Dal libro di mons. Pasquale Orlando “Vita socio-economica-religiosa di Marano di Napoli”
“Questa denominazione è da cognome locale. E, come per Casalanno, anche qui, nella denominazione della strada si è perduto il di, poiché il cognome è nella forma più consueta, Di Criscio. Il ceppo dei Di Criscio è molto importante a Marano. Conosciamo un D. Filippo Di Criscio che mi diceva di essere stato sindaco di Marano. Certamente esiste un grande palazzo che fa angolo con primo vico Vallesana e P. Garibaldi che si diceva di proprietà del Marchesino “e criscio”. Il certo è: sull’angolo del palazzo, quello prospiciente alla piazza, si ammira una bella Edicola di San Castrese, molto antica e della famiglia Di Criscio. Conserviamo una lapide degna di ricordo, esistente oggi nella parrocchia di San Castrese, a sinistra di chi entra. Tale lapide fino al 7 ottobre 1974 era sulla facciata del tempio. Quando in quell’anno ho curato di fare la facciata in travertino bicolore, la lapide è stata da me fatta porre al posto dove si vede attualmente. Essa contiene il restauro della facciata curato da Antonio Criscio, figlio di Ottaviano nel 1812”.