Il recente comunicato del Partito
Democratico locale, che stigmatizza i comportamenti poco decorosi di alcuni dei
suoi alleati, ha suscitato una serie di reazioni contrastanti. In un mondo in
cui l’immagine conta più della sostanza, sembra che il PD abbia deciso di
adottare una linea di moralismo spiccio, puntando il dito verso chi ha osato
infrangere le regole della "condotta politica corretta". Ma la
domanda che sorge spontanea è: chi sono veramente i custodi della moralità?
È paradossale che un partito che ha vissuto momenti di grande imbarazzo e scandalo (si pensi al famoso Brindisi!) si erga a giudice supremo della moralità altrui. Da una parte, abbiamo i festini e le disavventure dei loro amici ed alleati, dall’altra, un appello a una moralità che sembra più un tentativo di salvarsi la faccia che un vero impegno etico. È come se il PD locale volesse mettere in scena una sorta di teatro dell’assurdo, dove i protagonisti recitano la parte dei moralisti, mentre dietro le quinte si godono i festini.
La confusione tra moralità e poca moralità è palese.
L’ironia della situazione è che,
mentre i rappresentanti del PD locali predicano bene, spesso si scopre che i
comportamenti di amici ed alleati sono tutt’altro che conformi ai valori che
cercano di difendere.
Saranno allontanati gli amici
scomodi o continueranno a frequentare le stanze dei bottoni? Rinunceranno alla
collaborazione attiva di chi compare nei decreti di scioglimento? Si
prenderanno le distanze con l’allontanamento della maggioranza di chi è riconducibile
alla condotta censurata ?
La politica ha bisogno di autenticità, non di moralismi di facciata e la questione morale è il vessillo di questa minoranza.
Nota stampa, consiglieri dell’opposizione
Nota stampa, consiglieri dell’opposizione