Una risposta contro il Covid-19: la glicoproteina lattoferrina, una innata componente dell’immunità

 Il Team Biancardi: Biagio, Martina e Luigi




Lo studio pubblicato da un team di clinici di TorVergata si riferisce ad una particolare lattoferrina ingegnerizzata, cioè Apolattoferrina in liposomi . Unica brevettata e non sostituibile. Si tratta di una molecola priva di ferro e fino a 5 volte più attiva della Lattoferrina", messa a disposizione del team della professoressa Campione dall’azienda biotecnologica TDC (Sede a Milano, produzione a Marano) del dottor Biagio Biancardi, farmacista, in cui lavorano con ruoli manageriali e di ricerca i figli Luigi (amministratore delegato) e Martina (R&D specialist)

 

L’effetto della lattoferrina contro il Covid può essere considerato anche in prevenzione come un’arma efficace nel controllo del contagio

Pubblicato uno studio da un team di Clinici di Tor Vergata e della Sapienza, sulla rivista Journal of Molecular Sciences La recente pandemia da SarsCov2 ha riunito gli sforzi della comunità scientifica per identificare i target virali, perfezionando terapie mirate al controllo della malattia, che ha causato più di cinquecentomila decessi nel mondo. Tra le considerazioni e gli approfondimenti scientifici un dato è emerso durante la fase cruciale della pandemia, ossia che i bambini pur essendo contagiati dal virus, hanno avuto sintomi decisamente più lievi degli adulti, e solo in rarissimi casi l’infezione si è aggravata. Ancora molto c’è da capire su questo aspetto, ma tra le motivazioni si pone l’attenzione sul ruolo dell’immunità innata e umorale dei piccoli pazienti, con funzioni probabilmente più restrittive ed efficaci nei confronti del Covid-19 rispetto agli adulti. A ben vedere infatti il sistema di difesa dei bambini risponde rapidamente alle infezioni con l’immunità naturale aspecifica e con la produzione di anticorpi. Una proteina dell’immunità naturale, la lattoferrina presente già nel latte materno, protegge dalle infezioni come una rete a maglie strette, impedendo ai patogeni (virus, batteri, funghi) il passaggio nelle cellule della mucosa respiratoria e intestinale. Le proprietà antivirali ed antinfiammatorie della lattoferrina, intuisce e sostiene la Prof.ssa Elena Campione, Associato della UOSD di Dermatologia del Policlinico Tor Vergata, la candidano come molecola ideale per trattare i pazienti Covid19 positivi. Nel mese di aprile, quindi, è stato successivamente proposto insieme ai Proff. Luca Bianchi, Ordinario e Direttore della UOSD di Dermatologia e Massimo Andreoni, Ordinario di Malattie Infettive del PTV, uno studio clinico per i pazienti Covid19 paucisintomatici ed asintomatici per valutare l’efficacia e la sicurezza di una formulazione liposomiale innovativa di lattoferrina, somministrata per uso orale e ed intranasale. Questo trial clinico, sostiene il team di Tor Vergata, è stato il primo approvato, sull’utilizzo della lattoferrina nei pazienti Covid positivi a livello nazionale ed internazionale. I risultati ottenuti nei pazienti hanno dimostrato, per la prima volta l’efficacia della lattoferrina nel favorire, senza effetti avversi, la