Persi definitivamente i 55mila euro assegnati da Città Metropolitana a Mugnano per il progetto culturale “Thinking About Revolution” (Pensando alla Rivoluzione)

 

Gianluca Di Maro di Let's Think

Savio Liccardo di Nos Revolution

“Thinking About Revolution” (Pensando alla Rivoluzione), è il nome del progetto finanziato per 55 mila euro da Città Metropolitana a fine 2019, voluto fortemente dalla precedente amministrazione Sarnataro ma non portato a termine. Eppure c’era il tempo a disposizione, poiché, a causa del Covid, l’ex Sindaco Metropolitano De Magistris fissò il termine ultimo per l’attuazione dei progetti al 30 giugno 2022,  prorogato poi  dall’attuale Sindaco Metropolitano Manfredi al 30 ottobre 2022. Il 30 ottobre è alle porte ma del progetto non c’è traccia. Insomma, si è persa un’occasione per  promuovere aggregazione sociale e culturale sul territorio.

Ma cosa prevedeva il progetto, i cui elaborati furono approvati in giunta il 24 ottobre 2019 su proposta dell’allora assessore alla Cultura Rita Esposito?

L’idea era quella di creare un percorso di scoperta dei luoghi simbolo del territorio mugnanese, attraverso la loro riqualificazione e valorizzazione con opere artistiche che ne esaltassero le funzioni e il proprio ruolo nella comunità.

Il territorio, in passato, aveva già vissuto, seppur in maniera non sistematica, un tale percorso che aveva già riguardato alcuni luoghi simbolo. L’idea vincente, dunque, era quella di tramutare in regola tale esperienza estemporanea, e, intorno a essa, realizzare un percorso culturale e turistico di museo all’aperto.

Così il territorio sarebbe diventato opera da ammirare, rispettare e preservare per le future generazioni, contro l’imbruttimento, l’impoverimento culturale, l’inquinamento e la distruzione.

Le opere dovevano essere realizzate con il diretto coinvolgimento dei ragazzi delle scuole primarie e secondarie del territorio, sia attraverso il loro diretto ascolto nella fase di scelta delle opere, attraverso la presentazione di diverse bozze, sia in fase di esecuzione. In questa fase, sotto la diretta guida degli artisti, i ragazzi venivano impegnati a realizzare parte dei disegni o a inserire tasselli all’interno delle sculture. Sculture molto particolari perché nascono dal riutilizzo di oggetti che, molto spesso, in casa vengono considerati rifiuto. I bambini venivano invitati a portare un oggetto in metallo, un vecchio gioco, una chiave in disuso, una moneta, un monile, che sarebbero diventati parte dell’opera stessa.

Attraverso questo primo avamposto di opere, si intendeva poi modulare una proposta più articolata che avrebbe portato a ridefinire totalmente i tradizionali canoni dell’edilizia tipica dei nostri contesti, abbandonando logiche spesso asservite esclusivamente alla visione speculativa e predatoria.

Ispiratrici ed animatrici del progetto artistico dovevano essere le associazioni “Let’s Think” (avrebbe curato la parte riguardante i murales), che ha in Gianluca Di Maro il suo componente più attivo, e Nos Revolution (la cui mission è quella di trasformare l’immondizia in opere artistiche)   che ha in Savio Liccardo il suo ispiratore e trascinatore.

Peccato che è stata persa questa importante occasione culturale, a costo zero per il Comune, poiché totalmente finanziata da Città Metropolitana.

 

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