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Fonte foto "Il Giornale" |
Questo monologo è nato in seguito all'incontro con un
gruppo di amiche con le quali abbiamo scoperto il meraviglioso mondo del teatro e dato vita a
una compagnia amatoriale presso la parrocchia San Castrese di Marano. Abbiamo
pensato che il tema da portare in scena poteva essere qualcosa di attuale, come
quello della violenza sulle donne. E’ nata dentro di me questa urgenza di far
capire che chi ti ama ti rispetta...Ed è venuto fuori questo messaggio forte ma,
allo stesso tempo, molto realistico
Anna Genova
Il
monologo
Mi affaccio alla
finestra e il cuore mi batte forte. Il mio amore sta arrivando, l'uomo della
mia vita, colui che sprigiona in me tantissime emozioni. mi ha chiesto di
sposarlo, sono felicissima. Mi affaccio alla finestra e Andrea sta tornando, lo
attende una moglie con il pancione e tanto tanto amore. Ho avuto il mio bambino
sono con lui alla finestra aspettando che torni il suo papà. Stasera gli chiedo
scusa, stamattina gli ho risposto male, lui mi ha tirato una sberla ma solo
perché il bambino la notte si sveglia e non dormiamo bene, siamo entrambi
nervosi, Andrea la mattina deve lavorare. Sento le chiavi nella toppa Andrea è
già qui e io non ho ancora preparato la cena, il bambino ha la febbre e mi ha
preso tutto il tempo. Gli chiedo ancora scusa e inizio a darmi da fare ma lui
si arrabbia e mi dà uno schiaffo e io penso, ha ragione torna da lavoro
dovrebbe trovare tutto pronto. Mi spinge, cado a terra e lui mi prende a calci,
poi sbatte la porta e va via. Mi ripulisco il sangue che mi esce dal labbro
spaccato, passano le ore, lui non torna, vado a letto e piangendo mi
addormento. Mi sveglia un bacio lieve e una carezza, apro gli occhi e lui è lì
che mi guarda, mi chiede scusa, è pentito, mi abbraccia forte e facciamo l'amore.
Andrea mi ama. Oggi il sole splende, faccio una passeggiata con mio figlio, il
passeggino è pesante da alzare per salire i tre gradini del palazzo e così il
vicino gentilmente mi da una mano. Lo ringrazio con un sorriso, alzo gli occhi
e vedo Andrea alla finestra, è tornato a casa prima. Non metto neanche il piede
in casa che inizia ad insultarmi . Mi dice che do troppa confidenza al vicino e
che gli sorrido come una poco di buono. Voglio spiegarmi ma lui non sente
ragioni, mi picchia e m'insulta, sembra un folle. Il mio piccolino è rimasto
nel passeggino, piange e assiste a tutta la scena. Andrea si calma , lo prende
in braccio e lo porta in camera, io mi sento un po’ intontita e sento il sapore
del sangue in bocca. Sanguino anche dal naso e ho i capelli appiccicati. Faccio
una doccia, ho lividi per tutto il corpo e sono dolorante ma mi rivesto e
preparo la cena. Lui ha messo il pigiamino al bimbo e lo sistema nel
seggiolone. Si avvicina e io tremo. Ma che faccio? Lui è Andrea, lui mi ama,
non posso avere paura, mi accarezza e mi guarda con le lacrime agli occhi.
Guarda la mia faccia piena di lividi e promette di non toccarmi mai più. È
stato un momento di gelosia, perché Andrea mi ama. Non è stato un momento. La
gelosia lo divora, non è solo il vicino ma anche il farmacista, il salumiere,
l'idraulico e il fruttivendolo. Si sente minacciato, mi ama così tanto che ha
paura di perdermi. Ed io non esco più di casa, non solo per farlo contento
anche perché il mio viso è spesso tumefatto, con un colore che va dal viola al
verde. Andrea mi ama. Andrea mi fa male, e io ho preso la mia decisione,
stasera lo lascio. Andrea mi guarda con quegli occhi azzurro cielo che mi fanno
sempre emozionare ma io devo essere decisa, fredda e dirgli tutto quello che
penso. I suoi occhi diventano di ghiaccio, mi prende per i capelli e ripete
come un mantra, tu sei mia e non mi lascerai mai. Cerco di liberarmi ma lui è
troppo forte. Mi sbatte la testa al muro e un rivolo di sangue mi acceca, gli
chiedo perdono, non lo lascerò, starò sempre con lui. Andrea è una furia, mi
assesta un pugno in faccia che mi stordisce. Cerco di rimanere in piedi. Voglio
scappare ma lui è più veloce di me, afferra un coltello dal cassetto e sento la
carne del mio addome lacerarsi. Sono sicura che ora si calma. Sento altre
coltellate sul mio corpo, il calore del sangue che sgorga dalle ferite. Sono
sicura che adesso la smette. Sento il mio bambino piangere disperatamente,
vorrei calmarlo, dirgli che va tutto bene ma sento le forze che mi abbandonano.
Andrea si è fermato? Non lo so, non sento neanche più il dolore. Sto per
morire? Non lo so, sento un senso di pace, non riesco a capire. Ho tanto
freddo, non sento più il mio bimbo piangere. Si è calmato? Non lo so. Guardo
mio marito inginocchiato al mio fianco, ora si è calmato, muove le labbra e sta
piangendo. Andrea mi ama? Non lo so più, sono solo sicura di una cosa. Andrea
mi ha uccisa.
Anna
Genova
La proposta
L’
idea della signora Genova, che sposiamo in toto, è quella di far recitare
questo suo monologo dall’artista Pina Giarmanà, impegnata da anni a combattere
la violenza sulle donne. La brava cantante e attrice maranese recentemente ha
aderito da testimonial alla manifestazione organizzata dal Centro Antiviolenza
Le Porte di Frida, in collaborazione con “Fiordipelle, a sostegno delle donne vittime di
violenze, durante la quale è stata promossa una raccolta fondi per sostenere
l’associazione “sgomberata” da Palazzo Merolla.