Volley, serie D femminile. Calvizzano riaccende le luci al Palaraffaella: contro le casertane di Hidros ritorna alla vittoria dopo una lunga crisi. Tre punti d‘oro in classifica, grande prestazione e fuori dalla palude. Era ora
La situazione era diventata complicata: cinque sconfitte consecutive avevano fatto precipitare la squadra in fondo alla classifica. Ma Calvizzano, tra le mura di casa e col supporto del pubblico amico, stringe i denti, riordina gli schemi e il coach Righi riesce a risolvere brillantemente una situazione delicatissima. Ora è tutto alle spalle ed il futuro si tinge finalmente di rosa.
1.o set
Inizia Lama, ma il primo pallone è fuori. Nessun problema. Le casertane di Cesa all'inizio dimostrano di esserci e realizzano anche un 4-4. Ma questa sera non c'è trippa per gatti. In cattedra la capitana Santucci a dirigere il traffico. In fila Fusco, Pastore, Neola, Siano, Danese e Lama a realizzare punti su punti. Lo sforzo maggiore delle ospiti fino al 18-18, non oltre. Poi sempre Danese con battute impeccabili ristabilisce le distanze. Il ritmo cresce, si osa di più e si vince agevolmente (25-20).
Alcuni momenti salienti della partita
2.o set
Hidros cede di schianto. È meno reattiva ed alla fine realizzerà solo una manciata di punti(11). Merito delle ragazze calvizzanesi, sempre in partita è con una gran voglia di cancellare le sconfitte recenti. E ci riescono sempre e facilmente. Si gioca sul velluto e si vince e con le mani di tutte(25-11).
3.0 set
Copia e incolla del 1.o set. Solo una sorpresa inattesa: la reazione improvvisa delle ospiti che intravedono qualche spazio nella formazione di casa e tentano una lenta ma progressiva penetrazione. La reazione di Calvizzano è commovente. Le cesane si avvicinano tre volte oltre il limite di sicurezza(17-16),(20-17),(21-18) ma sono sempre sistematicamente respinte dalle bordate delle ragazze di Righi. Missione compiuta. Poi un respiro profondo per gustarsi appieno l'odore della ritrovata vittoria(25-20).
Foto di squadra a fine gara. Torna la voglia di vincere |
Articolo a
cura di Lorenzo Ricciardiello, giornalista