Zone cooperative via Aldo Moro Calvizzano, due piani urbanistici a confronto: quello approvato dai Commissari straordinari e quello proposto dall’ex amministrazione Salatiello
Sbagliato, a nostro avviso, prevedere altri palazzi a pochi metri di distanza da enormi palazzi già esistenti da circa 37 anni. Ora per rimediare agli errori occorrerebbero diverse varianti urbanistiche: ma chi governa il paese è disposto ad attuarle?
Premessa
L’ex triade commissariale,
secondo la nostra modesta opinione (supportata dai fatti) ha lavorato benissimo in tutti i comparti amministrativi (lo abbiamo scritto e ripetuto più volte), tranne quello urbanistico, approvando un Puc, redatto dall’ing.
casertano Renata Tecchia con la collaborazione fattiva dell’ingegnere
casertano Giovanni Ulini che ha curato
l’intero iter (assunto nello staff dei Commissari a luglio 2018 con contratto a
tempo determinato) con tanti punti di debolezza che, se non verranno
rivisti dall’attuale amministrazione, potrebbero stravolgere in negativo il
futuro assetto urbanistico del paese. A parte la viabilità, che andrebbe
completamente ridisegnata, nella zona cooperativa di via Aldo Moro, dove negli
anni addietro l’ha fatta da padrone il cemento, con la realizzazione di altre
cubature in uno spicchio di verde
attrezzato “strappato”, la zona rischia di diventare un suk di periferia: tante
case e pochissimi servizi. E la politica che avrebbe dovuto rimediare a tali "guasti" resta in silenzio: non parlano neanche coloro che nei rispettivi programmi
elettorali hanno garantito più servizi in questa zona abbandonata.
La proposta di Puc dell’ex amministrazione Salatiello
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A (cubature), B (verde attrezzato) |
Nell’appezzamento di terreno davanti
alla Cooperativa “La Pineta 75”, originariamente era prevista un’area a verde attrezzato (da noi
contrassegnata con la lettera B maiuscola), riconfermata nelle proposte di Puc delle ex amministrazioni Salatiello e Granata, mentre nel secondo tratto di via
Aldo Moro, era prevista un’area residenziale di saturazione (da noi contrassegnata con la lettera A
maiuscola, quindi edificabile: dunque case in una zona non fortemente
antropizzata, nelle cui immediate adiacenze era stato disegnato un parcheggio e
un’area destinata ad attrezzature). A nostro modesto avviso, fu una scelta
ottima.
Il puc dell’ex triade
commissariale approvato a giugno 2020
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A (verde attrezzato), B (cubature) |
Il puc attualmente in vigore, approvato dall’ex triade commissariale a giugno 2020, prevede in via Aldo Moro (incrocio con via Bachelet, meglio conosciuta come strada Peep, dove una volta si svolgeva il mercato settimanale) un’area di integrazione urbanistica (contrassegnata con la lettera B, quindi edificabile) nell’appezzamento di terreno adiacente la Cooperativa “La Pineta 75”: insomma, palazzi a pochi metri di distanza da palazzi già esistenti da circa 37 anni, mentre, nel secondo tratto di via Aldo Moro, è prevista un’area a verde attrezzato (da noi contrassegnata con la lettera A).
A nostro modesto avviso, una scelta errata prevedere altri palazzi in uno spicchio di verde, poiché, in una zona già fortemente antropizzata, dove i casermoni la
fanno da padroni, occorreva perlomeno un parcheggio e una piazza decente al
posto dell’attuale rotondina.
Ecco perché i piani urbanistici andrebbero approvati da coloro che vengono votati dal popolo (costruendoli, però, alla
luce del sole, con punti di vista di chi vive e lavora tutti i giorni il
territorio) e non dallo Stato chiamato per ripristinare la legalità (giusto che
sia così, dopo lo scioglimento di un Consiglio comunale per infiltrazioni di
tipo malavitose) ma non per dettare scelte urbanistiche. Il futuro del paese va
deciso attraverso incontri con la cittadinanza (come era scritto in manifesti di
diversi anni fa, affissi sui muri del paese), finalizzati ad ascoltare e
comprendere per via diretta le esigenze attese e i fabbisogni dei cittadini e
delle organizzazioni locali. Ora per riparare agli “errori” occorrerebbero diverse
varianti urbanistiche: ma chi governa il paese è disposto ad attuarle?