Alloggia a spese del Comune da circa un anno: è seguita da un amministratore di sostegno
La dott.ssa Rosa Di Biase, psicologa presso la nota casa di riposo di Calvizzano: “Enza è sbocciata nuovamente alla vita, avvolta dal calore familiare di cui è stata circondata. Credo che lei sia la prova di come l’amore possa curare qualsiasi tipo di patologia”
Enza Carandente sta proprio bene. Da quando alloggia a villa Aldina è ritornata a “vivere”: ha socializzato con tutti gli altri ospiti della nota casa di riposo di Calvizzano, balla, canta, la mattina appena lavata e vestita le piace guardarsi allo specchio, insomma si sta scoprendo sotto tutti i punti i vista, dopo tanti anni di solitudine nel tugurio di via Vittorio Emanuele 20, dove è vissuta insieme a suo fratello Gennaro, il gigante buono trovato, nel mese di febbraio scorso, riverso a terra tra cumuli di vestiti e di rifiuti, deceduto dopo il ricovero in ospedale. A Enza piace molto disegnare: ha buone doti artistiche.
Belle è significative parole che inducono alla commozione, specialmente a chi conosce la sua storia di solitudine ed emarginazione: Enza ha visto morire sua sorella Giuseppina e suo fratello Gennaro in mezzo ai topi: sono figli di una “guerra”, quella sociale, nella quale i “diversi”, sotto tutti i punti di vista, continuano a perdere. E noi continuiamo a ripetere come un mantra che, in una società così concepita, per i Davide non c’è posto, poiché, nonostante siano in troppi, non riusciranno mai a sconfiggere i Golia dell’indifferenza.
Grazie a tutti coloro che si sono presi cura di Enza.
Ricordiamo che il trasferimento di Enza Carandente presso Villa Aldina avvenne il 24 febbraio 2022: a convincerla furono Giovanni Miluccio, un gran signore che gestisce una salumeria in via Morra, da sempre vicino al compianto Gennaro ed Enza; Lina Trinchillo, collaboratrice domestica del prof. Leonardo Morra, donna umile e dal grande cuore, e l’instancabile assistente sociale del Comune, Angela Cacciapuoti.