Il medico mugnanese Mauro Romualdo ci racconta la sua esperienza con l’ONG Mediterranea Saving Humans in missione nei territori di guerra

Romualdo, medico di medicina generale, è attivista dell'Ambulatorio medico dell' Ex OPG Occupato Je so' pazzo: l’abbiamo intervistato ieri sera presso la Casa del Popolo di Marano, dove si è svolto un interessante convegno sulla guerra in Ucraina

 


 

IL REPORT DELLA PRIMA MISSIONE SAFE PASSAGE IN UCRAINA:  NOVE TONNELLATE DI AIUTI UMANITARI CONSEGNATI A LEOPOLI. 177 DONNE, BAMBINI E UOMINI PORTATI AL SICURO IN ITALIA

 


La prima Missione “Safe Passage in Ukraine” – promossa da MEDITERRANEA Saving Humans e sostenuta da CNA, Gruppo Gesco, Fiom nazionale, le associazioni “Un Ponte Per” e “Libera di Portici” di Napoli, Fiom Lazio, Arcidiocesi di Bologna, Comune di Bologna, Casetta Rossa di Roma, Il Cantiere e lo Spazio di Mutuo Soccorso di Milano, Officina 31021 di Mogliano Veneto – è partita da Napoli e Bologna mercoledì 16 marzo scorso riuscendo ad arrivare al confine tra Polonia e Ucraina il giorno successivo. La prima attività svolta dalla nostra carovana è stata presso il centro di raccolta profughi di Przemysl, dove sono stati scaricati parte degli aiuti umanitari destinati alle persone che avevano oltrepassato il confine, e dove la missione si è divisa in due tronconi. La prima parte, guidata dalla capomissione Laura Marmorale, è rimasta nei centri profughi sul confine, la seconda parte, guidata da Beppe Caccia, ha proseguito fino alla città ucraina di Leopoli.

 

Sul confine polacco – ucraino la missione ha operato presso i centri profughi, prima a Przemysl, poi a Korczowa dove ha sostato fino a domenica 20 marzo. Grazie al fondamentale aiuto delle nostre mediatrici culturali ucraine e dei nostri sanitari, abbiamo potuto portare un primo soccorso alle persone in fuga dalla guerra. Molte tra loro avevano ferite causate dai bombardamenti, altre ancora soffrivano da tempo di gravi patologie, non curate a causa del conflitto in corso. Tra queste una donna con un carcinoma al seno, altre donne con politraumi e un ragazzo con problemi psichiatrici. All’interno del centro profughi di Korczowa abbiamo trovato decine di organizzazioni di volontariato provenienti da tutta Europa e da Israele, con cui abbiamo collaborato attivamente sia nell’accoglienza ai profughi e nell’organizzare un viaggio sicuro verso l’Italia, sia nella gestione del centro. Complessivamente la carovana ha riportato in Italia dai centri di Przemysl e Korczowa circa 100 persone, a cui si aggiungono quelle che sono state portate in Italia dai van entrati a Leopoli e da un ulteriore bus arrivato dal Veneto per affiancare la carovana.

In totale sono 177 le persone che grazie alla nostra missione hanno trovato un passaggio in un luogo sicuro. Di queste, la stragrande maggioranza sono donne e bambini. Complessivamente sono sette le diverse nazionalità delle persone soccorse: ucraini, uzbeki, georgiani, russi, italiani, ecuadoriani e colombiani (questi ultimi studentesse e studenti dell’università di Dnipro). Uno degli obiettivi della carovana era fornire un canale sicuro d’ingresso nei confini dell’Unione Europea a tutte le persone che scappano dalla guerra, senza alcun tipo di discriminazione sulla base della nazionalità e della provenienza, e ci siamo riusciti. Tra le persone giunte in Italia, 91 sono arrivate a Napoli, dove hanno svolto la profilassi sanitaria e stanno trovando ospitalità presso le famiglie grazie all’aiuto dei volontari di Mediterranea e al supporto del CNA e del gruppo Gesco, che si sono impegnati nella mediazione tra i profughi e le famiglie disponibili ad accogliere. Per due donne è stato predisposto il ricovero ospedaliero presso l’Ospedale del Mare di Napoli. Altri sono stati affidati all’Associazione “Amici Bambini di Chernobyl” di Monselice (in provincia di Padova) che ha svolto il lavoro di mediazione con le famiglie disposte ad accogliere i profughi. Altri ancora hanno raggiunto direttamente i loro familiari da Bologna dove sono stati trasportati dagli autobus della carovana.

Dai centri profughi dove siamo stati abbiamo raccolto l’allarme dei volontari polacchi e delle autorità in merito a fenomeni di speculazione sulla pelle delle persone in fuga. Il primo fenomeno è quello dei “passaggi a pagamento”, per cui a chi scappa dalla guerra vengono chiesti centinaia di euro a persona per un trasferimento in auto. Un fenomeno di speculazione orribile, svolto da personaggi provenienti da diversi paesi che si recano sul confine con mezzi a noleggio. In tanti, arrivati senza soldi sia sul confine che a Leopoli, non possono permettersi un viaggio a pagamento. “Safe passage in Ukraina” ha invece dato la possibilità a 177 persone di arrivare in un luogo sicuro gratuitamente.

Il secondo fenomeno è quello della scomparsa di giovani donne dai centri profughi. I controlli stringenti sulle persone in uscita dai centri sono stati resi necessari proprio per la scomparsa nel nulla di persone, principalmente giovani donne, di cui si sono perse le tracce dopo la registrazione in entrata. Mediterranea Saving Humans è stata accreditata come struttura italiana nel centro di Korczowa e in quello di Przemysl dove ha operato nel massimo della trasparenza, ricevendo soprattutto a Korczowa la collaborazione e l’apprezzamento delle altre organizzazioni presenti. Facciamo nostri questi allarmi sulle speculazioni sulla pelle di chi fugge dalle bombe e sui pericoli per i fenomeni criminali di tratta degli esseri umani sul confine polacco – ucraino.

Dal sito di Mediterranea Saving Humans

 

Visualizzazioni della settimana