Tutto lo studio della Filosofia può essere
considerato un unico commento a Platone
(Alfred N. Whitehead)
Grandi filosofi spiegati in modo semplice dallo scrittore
Enzo Salatiello. Dopo Aristotele e Socrate, ecco Platone
Platone nacque in Grecia nel V secolo avanti Cristo. Egli s’incastra
sul piano temporale tra Socrate e Arisotele e così è l’allievo del primo e il
maestro del secondo e per questo è il creatore dell’Occidente attraverso il
pensiero filosofico greco. Il suo nome gli deriva da una probabile forma fisica
robusta, quasi da lottatore (Platone deriva da una possibile forma larga e
spaziosa del suo petto o torace definita appunto in lingua greca platea). Il
grande filosofo è riconosciuto da tutti i teologi con forte spirito critico,
come l’iniziatore del concetto di anima e quindi è all’origine, suo malgrado,
del processo di formazione della teologia cristiana anche se basato su
trasposizioni delle sue concezioni sul creato. Attenzione però, il concetto di
“anima” per Platone indica lo stato della Psichè cioè della nostra identità
esistenziale e non ha nulla a che vedere con quello cristiano di Agostino. Egli
considera l’anima un sistema di conoscenze del mondo creato e della vita: chi
più dell’anima abita la verità delle cose? Platone non s’interessa della
presunta immortalità dell’anima ma essa è piuttosto un modo per perpetuare
l’uomo attraversi i concetti da lui concepiti. Quali sono questi concetti? Idee
numeri, misure e non sensazioni. Questi elementi attengono alla sfera
metafisica dell’esistenza cioè “al di là del mondo conosciuto e fenomenico”. La
dimensione dell’invisibile ma intuibile attraverso la Ratio (la ricerca intelligente). Platone usa un termine specifico
per suddividere questo mondo di conoscenze: SCENARIO IPERURANIO e quello
SENSIBILE. Cioè il mondo visibile, quello che abitiamo. Un mondo che
risulta essere una copia di quello delle idee, numeri, misure. Queste ultime,
sono concetti che vanno al di là del mondo fisico, ovvero in quello metafisico
e per questo ideali. Questi concetti che sono alla base della filosofia
platonica (da qui prende le mosse dell’equivoco lessicale: amore platonico che non significa teorico ma tutt’altro; ovvero ideale). Platone a differenza del suo
maestro Socrate, viaggiò molto a lungo, anche attraverso la Magna Grecia compiendo
ben tre viaggi in Sicilia, terra importantissima e prolungamento naturale
insieme al Sud Italia e Napoli della Grecia dell’epoca. Egli elaborò i quattro
stadi della conoscenza: Immaginazione;
oggetti (sensibili); verità matematiche; Idee. Il primo è strumentale alla
ricerca attraverso le ombre dell’ignoranza e al dominio delle superstizioni,
dannose per il progresso intellettivo dell’uomo. Il secondo elenca gli oggetti,
elementi costitutivi del mondo sensibile di cui parlavamo prima. Il terzo è una
legge immutabile e rigorosa che attiene al raziocinio. Indispensabile per
afferrare concetti precisi e inequivocabili appunto, la verità insita nelle
cose. Platone è celebre per aver creato la metafora del Mito della caverna. Una scena allegorica sulla percezione della
realtà che possiede l’uomo, questa importantissima narrazione è contenuta nella
Repubblica, opera che raccoglie questa
e altri concetti filosofici, giuridici e politici del grande pensatore. La
Repubblica è il mattone fondamentale che è alla base dell’identità filosofica
occidentale. La società che va dall’europa al Nord america è figlia di questo
approccio descritto magistralmente sottoforma di dialogo. In sisntesi, il
nostro modo di porci al mondo, con tutte le domande, gl’interrogativi e i
metodi adottadi per superare il deficit di conoscenze scientifiche, umanistiche
e filosofiche, lo dobbiamo a Platone. Il grande pensatore fu in grado di dare
forse la migliore e più esauriente definizione dell’amore come forma della
follia, basato sul principio di non
contraddizione delle cose. Studiarlo non è cosa semplice né per tutti.
Possiamo però fermarci ogni tanto, durante la routine quotidiana e leggerne
qualcosa. Qualsiasi cosa, ci porterà un pochino più lontano dalla menzogna e
più prossimi alla verità che com’egli stesso affermava, non è del mondo
sensibile ma dell’altro, quello che si trova al di là dei nostri sensi fisici.
Enzo Salatiello