remissione dei sintomi clinici nei pazienti Covid-19 positivi sintomatici e la negativizzazione del tampone già dopo 12 giorni dal trattamento. Anche dagli esami ematici abbiamo osservato risultati notevoli che saranno presto pubblicati. Accanto a questo studio clinico, un team coordinato dalla Prof.ssa Piera Valenti, Ordinario di Microbiologia dell’Università La Sapienza di Roma e Membro del Comitato Internazionale sulla Lattoferrina ha verificato in parallelo la qualità, la purezza e l’integrità della lattoferrina utilizzata. Ha inoltre eseguito delle prove in vitro sull’azione antivirale della lattoferrina dimostrando come questa proteina inibisca l’infezione da SARS-CoV-2, bloccando le fasi precoci dell’interazione virus-cellula. La lattoferrina è una glicoproteina capace di sottrarre il ferro non legato dai fluidi corporei e dalle aree di flogosi, con capacità due volte superiori rispetto a quella della transferrina, così da evitare il danno prodotto dai radicali tossici dell'ossigeno e diminuire la disponibilità di ioni ferrici per i microorganismi che invadono l'ospite. E’ dotata di attività antivirale e antibatterica, è considerata uno tra i più importanti fattori dell'immunità naturale non anticorpale. È presente nelle mucose e nei granuli dei neutrofili insieme ad altri fattori quali il lisozima e la lattoperossidasi. I recettori specifici della lattoferrina sono presenti sulle cellule epiteliali a livello delle mucose, sui linfociti, monociti, macrofagi e piastrine. La lattoferrina inibisce sia direttamente che indirettamente i diversi virus che causano malattie nell’uomo. Inibisce direttamente l’infezione virale legandosi ai siti dei recettori virali e/o agli eparansolfati delle cellule dell’ospite impedendo in tal modo che il virus infetti le cellule. La lattoferrina, inoltre, aumenta la risposta immunitaria sistemica all’invasione virale. Interessante notare che c’è una carenza sistemica di lattoferrina in chi è affetto da HIV. In svariati studi in vitro la lattoferrina ha dimostrato di avere potenti effetti antivirali contro la replicazione sia dell’HIV umano che del Citomegalovirus (CMV) senza mostrare alcuna citotossicità. Oltre all’HIV e al CMV, ulteriori studi hanno riscontrato che la lattoferrina inibisce l’infezione da Herpes Simplex di tipo 1 e 2. L’azione antivirale della lattoferrina è stata anche studiata in vitro nel 2011, nei confronti del virus da Sars-Cov, da un team di ricercatori cinesi, che hanno confermato un suo ruolo protettivo, grazie al legame all’eparansolfato che impedisce, quindi, l’entrata del virus. Lo studio appena pubblicato dal team dei clinici di Tor Vergata, insieme ai Colleghi della Sapienza sulla rivista Journal of Molecular Sciences (https://www.mdpi.com/1422-0067/21/14/4903) ha approfondito i meccanismi d’azione della lattoferrina, suggerendo l’utilizzo di quest’ultima nel trattamento dei pazienti Covid positivi paucisintomatici ed asintomatici. L’effetto della lattoferrina contro il Covid può essere considerato anche in prevenzione come un’arma efficace nel controllo del contagio. Policlinico Tor Vergata, Maria Rosa Loria - cell. 329.9023456 –

