Mugnano, il Sacro Cuore di Gesù: l’amato “Scauzone” di Maria Pia Brando. Due avvenimenti che fecero gridare al miracolo

 


Suor Maria Pia Brando
Come ogni anno, la terza domenica del mese di ottobre segna una tappa importante per la cittadina di Mugnano di Napoli, ma anche per tutta l'area a nord di Napoli ad essa confinante, per un'antica tradizione, ovvero per la festa delle feste, che i mugnanesi usano dedicare al "loro" Cuore di Gesù. La festa, che ha superato abbondantemente il secolo di vita, è conosciuta in tutta la regione Campania e anche fuori regione, come in Puglia e nel Basso Lazio, soprattutto per i bellissimi fuochi pirotecnici che vengono qui fatti esplodere già dalle prime ore della domenica e fino alla sera del martedì successivo, colorando il cielo con sgargianti colori e con belli effetti luminosi, ultimamente realizzati anche con l'aiuto della più avanzata tecnologia applicata all'arte pirotecnica. Mugnano di Napoli è famosa, quindi, per i festival di fuochi pirotecnici che ogni anno allietano tutto il territorio. Ma per conoscere le origini di questa festa, dobbiamo fare un passo indietro di oltre 160 anni, per risalire a Colei che fu la fondatrice del complesso monastico e del santuario di Mugnano, dedicato in onore del Sacro Cuore di Gesù, parliamo di Suor Maria Pia Brando. Il culto per il Sacro Cuore fu introdotto nell'ambito della Chiesa, due secoli prima a Maria Pia, con il riconoscimento delle apparizioni avute da una mistica francese, al secolo Margherita Alacoque, che nella seconda metà del '600, per ben 17 anni, ebbe le apparizione del Salvatore.

Maria Pia Brando nacque a Napoli, nel quartiere San Giuseppe, il 3 giugno del 1851, da Giovan Giuseppe e da Concetta Marrazzo. La sua famiglia era abbastanza facoltosa, il papà che lavorava nel Banco di Napoli, come cassiere, possedeva un intero palazzo, dove c'era la loro abitazione. La mamma di Maria Pia, Concetta, viene ricordata come donna di sani principi morali, oltre a essere molto religiosa: le sue virtù  sono raccolte nelle testimonianze di alcune amiche e conoscenti, con i quali ella usava raccogliersi periodicamente in preghiera e  spesso intenta nelle letture spirituali. 
Concetta, che era cagionevole di salute, morì di parto a soli 32 anni, dopo aver messo alla luce la secondogenita, Adelaide

Nel maggio del 1870, Maria Pia entrò nel complesso monastico napoletano, detto delle Fiorentine, sito presso l’Arco Mirelli, ed e qui, in questo monastero, che Brando emise i solenni voti. Anch’ella cagionevole di salute, era costretta, di tanto in tanto, a far ritorno a casa per eseguire il decorso di riabilitazione e delle opportune cure. Col passare degli anni crebbe in lei l’indiscutibile necessità di imboccare un nuovo cammino di vita, senza distaccarsi però dalla vita religiosa. Nell'anno 1881 il Vicario Generale dell'ordine religioso, Monsignor Giuseppe Carbonelli,  la volle trasferita a Mugnano di Napoli, dove fece conoscenza con don Vincenzo Orlando, fondatore del primo nucleo del Ritiro dei Sacratissimi Cuori, opera realizzata grazie all’acquisto di alcuni locali e di un giardino, di proprietà del principe di Canosa, Fabrizio Capece Minutolo
Tuttavia le cronache registrano che per il costruendo Ritiro ci furono diverse controversie e opposizioni... molte perplessità furono avanzate dalle suore appartenenti al preesistente Ritiro del Carmine
Le monache del Ritiro del Carmine sostenevano che nella cittadina di Mugnano, che nell'anno 1867 contava appena quattromila abitanti, di cui moltissimi poveri, ed era impensabile far coesistere due opere di carità che si sostenevano con la beneficenza della gente. Ma mons. Orlando non si perse d'animo e l’8 maggio del 1873 ottenne il permesso dal Cardinale di Napoli, Sisto Riario Sforza, per la costruenda opera e furono iniziati i lavori. 

Presto, però, la Brando rimase da sola a sostenere il progetto, per la scomparsa del mons. Orlando, e nonostante le difficoltà e la sua gracilità, si dedicò con fervore all'opera e investì tutta la sua eredità nell’ampliamento del complesso religioso. 
I sacrifici che dovette compiere e le difficoltà superate per coronare l'ambito traguardo furono tantissime; si narra che durante i lavori, per la costruzione del santuario, un muratore cadde dall’impalcatura, stramazzando al suolo e la Madre Brando, prostata per l'avvenimento, fece di tutto per alleviare le sofferenze dei familiari, assistendoli in tutte le loro necessità. 
A conclusione dell’opera, Maria Pia, fece realizzare la bellissima statua del Gesù, dal volto somigliantissimo alla "visione" che lei asseriva di aver ricevuto. Condusse una esistenza umile, dedita solo al lavoro e alle preghiere. Alcune testimonianze, delle suore che la circondarono, riferirono che la religiosa non ebbe mai un letto, poiché preferiva trascorrere la notte seduta su di uno sgabello, accanto ad un grande crocifisso, nonostante il suo fisico fosse alquanto debilitato. Il complesso si dotò di un orfanotrofio con molte fanciulle assistite. Per ovviare ai problemi di sussistenza delle orfanelle e dell’intero convento, la Madre, si recava ogni giorno a questuare per le strade di Mugnano e nei paesi circostanti, dove raccoglieva le offerte dei benefattori. Ma ben presto altre suore si unirono al suo progetto e la comunità religiosa crebbe negli anni.
Le fu regalato un cavallo con un calesse, che le permisero, in qualche modo, di alleviare le sue fatiche, ogni volta che si recava in giro per la questua. Dopo tutti questi sacrifici, il suo impegno, la sua tenacia e soprattutto la sua fede, in qualche modo la ripagarono... Infatti, col passar degli anni, gli abitanti di Mugnano si affezionarono alla piccola suora e compresero che ella aveva un messaggio divino da trasmettere e cioè quello di diffondere il culto del Sacro Cuore di Gesù, dando l'esempio, col donarsi tutta se stessa per gli altri, aiutando soprattutto i più deboli.  L'ultimo periodo della vita di suor Maria Pia fu interamente dedicato al suo amato “Scauzone”, come preferiva chiamare l'immagine del Sacro Cuore di Gesù, fatto da lei realizzare. 

