Mugnano, il Sacro Cuore di Gesù: l’amato “Scauzone” di Maria Pia Brando. Due avvenimenti che fecero gridare al miracolo
Suor Maria Pia Brando |
Maria Pia Brando nacque a
Napoli, nel quartiere San Giuseppe, il 3 giugno del 1851, da Giovan
Giuseppe e da Concetta Marrazzo. La sua famiglia era abbastanza
facoltosa, il papà che lavorava nel Banco di Napoli, come cassiere,
possedeva un intero palazzo, dove c'era la loro abitazione. La mamma
di Maria Pia, Concetta, viene ricordata come donna di
sani principi morali, oltre a essere molto religiosa: le sue virtù
sono raccolte nelle testimonianze di alcune amiche e conoscenti, con
i quali ella usava raccogliersi periodicamente in preghiera e spesso
intenta nelle letture spirituali.
Concetta, che era cagionevole di salute, morì di parto
a soli 32 anni, dopo aver messo alla luce la secondogenita, Adelaide.
Nel maggio del 1870, Maria Pia entrò
nel complesso monastico napoletano, detto delle Fiorentine, sito
presso l’Arco Mirelli, ed e qui, in questo monastero, che Brando emise
i solenni voti. Anch’ella cagionevole di salute, era costretta, di tanto
in tanto, a far ritorno a casa per eseguire il decorso di riabilitazione e
delle opportune cure. Col passare degli anni crebbe in lei
l’indiscutibile necessità di imboccare un nuovo cammino di vita, senza
distaccarsi però dalla vita religiosa. Nell'anno 1881 il Vicario Generale
dell'ordine religioso, Monsignor Giuseppe Carbonelli,
la volle trasferita a Mugnano di Napoli, dove fece conoscenza
con don Vincenzo Orlando, fondatore del primo nucleo del Ritiro
dei Sacratissimi Cuori, opera realizzata grazie all’acquisto di alcuni
locali e di un giardino, di proprietà del principe di Canosa, Fabrizio
Capece Minutolo.
Tuttavia le cronache registrano che per il
costruendo Ritiro ci furono diverse controversie e
opposizioni... molte perplessità furono avanzate dalle suore appartenenti al
preesistente Ritiro del Carmine.
Le monache del Ritiro del Carmine sostenevano
che nella cittadina di Mugnano, che nell'anno 1867 contava appena quattromila
abitanti, di cui moltissimi poveri, ed era impensabile far coesistere due opere
di carità che si sostenevano con la beneficenza della gente. Ma mons. Orlando
non si perse d'animo e l’8 maggio del 1873 ottenne il permesso dal Cardinale di
Napoli, Sisto Riario Sforza, per la costruenda opera e
furono iniziati i lavori.
Presto, però, la Brando rimase da
sola a sostenere il progetto, per la scomparsa del mons. Orlando, e nonostante
le difficoltà e la sua gracilità, si dedicò con fervore all'opera e
investì tutta la sua eredità nell’ampliamento del complesso religioso.
I sacrifici che dovette compiere e le
difficoltà superate per coronare l'ambito traguardo furono
tantissime; si narra che durante i lavori, per la costruzione del santuario, un
muratore cadde dall’impalcatura, stramazzando al suolo e la Madre
Brando, prostata per l'avvenimento, fece di tutto per alleviare le
sofferenze dei familiari, assistendoli in tutte le loro necessità.
A conclusione dell’opera, Maria Pia, fece
realizzare la bellissima statua del Gesù, dal volto somigliantissimo alla
"visione" che lei asseriva di aver ricevuto. Condusse una esistenza
umile, dedita solo al lavoro e alle preghiere. Alcune testimonianze, delle
suore che la circondarono, riferirono che la religiosa non ebbe mai un letto,
poiché preferiva trascorrere la notte seduta su di uno sgabello, accanto ad un
grande crocifisso, nonostante il suo fisico fosse alquanto debilitato. Il
complesso si dotò di un orfanotrofio con molte fanciulle assistite. Per
ovviare ai problemi di sussistenza delle orfanelle e dell’intero convento,
la Madre, si recava ogni giorno a questuare per le strade di Mugnano e nei
paesi circostanti, dove raccoglieva le offerte dei benefattori.
Ma ben presto altre suore si unirono al suo progetto e la comunità religiosa
crebbe negli anni.
Le fu regalato un cavallo
con un calesse, che le permisero, in qualche modo, di
alleviare le sue fatiche, ogni volta che si recava in giro per
la questua. Dopo tutti questi sacrifici, il suo impegno, la sua
tenacia e soprattutto la sua fede, in qualche modo la ripagarono... Infatti,
col passar degli anni, gli abitanti di Mugnano si affezionarono alla piccola
suora e compresero che ella aveva un messaggio divino da trasmettere e cioè
quello di diffondere il culto del Sacro Cuore di Gesù, dando l'esempio,
col donarsi tutta se stessa per gli altri, aiutando soprattutto i più
deboli. L'ultimo periodo della vita di suor Maria Pia fu
interamente dedicato al suo amato “Scauzone”, come preferiva chiamare
l'immagine del Sacro Cuore di Gesù, fatto da lei realizzare.
