Calvizzano, a villa Aldina Enza Carandente sta bene

Alloggia a spese del Comune da circa un anno: è seguita da un amministratore di sostegno

                                    

                                                     

La dott.ssa Rosa Di Biase, psicologa presso la nota casa di riposo di Calvizzano: “Enza è sbocciata nuovamente alla vita, avvolta dal calore familiare di cui è stata circondata. Credo che lei sia la prova di come l’amore possa curare qualsiasi tipo di patologia”     

Enza Carandente sta proprio bene. Da quando alloggia a villa Aldina è ritornata a “vivere”: ha socializzato con tutti gli altri ospiti della nota casa di riposo di Calvizzano, balla, canta, la mattina appena lavata e vestita le piace guardarsi allo specchio, insomma si sta scoprendo sotto tutti i punti i vista, dopo tanti anni di solitudine nel tugurio di via Vittorio Emanuele 20, dove è vissuta insieme a suo fratello Gennaro, il gigante buono trovato, nel mese di febbraio scorso, riverso a terra  tra cumuli di vestiti e di rifiuti, deceduto dopo il ricovero in ospedale. A Enza piace molto disegnare: ha buone doti artistiche.


Ecco cosa scrive la dott.ssa Rosa Di Biase che le sta fornendo assistenza psicologica: “
Quando ho incontrato la signora Enza ero convinta che il lavoro da fare con lei sarebbe stato duro e lungo. La donna era troppo assuefatta alla solitudine, non aveva idea di cosa significasse prendersi cura di se stessa e neanche di cosa significasse una relazione di reciproco affetto e fiducia. Mi guardava con sospetto, aveva paura di me e degli altri ospiti e operatori della struttura, parlava con le sue vocine interiori, le sue uniche complici, per questo pensavo che non sarebbe stato facile creare un’alleanza emotiva con lei. Invece, con mia sorpresa, Enza è sbocciata nuovamente alla vita avvolta dal calore familiare di cui è stata circondata. La nostra strategia è stata proprio questa: inserirla in un contesto che lei potesse sentire carico di calore familiare. In questo modo Enza si è fidata e la sua fiducia ci ha permesso di aiutarla a vivere la vita che le è mancata. Credo che lei sia la prova di come l’amore possa curare qualsiasi tipo di patologia” 

Belle è significative parole che inducono alla commozione, specialmente a chi  conosce la sua storia di solitudine ed emarginazione: Enza ha visto morire sua sorella Giuseppina e suo fratello Gennaro in mezzo ai topi: sono figli di una “guerra”, quella  sociale, nella quale i “diversi”, sotto tutti i punti di vista, continuano a perdere. E noi continuiamo a ripetere come un mantra che, in una società così concepita, per i Davide non c’è posto, poiché, nonostante siano in troppi, non riusciranno mai a sconfiggere i Golia dell’indifferenza.

 Grazie a tutti coloro che si sono presi cura di Enza. 

Ricordiamo che il trasferimento di Enza Carandente presso Villa Aldina avvenne il 24 febbraio 2022: a convincerla furono Giovanni Miluccio, un gran signore che gestisce una salumeria in via Morra, da sempre vicino al compianto Gennaro ed Enza; Lina Trinchillo, collaboratrice domestica del prof. Leonardo Morra, donna umile e dal grande cuore, e l’instancabile assistente sociale del Comune, Angela Cacciapuoti. 

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