Marano, del Bosco della Salandra se ne parla nei programmi elettorali di Morra e Fanelli

 


Dal programma elettorale coalizione sindaco Morra

CULTURA E IDENTITA’

Una delle questioni chiave che dovranno essere affrontate è quella di recuperare l’identità e il senso di comunità che i cittadini di Marano sembrano aver perduto. Occorre valorizzare quanto di buono c’è nella nostra storia e puntare a portarlo nel futuro. Questo significa innanzitutto riprendere le antiche tradizioni – ad esempio recuperare le feste patronali – e farne un’occasione di riflessione su cosa è oggi la nostra città e cosa vogliamo che diventi di qui a vent’anni. Bisognerà predisporre progetti per recuperare e valorizzare la nostra cultura materiale, il nostro centro storico, i ben tre castelli (un unicum nella provincia di Napoli), i nostri boschi. In particolare, la nostra amministrazione si impegna – una volta che siano risanate le casse comunali – ad individuare e reperire le risorse per acquisire al patrimonio e rendere fruibile il Bosco della Salandra che intendiamo inserire, insieme a Pietraspaccata e alle Masserie di Faragnano, all’interno del Parco Metropolitano delle Colline di Napoli. 

Dal programma elettorale della coalizione che ha appoggiato la candidata a sindaco Stefania Fanelli

Parco Naturale Archeologico della Salandra

Un parco urbano, oltre a essere un bene comune e pubblico, diventerebbe simbolo della nostra idea di città, ospitale e inclusiva non solo per Marano. Nello stesso tempo sarebbe un attrattore e un volano di sviluppo. Come? Si potrebbe pensare a un progetto complessivo  di riqualificazione  lanciato dal Comune, con il coinvolgimento di privati, disposti a investire capitali propri. Insomma, un’azione sinergica pubblico-privato che, sfruttando la caratteristica dei luoghi, ne consentirebbe il loro recupero e una ottimale valorizzazione. Si potrebbero ipotizzare percorsi archeologici, percorsi gastronomici  e percorsi naturalistici. Su tali percorsi tematici si potrebbero innestare: attività turistiche o agrituristiche o connesse al tempo libero (visite guidate, degustazione prodotti, eccetera). Sarebbe  un’occasione per incentivare la creazione di posti di lavoro. Un polmone a verde attrezzato andrebbe sicuramente  a compensare l’incontrollata cementificazione  che ha divorato il nostro territorio. Il progetto di riqualificazione economica e ambientale di tutta l’area, poi, potrebbe essere inserito in un unico piano che coinvolgerebbe anche il Comune di Napoli (Parco delle Colline) e di Quarto (Parco Archeologico dei Campi Flegrei), attraverso la stipula di un Accordo di programma, il che darebbe più forza a una eventuale richiesta di fondi regionali o aree verdi e patrimonio culturale. Il territorio maranese conserva elementi della sua storia che una volta costituivano un tutt’uno organico e che il “sacco” edilizio degli ultimi cinquant’anni ha ridotto in frammenti rendendola difficile da cogliere ma non del tutto invisibile. Questo programma intende gettare le basi per suturare nuovamente fra loro queste presenze e successivamente svilupparle per restituire alla comunità la dimensione originaria di Marano di Napoli come unico territorio comunale del Napoletano a sviluppo collinare. Nella storia i diversi elementi naturali ed umani si sono determinati a vicenda: i castelli federiciani, la posizione a retroguardia di Napoli, gli estesi boschi di castagno, l’economia derivante dal legname e dai frutteti e la posizione lungo uno snodo secondario della viabilità tradizionale. È possibile riportare in vita questa “rete” recuperando non solo i “nodi” che ne fanno parte, ma le relazioni fra di essi, in modo che si sorreggano a vicenda in una comune azione di valorizzazione. Quest’ultima viene orientata ad un obiettivo principale: quello di restituire un’identità alla città in grado di proporla come destinazione e luogo di attrazione a livello comprensoriale. In particolare, oggetto di questo piano integrato sono: aree boschive superstiti (Bosco della Salandra/Foragnano, per la quale dovrà essere verificata la possibilità di acquisizione al patrimonio demaniale o l’affidamento in gestione, in toto o in parte, ad un ente del terzo settore per consegnarlo alla fruizione pubblica); aree verdi incolte e residuali all’interno del tessuto urbano (Giardino dei Ciliegi), per le quali valgono le stesse considerazioni fatte per le aree boschive; edifici monumentali di particolare rilievo storico (Castello Monteleone, Castello Scilla, Masseria Foragnano di Sopra, Masseria Foragnano di Sotto, chiese), per i quali è da prevedere — laddove necessario — una preventiva valutazione sulla possibilità di ristrutturazione e recupero funzionale; aree giochi e piccole aree verdi attrezzate, la cui cura e manutenzione può essere affidata sia ai servizi comunali che a soggetti privati non profit; tessuto architettonico e urbanistico del centro storico, per il cui recupero è necessario operare sia sul piano materiale sia, soprattutto, su quello sociale favorendo la diffusione di diversi tipi di attività commerciali ed artigianali, avendo cura di renderlo più accessibile e vivibile; viabilità antica (Via Marano-Quarto, Cupa Orlando, via Antica Consolare Campana, etc.), da valorizzare ed utilizzare sia come risorse turistiche e culturali, sia come assi di collegamento per il turismo locale. Ogni elemento della rete di emergenze storico-culturali verrà segnalato da cartelli turistici contenenti le informazioni essenziali (nome, descrizione, epoca) ed un QR code che punterà ad un sito web realizzato appositamente per fornire un racconto del territorio e per i cui contenuti sarebbe auspicabile coinvolgere anche i vari istituti scolastici presenti in città in un grande progetto condiviso. Il vantaggio principale dell’abbinamento fra QR code e sito web è che le informazioni possono essere implementate o corrette infinite volte senza dover sostituire (salvo rari casi) i cartelli metallici. Ogni cartello (e, allo stesso modo, ogni scheda del sito web) presenterà anche le indicazioni per i punti di interesse più vicini che è possibile raggiungere, compresi i minuti di percorrenza media a piedi e in auto, favorendo così la percezione del singolo bene come nodo di una rete.

