Dossier “Villa Calvisia”, costata ai contribuenti oltre 2milioni di euro: un iter tormentato durato 8 anni

 

I lavori iniziarono il 10 ottobre 2016

Il tormentato iter tecnico-amministrativo della villa comunale, inizia nel 2009 (ex durante l’ex amministrazione Granata, quando l’ex Provincia, oggi Città Metropolitana, finanziò l’opera per 500mila euro. Tra progetti preliminare, definitivo ed esecutivo cantierabile, espropri e varianti urbanistiche si arrivò alla pubblicazione della gara d’appalto sul Burc (bollettino ufficiale della Regione Campania) al 30 aprile 2012. Il vincitore della gara (SA.MA costruzioni di Melito, al prezzo di 372mila926 euro, su un importo a base d’asta di 555.479,19 euro) fu designato a giugno del 2012, ma il contratto venne firmato il 15 luglio 2013: i lavori sarebbero dovuti terminare entro 12 mesi, invece, il 24 marzo 2014 vennero formalmente sospesi, al fine di verificare la possibilità di procedere a una variante progettuale. Ma, dopo pochi mesi, la giunta Salatiello, su proposta del capo dell’ufficio tecnico, Lorenzo Tammaro, tra l’altro anche rup (responsabile unico del procedimento) dell’opera, dispose di procedere alla risoluzione del contratto con la società Anima Ambiente (a cui SA.MA., nel frattempo, aveva ceduto un ramo della sua azienda) per grave inadempimento e ritardo dei lavori. Ci son voluti altri due anni per bandire e aggiudicare la nuova gara d’appalto. Solo ad agosto 2016  fu designato il vincitore, per cui l’opera pubblica  doveva essere consegnata alla città entro il 10 febbraio 2017 (la ditta, invece, assicurò che il lavori sarebbero terminati entro il 31-12-2016), praticamente con quattro anni di ritardo rispetto ai tempi programmati.  L’amministrazione comunale aveva addirittura previsto una premialita’ per la ditta, qualora i lavori fossero terminati prima dei canonici centoventi giorni contrattuali. Premialità che, ovviamente, è sfumata.   

I lavori furono affidati alla CO. GE appalti srl: la ditta di Mugnano con sede in via Pietro Nenni la spuntò su ben 201 ditte, di cui cinque furono escluse per anomalie nei rispettivi plichi (bagnati o danneggiati lungo la chiusura esterna). L’importo di aggiudicazione fu di 457mila839,73 euro al netto del ribasso del 39%,30% (pari a circa 183mila euro) su un importo a base d’asta di 630mila 969,70euro. L’opera venne finanziata per 1.133.058 euro, di cui 400mila euro rappresentano il finanziamento ottenuto dalla Città Metropolitana (100mila euro in meno di quello iniziale perché si perse troppo tempo), 487mila euro provengono dal mutuo già contratto sempre ai tempi dell’amministrazione Granata e 245 mila euro di residui di mutui (questi ultimi, però, non sono più comparsi nell’ultimo quadro economico-finanziario: evidentemente perché non sono più serviti?). Sia la progettazione esecutiva che la direzione dei lavori vennero curate dall’ufficio tecnico.

In tutto questo arco di tempo che va dalla rescissione contrattuale alla nuova gara d’appalto, l’amministrazione dovette affrontare due questioni spinose, alla fine risolte, ma che hanno fatto quasi raddoppiare i costi dell’opera.

La prima. L’Anima Ambiente (la società a cui la ditta vincitrice dell’appalto cedette un ramo d’azienda) in data 21 settembre 2015  notificò atto di citazione al Comune presso il Tribunale Napoli Nord, chiedendo 383mila371,33 euro di risarcimento del danno per la parte dei lavori non eseguiti, nella misura del 10%, e per il danno curriculare (perdita di chance di aggiudicarsi futuri appalti), quantificato al 5%.  Il Comune, invece, incaricò la DG Società di ingegneria srl UNIP (con sede a Napoli in via Caravaggio), per la somma di 20mila euro, per l’assistenza tecnica durante la fase transattiva, visto che il Comune e l’Appaltatore manifestarono l’opportunità di ricercare una composizione bonaria della controversia. Per quanto concerne la parte legale, il Comune venne assistito dall’avvocato villaricchese Enzo Napolano, per la specifica professionalità posseduta. Alla fine Comune e ditta si accordarono per 100mila euro che il Comune versò all’Anima Ambiente, la quale aveva  già ricevuto un primo stato di avanzamento dei lavori, per un netto di 58mila440,53 euro, pari al 15% delle opere affidate. 

La seconda grana riguarda gli espropri: non bastarono  i circa 250mila euro preventivati dall’Ufficio tecnico, poiché i proprietari fecero ricorso contro il Comune, non ritenendo congruo il prezzo di stima dei terreni (intorno ai 60-70 euro al metro quadrato) stabilito dall’Ente. Così la prima sezione della Corte d’Appello, recependo l’esito delle operazioni di verifica della Commissione tecnica (la cosiddetta CTU) diede ragione al signor Visconti Carlo e altri proprietari, stabilendo che il terreno valesse 176 euro al metro quadro, per cui al Comune toccò  sborsare la somma complessiva di un milione28mila 368 euro oltre gli interessi, ridotti a 850mila euro in sede transattiva e pagati con due mutui: il primo di 400mila euro contratto nel 2016 e il secondo di 450mila euro contratto nel 2017 con la Cassa Depositi e prestiti. Nell’accordo, oltre i 5mila483 mq dell’area villa rientrò anche la cessione di una ulteriore particella di 1.080 metri quadrati, che l’ex amministrazione Salatiello aveva destinato a parcheggio, mentre l’attuale amministrazione ha preferito costruire una pista di pattinaggio, i bagni e una palestra all’aperto.  

Data fine lavori
Venne inaugurata il 5 giugno 2017

In seguito sono stati spesi circa 100mila euro per interventi di ripiantumazione e incremento del verde e riqualificazione parco giochi, entrambi gli interventi finanziati da Città Metropolitana, durante la gestione commissariale.

 

 

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