Maria Pia spirò nella sua abitazione, situata nel Rione Sanità, la sera del 27 agosto del 1916. Ricevuta la notizia della sua scomparsa, i mugnanesi, commossi, si strinsero intorno alle suore del convento di Mugnano, mentre il consiglio comunale si riuniva in seduta straordinaria per comunicare alle autorità politiche e militari cittadine la scomparsa di colei che aveva profuso tante opere di assistenza sociale per i più deboli ed aver elevato la spiritualità dell’intera comunità mugnanese. 

La sorella di Maria PiaAdelaide, anche lei suora, con il nome di Suor Maria Cristina Brando, fu fondatrice della Congregazione delle Suore Vittime Espiatrici di Gesù Sacramentato, complesso fondato nella cittadina di Casoria, ed è stata elevata lo scorso anno agli onori degli altari. 
Nei decenni che seguirono la dipartita della nostra umile suora, ci fu un rifiorire nella piccola cittadina di Mugnano del culto verso il Cuore di Gesù e in tanti incominciarono a frequentare la casa del Santuario, mentre altre sedi conventuali nacquero per i lasciti di benefattori, come il convento situato nel centro di Frattamaggiore. L'orfanotrofio, retto dalle suore che appartengono all'ordine francescano, nei decenni seguenti incominciò ad accogliere centinaia e centinaia di fanciulle orfane o abbandonate. 

I festeggiamenti per il Sacro Cuore di Gesù furono fissati la terza domenica di ottobre, e in tali circostanze, per abbellire e esaltare l'evento, un po' come avviene anche oggi in tanti altri centri di Napoli e della sua provincia, si dava spazio proprio dall'esibizione pirotecnica, che qui però ebbe un decorso storico ben diverso e importante, perché oltre ad appassionare gli abitanti, promosse anche la nascita di diverse aziende familiari, che fondarono la loro attività proprio sulla produzione dei fuochi pirotecnici e sulla loro esibizione artistica, durante le feste patronali. 
Ovviamente per i festeggiamenti di Mugnano questi facevano a gara tra di loro e con altre aziende campane, per esibire il meglio della loro produzione e dare sfoggio del loro estro, della loro tecnica ed abilità artistica. Ecco la nascita del festival pirotecnico che da diversi anni si svolge e richiama curiosi ed appassionati da ogni parte della Campania e anche oltre i suoi confini.

Le famiglie Vallefuoco e Schiattarella sono espressioni di questa antica tradizione mugnanese, conosciuta ed apprezzata anche oltre l'oceano, persino in Australia e in America.  
Precursore dell'arte pirotecnica mugnanese fu Orazio Vallefuoco, che maturò la sua esperienza con la polvere pirica nel 1896, durante la guerra in Etiopia, dove partecipò come bersagliere e si distinse per la sua eroicità, nella battaglia di Adua. Nel 1900, ritornato a Mugnano, fondò la sua azienda, a carattere familiare, basata sulla produzione pirotecnica, che fu poi ereditata dai figli e dai nipoti. Insignito del titolo di Cavaliere della Repubblica, e di tanti riconoscimenti e attestati raccolti in ogni parte d'Italia e d'Europa, morì ultracentenario nella sua Mugnano, nel 1976. 

 

Fonti: Archivio Carmine Cecere e Piscinolablog

 

Due avvenimenti che fecero gridare al miracolo tutto il popolo di Mugnano

 

Un giorno madre Maria Pia uscì a tarda sera, ma le capitò una brutta disavventura: alcuni briganti si avvicinarono alla carrozza per derubarla, ma nell’aprire la porta non la trovarono. Il cocchiere si spaventò, ma quando scese per un controllo, trovò la suora seduta al suo posto alla quale disse che i briganti se n’erano andati perché non l’avevano trovata. Suor Maria Pia rispose che lei era sempre stata nella carrozza e che era stato Gesù a farla diventare trasparente per non farla derubare. Così accadde il primo miracolo del Sacro Cuore a Mugnano.

Il secondo miracolo di Gesù. Durante una notte come le altre, suor Maria  Pia sentì un forte rumore proveniente dalla chiesa. Convinta che fossero i ladri, scese con una mazza, ma  trovò il vetro rotto della teca che custodiva Gesù. In mattinata lo aggiustò e lo rimise al suo posto. Dopo qualche giorno, si ripetette la stessa scena, ma questa volta la suora, oltre al vetro rotto, trovò pure i sandali di Gesù a terra. Così suor Maria Pia decise di non mettergli mai più il vetro davanti né i sandali ai piedi e da quel giorno il Sacro Cuore di Gesù viene chiamato “Scauzone”.        

 

 

 

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