“La nave di fuoco-Francesco Caracciolo l’ammiraglio che donò il caffè a Napoli”: per la presentazione del libro del prof. Nicolò Carnimeo nell’aula consiliare di Calvizzano spesi 795 euro, ma ne è valsa la pena


Per motivi personali, non ho potuto partecipare (da giornalista, non da invitato: ormai è una cosa che non accade più da tempo, ma solo qui a Calvizzano) all’interessante presentazione del romanzo storico “La nave di fuoco. Francesco Caracciolo l’ammiraglio che donò il caffè a Napoli” del prof. Nicolò Carnimeo, avvenuta il 26 gennaio scorso nell’aula consiliare del Comune di Calvizzano. L’evento è costato al Comune 795 euro (600 euro per l’acquisto di 40 copie del libro; 170 euro per il vitto e l’alloggio dell’autore presso l’Hotel Donato; 25 euro per la targa consegnata al prof. Carmineo), soldi, a nostro avviso, ben spesi, per motivi culturali e di storia locale, poiché nel libro si parla anche di Calvizzano, ma soprattutto dell’attualità del personaggio, l’ammiraglio Francesco Caracciolo, segno che le idee che calvizzanoweb porta avanti da anni, tra le quali la realizzazione di un “Museo della Rivoluzione Partenopea”, stanno cominciando a fare presa anche nei più scettici. In ogni caso, complimenti a chi ha avuto l’intuizione di invitare l’autore di un libro dedicato a un personaggio legato a Calvizzano, tra l’altro simbolo del caffè, cosa che ignoravo. Ma una decina di copie sono state conservate nella stanza dove una volta c’era la biblioteca comunale?  

Mi.Ro.

Il libro e l’autore

“Con questo libro sottolineo l’attualità di Caracciolo - spiega Carnimeo al noto quotidiano “Il Mattino”- un personaggio che ha abbracciato e interpretato i suoi tempi in maniera innovativa. Caracciolo non è solo uno dei più grandi uomini di mare che la storia nazionale ricordi, ma rappresenta lo spartiacque tra due epoche, forse l’antitesi tra monarchia e repubblica. C’è chi lo ha accusato di tradimento ai Borbone e chi lo ha acclamato come repubblicano per aver aderito alla Repubblica partenopea del 1799, egli è, invece, un innovatore, un visionario, un uomo controcorrente capace di fiutare il futuro e abbracciarlo, interprete come nessuno della sua epoca. Ha pagato con la vita (impiccagione) la fedeltà alle sue radici e alla sua città che amava sopra ogni cosa. E la morte lo ha sublimato in mito. Per questo lo ricordiamo. Nel mio romanzo egli è simbolo insieme al caffè del risveglio di una città e del suo mare”. 

Nella prefazione di Pino Aprile infatti si legge: “La vita di alcuni uomini è così intensa, ricca, affascinante, che per raccontarla e parlare delle loro imprese, non bastano le pagine di storia, ma bisogna ricorrere alla letteratura, al romanzo”.

Francesco Caracciolo è uno tra i più grandi uomini di mare italiani che la storia ricordi, l’unico a mettere sotto scacco la flotta inglese di Horatio Nelson. In queste pagine si racconta un’avventura giovanile che cambiò il suo destino e quello di Napoli, la sua città natale, descritta da Nicolò Carnimeo in tutta la sua magia e bellezza. Tra la capitale del Regno dei Borbone e Algeri si snoda una vicenda che ha per protagonista il caffè, anzi la migliore miscela di caffè mai esistita. Perché Napoli ne è diventata l’indiscussa capitale? In un racconto che unisce una fedele ricostruzione storica a una narrazione ricca di intrighi e colpi di scena, sarà proprio Caracciolo a portare nella città partenopea il prezioso chicco di Arabica che rappresenta il risveglio, l’avvio dell’epoca dei Lumi e il possibile incontro tra Oriente e Occidente.

Nicolò Carnimeo insegna Diritto della Navigazione all’Università di Bari, da sempre racconta il mare con articoli, saggi e in tv nella trasmissione di Rai 1 «Linea Blu» di cui è consulente. Ha fondato la «Vedetta sul Mediterraneo», ente per la promozione della cultura del mare che ha sede in una torre sul porto di Giovinazzo. I suoi libri Nei mari dei pirati e Com’è profondo il mare hanno ottenuto premi e riconoscimenti letterari. Gira per il Mediterraneo con la sua vela Camomilla a caccia di storie, adora il mare della Puglia dove è nato, ma da sempre considera Napoli la sua città elettiva.

 

 

 

 

 

 

 


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