Nel 1870, dopo una rapida crisi
amministrativa che vide il succedersi di Spinosa e Emiddio Battagliese, venne
eletto sindaco, il 13 ottobre, il cavalier Vincenzo Merolla che mantenne tale
carica per diciotto anni. Contemporaneamente riuscì ad essere eletto
consigliere provinciale per ben ventisette anni. Tra i provvedimenti adottati
vi fu l’approvazione del primo vero piano regolatore edilizio (ottobre 1870).
Fece purtroppo anche lui tanti errori, come quando bocciò la proposta della
Prefettura mirante a dotare Marano di un ufficio telegrafico (1871), adducendo
come motivo che, essendo Marano vicinissima a Napoli, non occorreva perdere
molto tempo a recarvisi in caso di assoluta necessità di telegrafare a
qualcuno. Il 29 ottobre 1871 si approvò la nuova toponomastica per ben trentuno
strade. Vincenzo Merolla, fu Leonardo e Camilla Gallo, morì nel 1889. I
funerali furono fatti a spese dell’amministrazione ed ammontarono a L.156. Il
30 aprile si approvò la spesa per l’esecuzione di un suo ritratto ad olio da appendere
nella sala consiliare. Nella stessa seduta all’unanimità fu deciso anche di
intitolare la nuova strada chiamata allora Rettifilo, Via V. Merolla, con la
seguente motivazione:
“Fatto riflesso che il Comm.
Vincenzo Merolla disimpegnò senza alcuna interruzione l’ufficio di Consigliere
Provinciale per 27 anni e per 18 anni qualla di sindaco di questo Comune, al di
cui bene consacrò tutte le sue cure e forze fino all’ultimo respiro, la cui
perdita destò il compianto generale; che onorare la sua memoria è un atto di
dovere e che la proposta su riferita è ispirata dai sentimenti di stima,
d’affetto, di gratitudine e di cordoglio dell’intero Comune, a pieni voti si
approva la surriferita proposta e per lo effetto delibera di nominare col nome
di Vincenzo Merolla la nuova styrada, costruita in rettifilo, all’entrata di
Marano venendo da Napoli, sin alla Via Speranza (attuale via Ranucci) e di
collocarsi nella sala Consiliare il ritratto su tela di esso Merolla” (30
maggio 1889).
In seguito si cambiò opinione ed
invece della tela si preferì far eseguire un busto di bronzo.
Dal libro di Enzo Savanelli
“Marano- Storia, tradizioni e immagini”
Maria Merolla, figlia di Vincenzo, sposò Girolamo Carandante, calvizzanese illustre: fu insigne penalista del foro napoletano. Palazzo Carandante di corso Mirabelli a Calvizzano, immerso in uno scenario incantevole, con un immenso giardino di circa tremila metri quadrati, dotato di viali, gazebo e piante di ogni genere: pini, cigas, limoni, rose; insomma un autentico paradiso che, in passato, è stato scelto da centinaia di sposi per le foto del loro matrimonio, faceva parte dell' enorme patrimonio di Vincenzo Merolla andato in dote alla figlia Maria.