Premio Giuseppe Pezzuto, “Un gioiello per la pace”: si è svolta il 22 maggio presso il Teatro Alfieri di Marano la cerimonia di premiazione dei giovani vincitori. E’ stato un grande ed emozionante evento: “che il territorio riparta dall’arte”

 

L'organizzatrice dell'evento Angela Mallardo con Giuseppe Pezzuto

Il progetto è stato realizzato con il patrocinio morale dei Comuni di Marano, Mugnano e Calvizzano

Da sinistra: Angela Mallardo, Giuseppe Pezzuto, Matteo Morra (sindaco di Marano), Luigi Carandente (vicesindaco e assessore alla Cultura Comune Marano), Francesca Nastro (delegata alla Cultura Comune di Calvizzano), Daniela Puzone (presidente Commissione Pari Opportunità Mugnano)

In occasione del sessantesimo anniversario dell’attività imprenditoriale della gioielleria Pezzuto, il suo proprietario “Peppino”, noto per la sua generosità disinteressata e per una spiccata attenzione e sensibilità per le istanze delle nuove generazioni, coadiuvato dai figli Biancamaria e Raffaele, ha voluto celebrare la ricorrenza offrendo agli alunni delle scuole secondarie di primo e secondo grado del territorio maranese, e dei limitrofi Comuni di Mugnano e Calvizzano, la possibilità di vincere borse di studio, mediante l’istituzione di un concorso di idee, il “Premio Giuseppe Pezzuto: un gioiello per la pace”.

Giuseppe Pezzuto non è solo un’eccellenza del panorama dell’arte orafa, uno straordinario esempio di abnegazione, di imprenditoria e talento, ma anche di una incredibile forza di volontà, di altruismo e di continua capacità di reinventarsi, di scoprire nuovi orizzonti, di trasmettere una passione ancestrale, legata alle “tradizione del focolare” alle nuove generazioni. Al passo coi tempi, ha concesso ai ragazzi di esprimersi, di dar libero sfogo alla propria inventiva, di essere protagonisti di un’iniziativa che li ha visti attori principali sulla scena della promozione culturale.

Fine ultimo del progetto, l’avvicinamento dei giovani all’universo dell’arte orafa, e per estensione al settore imprenditoriale in genere, mediante una estrosa attività tecnico-artistica di progettazione di un gioiello, che oltre alla funzione ornamentale rivesta anche una chiara e manifesta finalità e forza comunicativa, diventando un simbolo che testimoni la volontà di affermare i valori della convivenza pacifica con gli altri, l’adesione al principio della non ostilità sociale e della non violenza enunciati nella Costituzione italiana e nei trattati costitutivi della Comunità Europea, del rifiuto di ogni forma di violenza e sopraffazione, della concreta opportunità di abbattere le barriere del pregiudizio, della discriminazione, spesso scintille e motori ideologici di conflitto, pervenendo ad una piena consapevolezza di sé, del mondo naturale e della realtà socio-economica che li circonda, ponendosi nell’ottica di una globale interazione come strumento di cooperazione e di crescita del sé e dell’altro.

E la premiazione della prima edizione di questo eccezionale concorso, si è svolta nel pomeriggio di mercoledì 22 maggio, presso il Teatro Alfieri, vedendo la partecipazione delle scuole della conurbazione di Marano, Mugnano e Calvizzano, comuni patrocinanti dell’iniziativa: i padroni di casa dell’IC “Amanzio-Ranucci-Alfieri”, l’Istituto superiore di secondo grado “Carlo Levi”, l’IC “San Rocco”, la scuola “Darmon”, l’IC “Socrate-Mallardo”; e ancora la SSPG “Illuminato-Cirino” di Mugnano, il Liceo Scientifico “Emilio Segrè”, l’IC “Marco Polo” di Calvizzano.

Immancabile la presenza delle figure istituzionali: il sindaco di Marano Matteo Morra; il vicesindaco e assessore alla Cultura Luigi Carandente; l’assessore all’Istruzione Carmen Bocchetti; l’assessore alla gentilezza del Comune di Mugnano Daniela Puzone; il consigliere regionale Pasquale Di Fenza; la delegata alla cultura del Comune di Calvizzano, la consigliera Francesca Nastro.

A presentare e moderare l’evento, che ha visto tra i partecipanti anche il presidente del Centro Orafo Tarì commendatore Enzo Giannotti, il professore Gianni Lepre, consigliere del ministro della Cultura, il presidente di Oroitaly Salvio Pace, il presidente del Borgo Orefici Roberto de Laurentis, il consigliere del Centro Orafo Tarì Flavio Dinacci, don Giovanni Liccardo, l’organizzatrice dello stesso Angela Mallardo, docente, giornalista e attivista culturale.

Se c’è sulla terra e fra tutti i nulla qualcosa da adorare, se esiste qualcosa di santo, puro, sublime, qualcosa che assecondi questo smisurato desiderio di infinito e di vago che chiamano anima, questa è l’arte.

E quando l’arte parte dall’innocenza e dalla purezza dei giovani per caricarsi di significati altri, inglobando in sé istanze sociali, divenendo strumento di legittimazione e di riscatto, allora si realizza compiutamente un capolavoro.

Ed è quello che Giuseppe Pezzuto e il concorso da lui istituito sono riusciti a concretizzare. Che il territorio riparta dall’arte.

Martina Maja

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