 

Comunicato stampa Policlinico Tor Vergata di Roma

 

I prodotti della TDC in commercio a base di Apolattoferrina




Cos’è la lattoferrina e perché può combattere l’infezione da coronavirus

Sin da quando il coronavirus SARS-CoV-2 circolava soltanto in Cina, i medici e gli scienziati hanno compreso che il patogeno colpisce in modo piuttosto marginale i bambini. Benché infatti non manchino infezioni gravi e purtroppo anche rarissimi esiti fatali, nella stragrande maggioranza dei casi i piccoli se contagiati risultano asintomatici o sviluppano sintomi lievi. È come se avessero una sorta di “scudo immunitario” più efficiente degli adulti. Com'è possibile? Provando a rispondere a questa domanda, un team di ricerca italiano guidato dalla scienziata Elena Campione dell'Unità di Dermatologia dell'Università di Roma Tor Vergata ha deciso di concentrarsi sulla lattoferrina, una glicoproteina legata all'immunità naturale (particolarmente pronta nei bambini) e presente nel latte di tutti i mammiferi. In quello umano, come specifica l'Istituto Humanitas, ce ne sono circa 2 grammi per ogni litro.

 

L'idea che la lattoferrina potesse offrire una protezione contro il coronavirus SARS-CoV-2 risiede nelle sue note proprietà antivirali e antinfiammatorie, già evidenziate da indagini passate. In parole semplici, come indicato in un comunicato stampa dell'ateneo romano, questa sostanza ha la capacità di “divorare” il ferro circolante non legato dai fluidi corporei nelle aree soggette a infiammazione, e in questo modo lo toglie agli agenti patogeni – come il nuovo coronavirus – che lo sfruttano per invadere l'organismo attaccato. In pratica la lattoferrina sottrae la "benzina" al virus e potenzia così l'azione del sistema immunitario. L'azione antivirale contro i patogeni è sia diretta che indiretta, spiega l'Università di Tor Vergata: da una parte si lega ai siti dei recettori virali o a strutture delle cellule che impediscono l'aggancio, dall'altra catalizza la risposta immunitaria. Nello specifico, la glicoproteina si lega ai glicosamminoglicani della membrana plasmatica, chiudendo la porta in faccia ai virus. Questo meccanismo è stato osservato contro diversi patogeni, come quelli responsabili dell'herpes e dell'HIV (che causa la sindrome da immunodeficienza acquisita o AIDS). Curiosamente, è stato dimostrato che i pazienti con l'AIDS presentano una carenza di questa proteina. La lattoferrina si trova “nelle mucose e nei granuli dei neutrofili insieme ad altri fattori quali il lisozima e la lattoperossidasi”, spiega l'ateneo romano, mentre i suoi recettori specifici “sono presenti sulle cellule epiteliali a livello delle mucose, sui linfociti, monociti, macrofagi e piastrine”. Per tutte queste ragioni “è considerata uno tra i più importanti fattori dell'immunità naturale non anticorpale”.

Alla luce di queste premesse, e poiché in uno studio del 2011 è stato dimostrato che può essere efficace anche contro il SARS-CoV, il patogeno responsabile della SARS e “cugino” del nuovo coronavirus (col quale condivide larga parte del patrimonio genetico), la professoressa Campione e i colleghi hanno provato a testare la lattoferrina in uno studio clinico con pazienti COVID-19, affetti dalla forma asintomatica e paucisintomatica (sintomi lievi). Nello specifico, come indicatoci dal dottor Luigi Biancardi di TDC – Technology Dedicated to Care, nello studio è stata testata "una formulazione innovativa a base di Apolattoferrina incapsulata in Liposomi, che hanno la funzione di proteggere la proteina ed evitarne una denaturazione". Si tratta di una "molecola priva di ferro e fino a 5 volte più attiva della Lattoferrina" messa a disposizione del team della professoressa Campione proprio dalla società biotecnologica di Biancardi.

 

Lo studio ha dimostrato che i partecipanti – cui la sostanza è stata somministrata per via nasale (spray) e orale – si sono negativizzati nel giro di 12 giorni e i loro sintomi, laddove presenti, sono spariti. Per dimostrare l'effettiva efficacia preventiva della lattoferrina saranno naturalmente necessari studi più approfonditi, dato che al momento mancano le evidenze scientifiche, ma i risultati preliminari restano perlomeno promettenti. Come spesso accade in questi casi, è già iniziato l'assalto agli integratori a base di lattoferrina, andati letteralmente a ruba nelle farmacie. Ricordiamo che è doveroso consultare sempre il proprio medico, prima di lanciarsi nell'assunzione di questi prodotti. I dettagli della ricerca “Lactoferrin as Protective Natural Barrier of Respiratory and Intestinal Mucosa against Coronavirus Infection and Inflammation” sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Journal of Molecular Sciences.

Fonte Fanpage.it

Per altre notizie su lattoferrina e Covid, collegarsi al sito del noto infettivologo Massimo Andreoni, gestito dal team Biancardi

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