La tela restaurata nella chiesa Santa Maria delle Grazie dedicata a San Francesco di Paola, eroico evangelizzatore: un’altra chicca di storia locale invitaci dal prof. Luigi Trinchillo
Le tre
icone religiose, fino a qualche anno fa, rivelavano, purtroppo, con evidenza,
l’inesorabile scorrere del tempo, che investe uomini e cose, e a cui non riesce
certo a sfuggire nemmeno la vera Arte. Esse apparivano poco leggibili nei
particolari ed era immediatamente riscontrabile, perfino agli occhi di chi
fosse poco esperto in materia, la presenza di una patina scura (polvere,
nerofumo, ecc.), dovuta sicuramente ad una circostanza non trascurabile: due di
loro sovrastano, di poco più di un metro, in altezza, le lampade votive che, un
tempo ad olio e/o a cera, sempre ardevano a testimonianza della presenza reale
del Corpo di Cristo, nell’Eucaristia, nel Tabernacolo dell’Altare che
custodisce le Sacre Specie al di fuori dei momenti dell’azione
liturgica. Solo da pochi anni, infatti, si è pensato di utilizzare il piano di
appoggio orizzontale dell’altare maggiore per detta funzione votiva, mentre,
negli antichi bracci di metallo sospesi sotto i quadri, sono state posizionate
delle più pratiche lampadine elettriche rosse, a basso impatto ambientale. Si è
così evitato che l’inevitabile aumento, benché minimo, della temperatura nella
zona sovrastante potesse investire, soprattutto nelle ore e nei giorni caldi ed
afosi, le opere, che, ormai, dopo il restauro, splendono di una luce nuova e
saranno, così, in grado di essere consegnate integre e ben conservate alle
nuove generazioni di fedeli che si avvicenderanno nella Chiesa, potendo
ammirare dei capolavori che la fede degli antenati, la loro devozione ed una cura
persistente nel tempo hanno loro tramandato. Si otterrà in tal modo quella
auspicabile conservazione ottimale di capolavori in un edificio religioso
aperto al culto, che è un vero Tempio che la Pietà dei Calvizzanesi ha saputo
mantenere integro per quasi mezzo Millennio.
San Francesco di Paola, la tela
Questa figura di
Santo (1416-1507), molto nota nella Chiesa post-tridentina nei secoli della
lotta antiluterana per affermare gli aspetti caritatevoli del messaggio
cristiano, nella tela recentemente fatta restaurare nella nostra Chiesa
Parrocchiale presenta in bell’evidenza il mantello di San Francesco di Paola,
che ricorda un celebre miracolo a lui attribuito. Si narra che l’umile
fraticello si stava recando in Sicilia, dalla costa calabra, per
fondarvi un convento a Milazzo. Al momento di attraversare il braccio di
mare, chiese ad un barcaiolo di traghettarlo, ma ne ottenne un rifiuto. Senza
scoraggiarsi, Francesco stese il proprio mantello sulle acque dello stretto
di Messina, in quel punto particolarmente turbolente, ne legò un’estremità
alla cima del suo bastone di pellegrino e così poté veleggiare incolume e,
senza neppure bagnarsi, giunse sull’altra costa fra l’entusiasmo e lo stupore
dei fedeli, che gridarono immediatamente al miracolo. L’atteggiamento
umile, il saio dimesso, lo sguardo fiducioso di chi ha una grande fede vengono
ottimamente resi nella tela presente nella nostra Chiesa SMdG. Questi
elementi possono aiutare a spiegare la presenza di questo mite fondatore dei
Frati Minimi (Ordine tuttora operativo e caro a tanti fedeli, non solo
italiani, ma anche stranieri, francesi in particolare) nella nostra Chiesa
Parrocchiale, impegnata nel passato, come lo è ancora oggi, nella pratica della
Carità cristiana. Che sia una figura carismatica, quella di San
Francesco di Paola, lo attesta, indirettamente il fatto che TV2000,
l’emittente cattolica sostenuta dalla C.E.I., attualmente molto conosciuta
grazie al DT , si collega spesso per la Santa Messa e il Rosario con
Comunità e Chiese rette dai Frati Minimi che riscuotono sempre molto successo
e audience alta.