Erano gli anni settanta e nei cinema impazzavano
i film polizieschi all'italiana. Nel capoluogo campano se ne realizzarono
tanti, e anche Mugnano nel 1977 fu la location dove furono girate diverse scene
del film di cui riportiamo la locandina: "Napoli, i 5 della squadra
speciale". L'attore protagonista era lo statunitense Richard Harrison, il
quale conta un centinaio di film come attore e tre come regista. Poi c'era il
napoletano Enrico Maisto (Napoli 1940 - 1997), il quale abitava in Via Napoli a
Mugnano, nel palazzo dove c'è il centro dell'ASL. Prese parte a circa 20 Film
quasi tutti polizieschi, tra cui "Napoli Violenta", "Napoli si
ribella", "I Guappi", con Fabio Testi; "La banda
Vallanzasca", "Napoli spara", "Corleone", di Pasquale
Squitieri. "Il Prefetto di ferro" con Giuliano Gemma, "Ternosecco"
di Giancarlo Giannini, e per la televisione: "Il Marsigliese" e
"Naso di cane'. C'era anche l'attrice Lina Polito, di cui tra i tanti film
ai quali prese parte si annovera "Film d'amore e d'anarchia..." di
Lina Wertmuller; "I Guappi", di Pasquale Squitieri; "Salvo
d'Acquisto" con Massimo Ranieri; "Scusate il ritardo", di
Massimo Troisi. E questi sono solo alcune delle pellicole a cui prese parte
l'attrice napoletana. Un altro attore che vi partecipò è Franco Marino, il cui
palmares equivale quello di Maisto. Ebbe una parte, però, anche nel famoso film
tratto dal libro di Umberto Eco: "Il nome della rosa". Ritornando al
film girato a Mugnano, c'è un aneddoto che mi riguarda. All'epoca ero alle
medie e solitamente di pomeriggio vagabondavo per il paese con i miei compagni
di scuola. Un pomeriggio, salendo Via Napoli, ci rendemmo conto che presso
l'appartamento sovrastante il negozio del Delfino, ovviamente allora non
esisteva, vi era una troupe cinematografica. Presi dalla curiosità, rimanemmo
nei paraggi a sbirciare ciò che accadeva. Un attrezzista della società
cinematografica ci avvicinò e ci chiese se volevamo essere utili, previo
compenso, alla costruzione del set di una scena che prevedeva la caduta di un
attore dal terrazzo. La nostra partecipazione consisteva nel sistemare una pila
di scatoloni su cui l'attore, cadendo dal terrazzo, sarebbe andato a finire
senza farsi nulla, ovviamente. Accettammo e quindi ci portarono alle spalle del
palazzo dove ci sono i frigoriferi. I tecnici ci lanciavano dall'alto
dell'appartamento le scatole, e dai e dai una di queste mi si schiantò dritta
sul naso. Un dolore tremendo e un mare di sangue mi copri il viso. Il capo
casting si spaventò e mi portò subito dove dovevano girare le scene e mi fece
pulire e medicare. Mi diedero da bere e sia Maisto sia Richard Harrison vennero
ad assicurarsi che non mi fossi fatto niente di grave. Mangiai anche dei dolci
e prima che andassi via mi furono dati dei soldi, ma poca cosa, un regalo, così
come ci aveva promesso il capo attrezzista. Quando tornai a casa, mia madre mi
chiese perché avessi dell'ovatta nelle narici. Io le risposi: non mi crederai,
ma ho preso parte a un film. E mia madre, che di natura è sempre stata
diffidente mi disse: vabbè, più grossa la balla non la potevi inventare? Ma è
la verità, ribattei. Si vabbè, replicò lei allontanandosi. Io le corsi dietro e
le feci vedere i soldi che mi avevano dato. E lei, niente, non mi credette. Ma
era la verità, fui sincero. Il cattivo non ero io, il cattivo era nel film che
poi andai a vedere quando uscì nelle sale nel 1978; e mentre lo guardavo mi toccavo
il naso.
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L'attore Enrico Maisto: entrambe le foto sono tratte da internet |