I giuochi di un tempo

 

Corsa nei sacchi

I tanti spazi disponibili nei nostri antichi casali e la strada furono la sala giochi di tante generazioni di bambini. Moltitudini di mocciosi in braghe corte, e in molti casi senza neppure le scarpe, vagabondavano per le poche strade dei piccoli casali di cui era composto il nostro territorio in un continuo alternarsi di giochi, alcuni anche pericolosi. Uno di questi era senz’altro quello detto “’a petriata”. Molto in voga nelle nostre antiche contrade. Le fazioni giuglianesi erano solite darsi battaglia con quelle di Villaricca, e cosi via tra quelle mugnanesi e calvizzanesi, e quest’ultime contro quelle maranesi. Non mancava mai che qualcuno dei partecipanti ritornasse a casa con la testa rotta o dolorante. I giochi e i giocattoli di un tempo erano alquanto rudimentali. Alle bambine delle famiglie facoltose capitava di ricevere in dono bambole di pezza, mentre ai maschietti il cavallo a dondolo rigorosamente di legno. Dopo la seconda guerra mondiale la geniale intuizione di usare gli scarti dei tanti veicoli abbandonati lungo le strade fece si che molti bambini si costruissero il proprio mezzo di locomozione. Possiamo dire che in quel periodo vi fu un vero e proprio boom di “carrioli di città”, dalle nostre parti chiamati “carruocioli”. Erano composti dai famosi cuscinetti a sfera e da tavole inchiodate con l’asse anteriore sterzante, la cui scelta di direzione veniva effettuata attraverso l’uso di una cordicella. La pista preferita delle tante ore di gara era solitamente una strada in discesa, quasi sempre asfaltata. Un altro giocattolo, se così si può chiamare, da noi ragazzi usato frequentemente era la fionda, la quale appagava il nostro istinto di giovani cacciatori. Infatti il bottino delle nostre frequenti battute di caccia nei campi abbandonati a ridosso del paese consisteva in passeri e lucertole. Questa “arma giocattolo”, spesso, la si usava anche per farci battaglia. Ciò valeva anche per le cerbottane, in voga negli anni cinquanta, come pure per i fucili con gli elastici e gli archi costruiti con le strutture in ferro degli ombrelli. Con due barattoli ed un filo di spago si imitava anche la nuova tecnologia: ovvero il telefono. Negli ani sessanta per le strade e nei cortili era tutto un giocare con le mitiche figurine panini, con le quali si poteva giocare in due modi: lo schiaffo e la “palomma”; alternandosi con quello delle biglie e dei tappi delle bottiglie. Poi c’erano i giochi, attualmente detti, di società. Ovvero la corsa nei sacchi, che solitamente si faceva durante le feste patronali; quello della “’Annascunnarella”, e ancora quello detto “Acchiapparella”, “’O Ciuccio” e poi “’Uno ‘mponte ‘a luna” e quello delle sette pietre. Scrutando le pagine del pregiato lavoro, “Mugnano e Carpignano, la storia attraverso i documenti” di Giuseppe Capasso, ci imbattiamo in un mondo lontanissimo, forse a misura d’uomo e certamente a misura di bambino. Ecco cosa ci racconta a proposito dei giocattoli e dei giochi che lui ragazzo, nella Mugnano degli anni trenta, insieme a tanti altri faceva. «Noi ragazzi, al termine della scuola, diventavamo i padroni delle strade, e chi aveva qualche soldo fittava la bicicletta da “mezarecchia”, e chi non aveva il “doppio soldo”, cent. 10 della lira, si divertiva lo stesso: con “o' strummolo”, “‘a mazza e pivuzo”, “’o carruocciolo”, “o’scarrecavarrile”, “o’ tozzo a muro”, “co' chirchio”, le corse, le “petriate”, fra noi ed i calvizzanesi, ci tenevano impegnati tutto il pomeriggio e fino al suono della campanella di “Santa Maria” che ci chiamava per la Santa dottrina. Don Alfredo, non ancora prete, assieme ai pizzicotti, ci dava anche la figurina di qualche santino». Col passar degli anni le moderne sale giochi, via via, presero il posto degli antichi giochi e le attrazioni in esse contenute furono fatali. I tempi mutavano e anche i nostri paeselli, gli spazi di un tempo furono colmati dal cemento e quindi dall’espansione urbanistica. Il progredire delle tecnologie poi l’ha fatta da padrone, facendoci accantonare nelle soffitte della memoria i giochi e i giocattoli dell’infanzia dei nostri antenati.

Carmine Cecere (Mugnano Storia Blog)

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