Il male di vivere

 


Gli avvenimenti degli ultimi giorni che hanno visto la morte di due donne a Marano dimostrano il disagio, la fragilità che si annidano in ognuno di noi e che si possono trasformare in vere patologie neurologiche. Nel mondo della globalizzazione, della mobilità, l'uomo vive una drammatica solitudine in mezzo agli altri . La mancanza di condivisione, l'egoismo, la corsa al consumismo e al denaro hanno fatto perdere il vero senso e della vita e il suo valore . Questa condizione della vita ci porta a fare i conti da soli con le nostre debolezze, i nostri disagi, le nostre paure che, pian piano, si trasformano in tenaglie che spezzano l'anima e ci stritolano in un vortice infernale senza uscita. E questo, diventa il punto di non ritorno: si ha la percezione che tutto intorno a noi è avvolto dal buio totale, la mente è oppressa, e la vita stessa sembra un grosso fardello che ci opprime. Il tutto vissuto nella più assordante solitudine, perché il mondo che ci circonda va avanti velocemente, con l'osservazione e la relativa riflessione fatte in modo superficiale, con le più semplici situazioni di frustrazioni che possano sfociare in dramma. Dramma che è la conseguenza di una vita che viene vissuta all'insegna del correre, senza fermarsi mai ad ascoltare segnali che spesso non si vedono, ma sono esistenti: dai disagi alle insicurezze, alle paure che rendono la vita orribile sull'orlo del precipizio. Ecco, allora la necessità di riportare la vita alla sua umanità che per essere vissuta ha bisogno di una rete di solidarietà, di condivisione, di altruismo, dove il singolo diventi l'altro e in comunione formino la coscienza del vivere, per il proprio e altrui benessere psicofisico.

Miche Izzo, giornalista

Visualizzazioni della settimana