Dopo aver conseguito
brillantemente la laurea in Medicina e
Chirurgia con 110 e lode alla Federico II di Napoli, essersi specializzata
presso la stessa Università in Oculistica, aver frequentato un tirocinio
volontario all’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano e un master all’Ospedale
di Chieti (Centro di eccellenza nazionale in Oftalmologia), la dottoressa
Raffaella Carandente apre uno studio oculistico a Marano, la città dove è nata
e vive con suo marito Raffaele De Biase, ing. Biomedico, e il suo splendido figlioletto Pasquale. Raffaella, figlia del noto
neurochirurgo Michele Carandente e Mariarosaria Orlando, sorella di Luigi, ing. biomedico, consigliere comunale a Marano, è una donna da cui prendere esempio: è umile ma
caparbia, raggiunge sempre gli obiettivi che si prefigge. La sua tesi di laurea
è stata pubblicata su una rivista medica di Boston. Anche a scuola eccelleva,
ecco cosa dice di lei Enzo Fabbricatore suo insegnante di Inglese al Liceo
Segrè di Marano: “di Raffaella ho tanti ricordi significativi e pregnanti. E la
rammento con affetto. Un’alunna molto educata e sensibile, ma di forte
personalità e carattere, volitiva, assidua nello studio domestico e a scuola,
desiderosa di apprendere, approfondire, migliorare. Perspicace e responsabile,
generosa e mai superba, ha avuto un ruolo propositivo all’interno della sua
classe, non si è mai inimicata con i compagni e ha partecipato con interesse ed
entusiasmo a qualsiasi attività proposta dal liceo. E’ stata – aggiunge – una ragazza
saggia, più matura di gran parte dei suoi coetanei, e ha sempre avuto le idee
chiare circa il suo futuro. Devo anche dire che il suo desiderio di accrescere
il suo bagaglio linguistico e culturale si è concretizzato con soggiorni all’estero
e vacanze studio in Inghilterra con il sottoscritto. Sono state delle
esperienze formative importanti e indimenticabili. Se Raffaella riesce ad avere
successo in tutto quello che fa – conclude – è, comunque, grazie al suo spirito
di sacrificio e alla sua singolare determinazione, dote, quest’ultima, che la
contraddistingue e che la rende speciale e preziosa. Non credo di aver
esagerato nel mio giudizio positivo. E’ proprio quel che sento”.
Ad maiora, Raffaella