"Dummeneca mmatina", il ritmo della memoria e narrazione delle radici: la poesia di Paolo Ferrillo recensita dallo scrittore Enzo Salatiello
Credo
che giunti a questo punto, Paolo Ferrillo non ha certo bisogno di
presentazioni: poeta, narratore, spirito lirico compresso e condensato in una
straordinaria, fluida "camicia" linguistica che presta il fianco
immediatamente alla vocazione canora dei suoi versi come del resto accade nella
tradizione lirica napoletana da sempre!
Paolo
ci regala con un ritmo sostenutissimo tipico delle ballate popolari "ante
secula" una galleria di personaggi e luoghi esistiti realmente in un tempo che ci ha visti giovani e giovanissimi
ma che con il solito tocco magico proprio della poesia, persone che conosciamo
attraverso la memoria, ci vengono consegnati su un piatto d'argento come una sfilza
ininterrotta di facce, figure, voci e fatti consegnati ormai al mito. La sua
inesauribile energia narrativa come un novello "Omero" che trasforma
in mito dimensionato entro i confini
della nostra realtà di una Calvizzano che fu bellissima, ci regala un flusso di
suoni e colori (giornali spiegazzati, belle ragazze, profumi e fragranze di
bontà, tutto sotto il cielo azzurro di giorni ormai andati!
Solo
grazie all'artificio semantico e fonetico della sua straordinaria ballata. noi
possiamo rivivere giorni e ore di un passato che tutti conosciamo ma che solo
lui sa riportare in vita come un nastro di celluloide che sbatte su se stesso e
che non vuole rassegnarsi a tacere. Molti dei personaggi li conosciamo, le
voci, i volti, le espressioni ma quello che più ci tiene attaccati al ricordo e
all'emozione senza mai cedere alla malinconia è la sua straordinaria funzione
formativa della felicità: logos, uguale pensiero, pensiero uguale ricordo,
ricordo uguale emotività felice. oggi mi sono sentito parte della mia comunità
come quando gustiamo una pellicola neorealistica, quei versi parlano di noi, di
tutti quelli che hanno amato Calvizzano e che oggi la vedono molto cambiata per
effetto del tempo ma non solo. Abbiamo ancora la candela tra mani ma solo Paolo
Ferrillo sa accenderla e bruciare la nostra anima!
È
grazie a lui e all'instancabile Mimmo Rosiello se respiriamo boccate di cultura
umanistica colta e allo stesso tempo popolare!
Buon
anno tutti i lettori di questo foglio!
Enzo
Salatiello