Antonio Di Maro, l’architetto di origini calvizzanesi protagonista della rivoluzione culturale di Napoli: ne parla il noto magazine “Artribune” . Non bisogna mai stancarsi di parlare delle cose belle

 


Delle cose belle non bisogna mai stancarsi di parlare. All’architetto di origini calvizzanesi Antonio Di Maro abbiamo dedicato diversi articoli (l’ultimo il 19 ottobre scorso) e continueremo a farlo ogni qualvolta sarà necessario, perché siamo orgogliosi delle eccellenze del nostro piccolo paese.

“Artribune”, uno dei magazine italiani freepress più longevi e importanti, recentemente gli ha dedicato un articolo.

L’altra Napoli: 4 protagonisti raccontano la rivoluzione culturale della città (titolo)

Al centro di un processo di rilancio, la città viene ancora associata ad alcuni stereotipi. Ma Napoli è altro. Abbiamo selezionato quattro rappresentanti del capoluogo campano per parlarne (sommario)

L’articolo a firma di Alessia Caliendo

Antonio Di Maro è un nome noto a molti in città, e non solo, grazie alle riviste d’interni che celebrano la progettazione degli spazi privati e pubblici a lui affidata. Quello di cui può fregiarsi Napoli è il suo appassionato intervento e ruolo accademico nell’ambito della neuroarchitettura, settore in cui sperimenta dal 2013, quando da “scanzonato architetto”, come ama definirsi, ne resta affascinato a seguito di un seminario. L’emozionalità connessa agli spazi lo conduce negli Stati Uniti per sentire la voce dei neuroscienziati coinvolti nello studio del suddetto. Di ritorno, apporto un grande contributo alla città grazie alla progettazione della sala d’attesa del reparto oncologico neonatale del Pausillipon, riuscendo a rendere ludico un ambiente ostile al mondo infantile grazie all’installazione di una foresta tridimensionale realizzata con materiali sostenibili. Mentre racconta la grandezza di Napoli dal punto di vista storico e culturale, inizia a parlare dell’osmosi che ne ha riequilibrato le sorti nel corso degli anni. L’ultimo decennio, lo stesso della sua ascesa progettuale, è stato infatti quello in cui ha provveduto a valorizzare Napoli: non è campanilismo ma attivismo concreto nei confronti di una città insabbiata da temi che restano in superficie.

 

 

 

Visualizzazioni della settimana