Anche a Marano, al Poggio Vallesana, c’era una volta il castello “Cento Cammarelle”: “nei suoi vasti sotterranei vi avevano cospirato i carbonari”
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Foto libro Savanelli |
Del monumento ne parla mons. Pasquale Orlando nel suo libro “Marano di Napoli: vita socio-economica-religiosa, terza parte”, finito di stampare a novembre 1996
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Foto libro Mons. Pasquale Orlando |
“C’è un altro monumento che va scomparendo – scrive Orlando, deceduto a settembre 2009 a 88 anni – e mi faccio premura di presentarlo così come lo conobbi circa gli anni ’45-’50 quando iniziai il servizio parrocchiale nella nostra Marano. Intendo dire delle “Cento cammarelle”. E’ un castello che sorgeva a Vallesana, presso il locale cimitero. Era un possente maniero con le sue torri, i suoi vasti saloni, le sue scuderie con le mangiatoie di marmo, l’edificio era appartenuto a diverse casate gentilizie e infine ai Pignatelli. Aveva fra l’altro delle bifore del più bel stile toscano e una cospicua cappella gentilizia a mattonelle maiolicate del settecento. Nei suoi vasti sotterranei vi avevano cospirato i carbonari e tutta la sua imponente mole rammentava periodi tenebrosi e nello stesso tempo fastosi di storia maranese. L’edificio – conclude – era in piedi fino a circa gli anni ’60 del XX sec.”.
Qual è il nome esatto del castello abbattuto? Orlando lo definisce “Cento Cammarelle”; Enzo Savanelli, nel suo libro “Marano- storia, tradizioni e immagini”, lo descrive come “Centocamarelle”; Barleri nel libro “Donna Catarina Mandrie Y Manriquez”, nella parte dedicata alla vecchia toponomastica, scrive “cento camerelle”.
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Dal libro di Peppe Barleri |