Mugnano-Calvizzano. Villa Vulpes, un “tesoro” da tutelare: nel programma dell'amministrazione Sarnataro è prevista la valorizzazione di questo storico edificio. Nel 1829 avvenne la prima scoperta archeologica documentata

                                

Mugnano è stata inserita nella guida che la Città Metropolitana ha dedicato agli “itinerari culturali” e ai siti Unesco con due storiche residenze: “Villa Vulpes” e “Villa Marchese Venusio (a quest'ultima abbiamo già dedicato un ampio servizio)



Il lato adibito a convento, risale al 1400
La parte più antica di Villa Vulpes risale al 1400: nelle stanze del piano superiore risiedevano i monaci benedettini che, quando il tempo lo permetteva,  scendevano   per andare a pregare nell’aia, dove don Ciro,  parroco della chiesa di Calvizzano,  ha benedetto i ramoscelli d’ulivo, in occasione della domenica delle palme. Un'altra parte dell'edificio, invece, risale al 1700, come ci ha spiegato il colono che vive all’interno della struttura, sottoposta a vincolo della Soprintendenza ai Beni Storici ed Artistici. Poi c’è un bel giardino: una parte delle mura laterali confinano su viale della Repubblica, la strada che divide Mugnano da Calvizzano.

Ogni qualvolta – afferma il giardiniere – c’è da potare una pianta – dobbiamo interpellare la Soprintendenza”.
In un’altra parte dell’antica villa c’è anche una cappella privata.
I Vulpes possedevano diversi ettari di terreni (su un fondo venne costruito il cimitero consortile  Mugnano-Calvizzano). Una Vulpes, la signora Bianca Pia, sposò Ludovico Chianese, un benestante di Villaricca. Ebbero sei figli: Annamaria, Elina, Franz, Luciano, Teresa, Rosa. Elina Chianese sposò Giovanni Peirce di Roma. Ebbero tre figli che divennero gli eredi di Villa Vulpes. I Vulpes erano imparentati con i nobili Mirabelli di Calvizzano. Amalia Vulpes, infatti, sposò Gennaro Mirabelli, mentre Concetta Mirabelli sposò Innocenzo Vulpes. Notizie più precise, riguardante l’albero genealogico familiare potrebbe fornircele sicuramente Bruno Davide, appassionato delle storie passate dell’hinterland partenopeo e discendente dei nobili Mirabelli. Siamo sicuri che Davide ci leggerà e quanto prima ci informerà.          

In villa Vulpes avvenne la prima scoperta archeologica documentata: risale al 1829

La prima scoperta documentata risale al 1829 nei pressi della Masseria Monaco, oggi villa Vulpes-Chianese. Consiste in alcune sepolture ascrivibili agli Italici Osco-Sanniti, inizi età ellenistica tra il IV e il terzo secolo a.C.. Le sepolture contenevano vasellame e alcune monete di Napoli e della colonia romana di Sessa Aurunca (Cfr. Ruggiero M. “Degli Scavi e antichità di terraferma dell’antico Regno di Napoli dal 1743 al 1876: Casandrino e Mugnano di Capodimonte 1761-1829, V. Marono, Napoli 1888).  


La parte meno antica risale al 1700


                                                                               
L'aia, in fondo è visibile una croce

Il giardino



Amalia Vulpes

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