ü Progetto speciale: Bosco della Salandra. In questo quadro generale, il Bosco della Salandra costituisce un aspetto di particolare pregio sia dal punto di vista naturalistico, sia da quello storico-artistico, architettonico ed archeologico. Diviso in 4 particelle catastali principali — più numerose altre di più piccola estensione —, esso rappresenterebbe, se recuperato, la più grande area verde dell’hinterland a nord di Napoli (escludendo il Parco Metropolitano delle Colline di Napoli) e quindi un potenziale attrattore per un bacino molto esteso che comprende un territorio esteso dal Giuglianese all’Aversano e da parte dei Campi Flegrei (che hanno come alternativa solo l’Oasi WWF degli Astroni) alla parte su del Litorale Domitio. La possibilità di renderlo fruibile al pubblico, di dotarlo di servizi di accoglienza ed intrattenimento di buon livello e di animarlo durante tutto l’anno con un elevato numero di eventi rivolti alla popolazione del bacino di utenza, quindi, lo trasformerebbe di fatto nel primo attrattore turistico del territorio maranese. L’obiettivo del progetto è quello di aprire l’area alla comunità per:offrire la possibilità di fare passeggiate in sicurezza a persone normodotate e diversamente abili; effettuare sport all’aria aperta (jogging, running, nordic walking, trail, etc.); ospitare attività e progetti didattici per le scuole di tutto il comprensorio, offrendo una delle poche possibilità esistenti in provincia di Napoli di portare i minori a contatto con la natura; offrire un’oasi di pace e tranquillità; generare occasioni di socializzazione e partecipazione ad attività culturali e ludiche grazie alla collaborazione con le realtà locali del terzo settore; tutelare e promuovere il patrimonio culturale contenuto nel Bosco della Salandra. Il progetto si impegna a: effettuare o commissionare uno studio di fattibilità analitico che tenga conto di tutti gli aspetti (e specialmente dei problemi che costituiscono una barriera al raggiungimento degli obiettivi) che compongono la realtà del Bosco della Salandra, non ultimo uno studio di consistenza del patrimonio floristico e arboricolo, di quello faunistico, di quello geologico e di quello archeologico (lo studio sullo stato di salute della vegetazione del bosco e del sottobosco è essenziale); instaurare un dialogo con i soggetti proprietari delle principali particelle catastali per esplorare le concrete possibilità di acquisizione al patrimonio demaniale o di accordo trilaterale che coinvolga soggetti terzi nella gestione dei servizi; effettuare una puntuale ed aggiornata mappatura di tutti i rifiuti sversati, nel corso dei decenni, nel Bosco e trovare una soluzione che consenta la sua bonifica (si include la risoluzione del nodo dello svernamento abusivo di liquami fognari nell’Alveo del canalone delle Pendine di Quarto); impedire a terzi malintenzionati di continuare a sversare rifiuti grazie alla realizzazione di barriere fisiche, varchi controllati ed installazione di un sistema di telecamere a circuito chiuso , droni e fototrappole; dotare il Bosco di tutte le infrastrutture necessarie alla sua fruizione (guardiania, servizi di accoglienza, accessi per disabili, sentieri ove non presenti, barriere e gradini di sicurezza, attrezzature per il fitness, etc.); assicurare la manutenzione ordinaria e straordinaria sia al Bosco in quanto comunità di viventi, sia alle infrastrutture presenti, garantendo la buona salute del patrimonio arboricolo e floristico presente; garantire, anche attraverso al sinergia con altri Enti competenti, la tutela e la valorizzazione del ricco patrimonio archeologico e architettonico esistente; garantire la sicurezza nella fruizione di tutta l’area.

ü Progetto speciale: Eremo di Santa Maria di Pietraspaccata. All’interno di questo quadro generale, uno speciale rilievo ha la proposta di recupero e valorizzazione dell’Eremo di Santa Maria di Pietraspaccata, che versa ad oggi in grave stato di incuria e precarietà strutturale. La sua vocazione è quella di diventare un’oasi per il riposo e la pace, la meditazione e la preghiera, restituendone la piena fruizione innanzitutto alla popolazione residente nella contrada di Foragnano, alla quale è attualmente interdetto l’accesso alla chiesa per motivi di sicurezza. L’arredo con panchine e la messa in sicurezza del percorso con parapetti in legno consentirebbe di ottenere questo importante risultato.

 

 

 

 

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