Oggi 28 aprile Il mondo del lavoro celebra la giornata
mondiale per la salute e la sicurezza sul lavoro.
Lavoratori, datori di lavoro, governi e enti di tutto
il mondo attivi nel settore della salute e della sicurezza, in collaborazione
con l’Organizzazione internazionale del Lavoro (ILO), pongono l’accento sulla
necessità di creare una nuova « cultura della sicurezza » al fine di ridurre o
prevenire gli incidenti sul lavoro e le malattie professionali che provocano,
in media, 6 000 morti al giorno.
Morti bianche: il 9 giugno 2012 perse la vita a Salerno il giovane calvizzanese Gianni Grasso, aveva 21 anni; il 26 agosto 2015 perse la vita il calvizzanese Gabriele Petrone: ne riparliamo per ricordare tutte le vittime degli incidenti sul lavoro
Gabriele Petrone |
Il 26 agosto 2015, a seguito di un tragico incidente al porto di Livorno
sulla nave oceanografica Urania, perse la vita Gabriele Petrone,
all’epoca 38enne, nativo di Mugnano ma residente in via Cilea a
Calvizzano: lasciò sua moglie e un figlio di 10 anni. Petrone era elettricista
sulla nave del Centro nazionale delle ricerche. Era una persona mite e perbene
che amava la sua famiglia e il suo lavoro. Il 2 settembre 2015 si svolsero i
funerali nella parrocchia San Giacomo di Calvizzano: una folla così non si
vedeva dai tempi del funerale della ventiseienne Raffaella Paolone, campionessa
di pattinaggio artistico a rotelle, scomparsa prematuramente il 18 febbraio
2010 a seguito di un incidente stradale.
Ai funerali partecipò anche una folta delegazione di colleghi di Gabriele e
un rappresentante del Comune di Livorno.
“In tanti - disse il parroco di Calvizzano don Ciro durante l’omelia –
ritengono che la vita di Gabriele sia stata una vita stroncata, un disastro.
Per noi che abbiamo fede, invece, la morte di Gabriele è un bellissimo ricamo
che accoglie Dio nel suo regno dei Santi. Gabriele era un mite e di miti sulla terra
ce ne sono pochi. Tanti giornali hanno scritto che si è trattata di una morte
bianca. Perdonatemi, ma non sono d’accordo. Perché non è così quando muore una
persona compiendo il proprio dovere. Gabriele operava nel suo lavoro, ci
credeva nel suo lavoro: stava compiendo il suo dovere ed è quindi un martire”.
Intervenne anche il sindaco dell’epoca Salatiello (deceduto a luglio 2017)
che, a nome della comunità calvizzanese, volle porgere le più sentite
condoglianze alla famiglia di Gabriele, in particolare alla moglie dello
sfortunato operaio, assicurandole la sua vicinanza e quella di tutta
l’amministrazione comunale. Salatiello ringraziò Andrea Moreni, portavoce del
sindaco di Livorno, per la solidarietà dimostrata dalla città toscana nei
confronti della famiglia Petrone.
“La nostra sfida – affermò Salatiello – è fare in modo che
lavoro, sicurezza e salute possano coesistere per non sentire più parlare di
tragedie come quella accaduta a Gabriele”.