A dividere l’affetto dei fedeli maranesi con San
Castrese, c’è la Madonna della Cintura o di Vallesana. Essa si venera nella
chiesa che una volta era il fulcro della vita del villaggio omonimo e che oggi
è relegata al ruolo di supporter per le funzioni cimiteriali dal momento che
circa 200 anni fa fu deciso di realizzare alle sue spalle il cimitero. Il suo
culto fu introdotto dagli agostiniani che tra il 1619 e 1639 presero possesso
dell’allora malridotta chiesa. La leggenda di questa gran Madre i cui fedeli
sono massimamente quelli della Starza, si rifà a Sant’Agostino. Essa racconta
che il futuro santo da giovane era un peccatore impenitente, aduso a mille
ribalderie. Sua madre Santa Monica, invece, era una fervente cristiana. Era
tale la bontà e la devozione della donna verso la grande Madre celeste che,
dopo essere riuscita a convertire suo marito Patrizio, chiese di poter ottenere
anche la conversione del figlio. Costui, intanto, girovagava per l’ impero, ma
le preghiere della madre lo accompagnavano sempre. La Madonna, udite le
continue suppliche della donna, volle esaudirla ed un giorno le apparve e le disse
“Monica non piangere più per tuo figlio perché tra poco verrai esaudita! Io ti
annuncio una grande gioia e, come pegno di quanto ti ho detto, ti lascio questa
cintura. Essa ti darà la consolazione nelle tribolazioni”.
Nello stesso tempo Agostino si era recato a Milano,
ove, per caso, si era anche trovato coinvolto ad ascoltare il vescovo Ambrogio.
Ne restò a tal punto che la conversione fu d’obbligo. Chiese, allora, di essere
battezzato e di poter entrare nella schiera dei cristiani. Sua madre aveva
vinto.
La statua della Madonna, alla fine del seicento, è
raffigurata col Bambino nell’atto di consolazione, nell’atto cioè di offrire la
cintura. Prima degli agostiniani evidentemente, il culto era diverso. Pare che
si venerasse una generica Madre divina, la cui tela è esistita fino agli anni ’50
e raffigurava la Madonna col bambino. I festeggiamenti si svolgono il lunedì e
il martedì in Albis e si ripropongono all’ottava.
Qualche vecchietta ancora può ricordare la canzone che per Lei fu cantata fino agli
inizi degli anni ’80.
“Taggio àpurtà a veré, Cuncé, stasera,
a festa d’a Maronna d’a Cintura.
Là vire ‘o Paravise addirittura.
Perciò viene cu mmé, nunn’avé paura.
E che disegne e che scicca allunnata!
Rieste ’ncantata sultanto a guardà.
Esce d’a Chiesa proprie ‘e Vallisana,
chesta Maronna è assai miraculosa.
Addoce addoce passa pe Marano
Cu mmusica, cu ffuoco, è na gran cosa!
Taggia à purtà à veré Cuncé stasera
A festa d’a Maronna ‘e Vallisana
Addò se gode proprio a primmavera,
addò sta ‘o Paravise addirittura!
Perciò viene cu mme, nunn’avé paura!
Dal libro di Enzo
Savanelli, “Marano- storia, tradizioni e immagini”,
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Marano, 1950: processione della Madonna di Vallesana. Foto pubblicata sul libro "Chiese e Cappelle Minori" dello scrittore Peppe Barleri |