Marano. Mimmo Schiattarella, un eroe che non si è piegato alla paura: negli anni '70 e '80 combattè contro le speculazioni edilizie. “Subì violenze e minacce che lo portarono alla follia”
“Dovrebbe essere ricordato come un eroe, invece è dimenticato come un cane”
Mimmo Schiattarella è un personaggio che non può
essere dimenticato, soprattutto per le tante battaglie politiche che ha condotto
a Marano e nella provincia napoletana: per anni si è battuto contro le
speculazioni edilizie degli anni ’70-’80 e la piaga dei roghi tossici,
invocando come un mantra la cultura della sicurezza e della prevenzione. Ce lo
ha confermato anche Maria De Biase, la preside green, da noi recentemente intervista
a Scario, località del Cilento dove si è trasferita anni fa, che, insieme a Mimmo e a tanti altri attivisti dell’ambientalismo dell’epoca, ha lottato per la salvaguardia del territorio collinare.
Anche il prof. Antonio Guarino, architetto, in un convegno che si svolse poco più di un
anno fa all’Istituto Levi di Marano, ricordò le gesta di Schiattarella le tante
battaglie da lui portate avanti, come quella contro lo smembramento dell’ex Ferrovia
Alifana, una delle più antiche linee ferrate della Campania.
Mimmo Schiattarella, oltre a essere un ambientalista,
era un uomo di sinistra, ha militato anche in Democrazia Proletaria: nel 1982 venne eletto consigliere comunale come indipendente del Pci.
“Quando la sera del 1983 venne approvato il Piano
regolatore che decretò il sacco di Marano – scrisse anni fa sul settimanale
“Dossier Magazine il giornalista e scrittore Enzo Savanelli – l’opposizione stranamente è blanda. Si fa notare
per i suoi attacchi, solo un indipendente del Pci, quel Mimmo Schiattarella che
da allora verrà picchiato una volta al mese fino a impazzire”.
Ma grande spazio gli riserva il giornalista Bernardo
Iovene, nel suo libro “Campania Infelix”, pubblicato nel 2008 da Rizzoli. “Esistono
tanti eroi solitari – è scritto testualmente a pag. 25 – che non si sono
piegati alla paura, che sono stati uccisi, fisicamente o moralmente. Tanti eroi
di cui non si conosce il nome e la storia. Come Mimmo Schiattarella, che per
combattere contro le speculazioni edilizie, negli anni Settanta, subì
minacce e violenze tali da portarlo alla follia. Dopo anni di lotta senza
risparmio per salvare dal cemento e dai rifiuti le colline verdi intorno a
Napoli, la camorra decise di toglierlo di mezzo. Sfasciò la radio privata da
cui Mimmo lanciava i suoi appelli e le sue denunce. Mimmo fuggì un po’ dalla
Campania, ma le minacce ai famigliari lo costrinsero a tornare a Napoli. Ad
accoglierlo pestaggi e proiettili d’avvertimento, violenze continue che lo
segnarono per sempre. Mimmo impazzì. Oggi è in un moderno manicomio, una casa
di accoglienza (in provincia di Latina, come ci ha riferito sua sorella Anna
che ringraziamo per il materiale che ci ha fornito). Dovrebbe essere ricordato
come un eroe, invece è dimenticato come un cane. Per chi non vive questi territori
non è facile capire la paura”.
Mimmo, oggi 65enne, è stato un autentico intellettuale, forse volutamente non compreso da tanti personaggi politici che hanno contribuito alla cementificazione della città, senza batter ciglio, in un decennio in cui la democrazia fu sospesa.
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Archivio periodico "L'attesa": foto scattata agli inizi degli anni '90 quando Schiattarella era dipendente del Comune di Marano |
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Il libro di Iovene dove si parla di Schiattarella |