Calvizzano, nel progetto di rigenerazione urbana da finanziare con i fondi pnrr previsti interventi di manutenzione e rifunzionalizzazione della chiesetta edificio ex Ipab dove alloggiavano le suore

All'interno della chiesetta per alcuni anni (2016-2017) si è svolto il "Family Day", organizzato dal gruppo di spiritualità familiare CANA  

Inoltrata richiesta al Ministero dell’Interno per il finanziamento del progetto di rigenerazione urbana, approvato in Consiglio comunale il 27 aprile scorso, per il quale Calvizzano (Comune capofila) si è associato con Monte di Procida per superare la soglia dei 15 mila abitanti, necessaria per candidare i progetti ai fondi del Pnrr. Qualora dovesse essere finanziato, i due Comuni beneficeranno di 2,5 milioni cadauno che serviranno alla  riduzione della marginalizzazione e del degrado sociale e miglioramento della qualità del decoro urbano e del tessuto sociale ed ambientale.

Per quanto concerne la parte progettuale riguardante Calvizzano, è prevista la riqualificazione di via Conte Mirabelli, con un’attenzione particolare alla piazza Umberto I°, luogo simbolo di Calvizzano, di forte valenza storico-culturale e sociale, fino ad arrivare in via Pietro Nenni, dove, in un appezzamento di terreno di proprietà comunale, adiacente Villa Calvisia, trova collocazione la palestra all’aperto (a breve dovrebbero partire i lavori già appaltati).

Una delle novità progettuali riguarda gli interventi di manutenzione per il riuso e la rifunzionalizzazione della chiesetta posta all’interno dell’ edificio ex Ipab dove alloggiavano le suore, la cui costruzione terminò nel 1826, circa 200 anni fa.

La storia  

“Il duca Giovanni Battista Pescara e i reverendo don Paolo Sambuca di Atella s’interessarono ad aprire il 5 ottobre 1788 una casa “Orfanotrofio” a rione Case Cavallo, oggi via Ritiro, per accogliere, educare e istruire ragazze orfane, povere ed oneste. Più tardi furono accettate giovanette che si dissero “oblate” (forse perché portavano una dote) e poi monache”. Così scrive, a pag. 45,  nel suo libro “Calvizzano ieri e oggi, sprazzi di storia”, Luigi Di Maro, maestro elementare in pensione, con la passione per la storia: abita a Mugnano ma ha insegnato all’elementare Diaz per diversi anni. L’opuscolo, datato 1988, venne sponsorizzato dall’amministrazione comunale, retta in quel periodo dalla buonanima del sindaco socialista Antonio Ruggiero.

L’Istituto, verso la fine del ‘700, non fu più chiamato orfanotrofio, ma Ritiro e, da ciò, anche la via assunse la denominazione di via Ritiro. Accanto al Ritiro, nel 1818 fu iniziata la costruzione, terminata nel 1826, della chiesa dell’Addolorata e di San Francesco Saverio.

Dal 1922 l’Istituto è stato retto, fino a pochi anni fa,  dalle benemerite suore Catechiste del Sacro Cuore di Gesù, la cui casa Generalizia è a Casoria. Essendo un bene ex IPAB (Istituto pubblico di assistenza e beneficenza), nel 2009, ai tempi di Granata sindaco, in seguito allo scioglimento di questo Ente avvenuto per legge, i beni (nel caso nostro l’istituto di via Ritiro, i terreni dove è ubicato il centro raccolta, eccetera) diventarono di proprietà comunale. La scelta politica fu quella di continuare a farlo gestire dalle suore.

Va ricordato che, durante il terremoto dell’80, l’istituto fu danneggiato, quindi anche la chiesetta, ma venne completamente restaurato con i fondi della legge 219. Nonostante tutto, già da diversi anni nei muri della cappella sono riapparse alcune crepe che vanno eliminate per evitare ulteriori danni alla struttura. La ristrutturazione della chiesetta non è contemplata nei lavori di restyling dell’edificio, fermi da diverso tempo, in attesa che al Comune approvino una variante progettuale, avendo deciso di destinarlo a Caserma dei Carabinieri.

All'interno della chiesetta, la mitica suo Antonella, direttrice dell'Istituto "Madonna del Buon Consiglio" di via Ritiro, insieme alla scrittrice Lella Di Marino  


Nella chiesetta, il 3 agosto 2016 la scrittrice presentò il suo libro di poesie "La mia vita...in un verso" 

 

Interno chiesetta: foto scattata durante un convegno organizzato dal gruppo familiare CANa

 


 

 

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