Marano. Parco delle Colline o Parco dei Campi Flegrei? Dove andrebbe collocato il Bosco della Salandra? Il punto di vista dell’archeologo Francesco Panzetti


Il Parco regionale dei Campi Flegrei è stato istituito nel 2004 perimetrando una serie di aree di particolare pregio naturalistico. Tra di esse c’è l’area che comprende la caldera degli Astroni, il cui perimetro dista meno di 700 metri dalle cd. Pendine di Quarto. Queste ultime sono un complesso sistema di aree boscate e aree rurali che si susseguono lungo i pendii (da qui il termine dialettale “pendina”) che scendono dalla zona di Torre Caracciolo - Pisani verso la caldera di Quarto. Quest’ultimo, fino al 1947, faceva parte del Comune di Marano, ma neanche in antico i due territori erano separati, anche perché costituivano un importante asse nel sistema viario che collegava Napoli, Atella, Pozzuoli e Capua.

La strada di San Rocco ricalca quest’arteria antica e collega ancora oggi Marano a Quarto. Dunque, se Quarto è a tutti gli effetti parte dei Campi Flegrei, ne dovrebbe far parte anche Marano, la cui storia attesta del resto uno storico legame con la romana Puteoli, alla quale sono ricollegabili svariate famiglie che hanno lasciato testimonianze archeologiche proprio a Marano.

L’area definibile già in antico come “pianura flegrea” (piana di Quarto e territori di Marano di Napoli, Giugliano in Campania e in parte Qualiano) non era che una porzione di territorio apparentemente non interessata dalle tracce della centuriazione campana e sottratta a Capua a favore di Puteoli dall’imperatore Vespasiano (Ruffo F., La Campania antica. Appunti di storia e di topografia, DLibri 2010, p 236).

Un ulteriore dato proviene dalla lettura delle aree di tutela paesistica con dichiarazione di notevole interesse pubblico ex L. 149/39: come si può evincere chiaramente dalla cartografia, esse inglobano già per intero le Pendine di Quarto e, incredibilmente, solo metà della Selva della Salandra. Ciò che più importa, però, è che comprendono invece integralmente il territorio del Parco Regionale dei Campi Flegrei e il Parco Metropolitano delle Colline di Napoli, a testimonianza del fatto che tutte queste aree hanno le stesse caratteristiche naturalistiche. 

 


Ampliare dunque le aree oggetto di tutela del Parco Regionale dei Campi Flegrei (un modello che in 20 anni ha dimostrato di funzionare bene e di essere in grado di promuovere anche la cultura e favorire i processi di innovazione sociale), includendovi sia la Selva della Salandra che i boschi delle Pendine, significherebbe per Marano garantire tutela e promozione ad un lembo di territorio di particolare rilevanza sia rispetto al rischio idrogeologico (i lavori necessari alla realizzazione di un parco servirebbero anche a mitigarne gli effetti), sia rispetto al pregio paesistico, sia rispetto alla forte esigenza di questa città di dotarsi di un ampio spazio verde fruibile e di una chance di rinascere.

 


Francesco Panzetti, archeologo, consulente in comunicazione del patrimonio culturale,
membro della Segretaria provinciale di Sinistra Italiana Napoli e co-promotore, insieme a Stefania Fanelli, dell’evento sul Bosco della Salandra, svoltosi domenica 17 novembre presso il teatro Alfieri di Marano

  

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