però, non bastano le parole di
rassicurazione, ma anzi ci vogliono fatti, o meglio impegni
scritti. “Verba volant, scripta manent”, dicevano i latini.
Faccio quindi un accorato appello a tutti coloro che leggono questo articolo, e
a tutti gli amministratori locali: non lasciate che da una montagna nasca un
topolino, non mollate la presa e fate in modo che questo progetto, se non si
può cambiare, si estenda. Non lasciamo che questi progetti rimangano disegni
fatti da una persona qualunque, come me, o parole che alla prossima tornata
elettorale, se cambia il vento, spariscano o cambino valore. Solo così possiamo
ottenere ciò che servirebbe per queste zone.
Gianpaolo Cacciapuoti