Maria Pia spirò nella
sua abitazione, situata nel Rione Sanità, la sera del 27 agosto del 1916.
Ricevuta la notizia della sua scomparsa, i mugnanesi, commossi, si strinsero
intorno alle suore del convento di Mugnano, mentre il consiglio comunale si
riuniva in seduta straordinaria per comunicare alle autorità politiche e
militari cittadine la scomparsa di colei che aveva profuso tante opere di
assistenza sociale per i più deboli ed aver elevato la spiritualità
dell’intera comunità mugnanese.
La sorella di Maria Pia, Adelaide, anche
lei suora, con il nome di Suor Maria Cristina Brando, fu
fondatrice della Congregazione delle Suore Vittime Espiatrici di Gesù
Sacramentato, complesso fondato nella cittadina di Casoria, ed
è stata elevata lo scorso anno agli onori degli altari.
Nei decenni che seguirono la dipartita
della nostra umile suora, ci fu un rifiorire nella piccola cittadina
di Mugnano del culto verso il Cuore di Gesù e in tanti
incominciarono a frequentare la casa del Santuario, mentre altre
sedi conventuali nacquero per i lasciti di benefattori, come il
convento situato nel centro di Frattamaggiore. L'orfanotrofio,
retto dalle suore che appartengono all'ordine francescano, nei decenni
seguenti incominciò ad accogliere centinaia e centinaia di
fanciulle orfane o abbandonate.
I festeggiamenti per il Sacro Cuore
di Gesù furono fissati la terza domenica di ottobre, e in
tali circostanze, per abbellire e esaltare l'evento, un po' come
avviene anche oggi in tanti altri centri di Napoli e della
sua provincia, si dava spazio proprio dall'esibizione pirotecnica,
che qui però ebbe un decorso storico ben diverso e
importante, perché oltre ad appassionare gli
abitanti, promosse anche la nascita di diverse aziende familiari,
che fondarono la loro attività proprio sulla produzione dei fuochi
pirotecnici e sulla loro esibizione artistica, durante le feste
patronali.
Ovviamente per i festeggiamenti di
Mugnano questi facevano a gara tra di loro e con altre aziende
campane, per esibire il meglio della loro produzione e
dare sfoggio del loro estro, della loro tecnica
ed abilità artistica. Ecco la nascita del festival
pirotecnico che da diversi anni si svolge e richiama curiosi ed
appassionati da ogni parte della Campania e anche oltre i
suoi confini.
Le famiglie Vallefuoco e Schiattarella sono
espressioni di questa antica tradizione mugnanese, conosciuta ed apprezzata
anche oltre l'oceano, persino in Australia e in America.
Precursore dell'arte pirotecnica mugnanese
fu Orazio Vallefuoco, che maturò la sua esperienza con la
polvere pirica nel 1896, durante la guerra in
Etiopia, dove partecipò come bersagliere e si distinse
per la sua eroicità, nella battaglia di Adua. Nel 1900, ritornato a
Mugnano, fondò la sua azienda, a carattere familiare, basata
sulla produzione pirotecnica, che fu poi ereditata dai figli e
dai nipoti. Insignito del titolo di Cavaliere della Repubblica, e di
tanti riconoscimenti e attestati raccolti in ogni
parte d'Italia e d'Europa, morì ultracentenario nella
sua Mugnano, nel 1976.
Fonti: Archivio Carmine Cecere e Piscinolablog
Due avvenimenti che
fecero gridare al miracolo tutto il popolo di Mugnano
Un giorno madre Maria
Pia uscì a tarda sera, ma le capitò una brutta disavventura: alcuni briganti si
avvicinarono alla carrozza per derubarla, ma nell’aprire la porta non la
trovarono. Il cocchiere si spaventò, ma quando scese per un controllo, trovò la
suora seduta al suo posto alla quale disse che i briganti se n’erano andati
perché non l’avevano trovata. Suor Maria Pia rispose che lei era sempre stata
nella carrozza e che era stato Gesù a farla diventare trasparente per non farla
derubare. Così accadde il primo miracolo del Sacro Cuore a Mugnano.
Il secondo miracolo di
Gesù. Durante una notte come le altre, suor Maria Pia sentì un forte
rumore proveniente dalla chiesa. Convinta che fossero i ladri, scese con una
mazza, ma trovò il vetro rotto della teca che custodiva Gesù. In
mattinata lo aggiustò e lo rimise al suo posto. Dopo qualche giorno, si
ripetette la stessa scena, ma questa volta la suora, oltre al vetro rotto,
trovò pure i sandali di Gesù a terra. Così suor Maria Pia decise di non
mettergli mai più il vetro davanti né i sandali ai piedi e da quel giorno il
Sacro Cuore di Gesù viene chiamato
“Scauzone”.