La facciata anteriore della Chiesa di Santa Maria delle Grazie a Calvizzano, parte seconda: la statua della Santa Vergine del Presepe

                                                                  

E’ posta a destra della facciata rispetto all’osservatore


Calvizzano è da sempre una cittadina “mariana”. La prima, piccola Cappella che, dai documenti redatti dai certificatori della Santa Visita, in relazione allo status quo che S.E. il Cardinale Carafa trovò sul territorio, ci dà la notizia ufficiale dell’esistenza di un edificio sacro dedicato a Maria, alquanto piccolo, ma costruito in posizione centrale, rispetto al paese, laddove l’antica Chiesa Parrocchiale, risalente al IX/X secolo e dedicata a San Giacomo, appariva, già nel 1542, alquanto fuori mano ed in condizioni statiche e di sicurezza igienica e strutturali precarie. Per evitare possibili intromissioni notturne di eventuali ladri di cose sacre, in particolare, delle Sacre Specie, l’alto Prelato dispose che tale Chiesetta fungesse da punto di riferimento per questo aspetto, al servizio di una Comunità che andava crescendo in fretta. Ebbene, la Chiesa che rispondeva a tale scopo era intitolata a Maria Annunciata (come si diceva all’epoca, invece della più moderna “Annunziata”). Parliamo qui di certificazione ufficiale, ma la devozione popolare aveva da tempo riempito di edicole votive le pareti esterne dei palazzi e i punti-chiave del paese, con immagini della Vergine, invocata sotto i tanti titoli che le erano già riconosciuti. Ad esempio, oltre un paio di secoli prima della proclamazione di due dogmi mariani fondamentali [l’Immacolata Concezione, 1854, e l’Assunzione, 1950], nella nostra Chiesa-madre c’era una splendida tela di Andrea Malinconico lungo il soffitto aureo della navata centrale, celebrante la gloria celeste della Vergine Assunta in cielo, ed una sala/cappella feriale era intitolata all’Immacolata, corrispondente al punto in cui è attualmente ospitato il Museo Parrocchiale. In questa dimensione celebrativa del ruolo di Maria nell’opera della Redenzione, va inquadrata l’immagine della seconda statua della facciata, riconosciuta con un titolo non frequente: quello di Vergine del Presepe. Infatti, qui la Madonna reca sul braccio destro, sostenendola saldamente con la mano, una piccola e sobria immagine stilizzata della grotta della Natività, e non solo: infatti, Ella, con l’intero braccio sinistro, suggerisce un gesto di accoglienza e di invito al popolo, affinché si prostri davanti al mistero grande dell’Incarnazione. Alla scarna rappresentazione della grotta di Betlemme fa contrasto il ricchissimo panneggio della Vergine che ha lo sguardo rivolto verso la tavola del presepe, nella direzione puntuale della porta centrale dell’edificio, in atteggiamento corrispondentemente similare a quello della statua della Veronica. Nella nicchia ricoperta di piperno, dove è riposta la statua di Maria, è ancora visibile una “presa d’aria” che evita accumulo di umidità nell’intercapedine posteriore, e questo ci attesta che tale parte dell’edificio fu ‘risistemata’ in un momento successivo, di abbellimento, rispetto all’edificazione delle pareti portanti della Chiesa di Santa Maria delle Grazie.  

Prof. Luigi Trinchillo           

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