Un tuffo nel passato: Michele Mari, pittore e abile scultore molto seguito e amato a Marano

 


Per non dimenticare: ricordiamo i pittori di Marano attraverso articoli pubblicati agli inizi degli anni ’90 dal glorioso periodico “ideaCittà” a firma della giornalista Angela Mallardo. Iniziamo da Miche Mari

Maggio 1992

E’ la prima volta che ci interessiamo di un pittore che è già scomparso. Ma l’artista di cui ci occupiamo questa volta merita ben di più di un necrologio o di un sintetico ricordo. Michele Mari, infatti, è stato un pittore molto seguito e amato a Marano per le sue indubbie capacità artistiche, ma anche perché era un uomo sensibile alle problematiche che hanno investito la nostra città negli ultimi decenni. Lui se ne è fatto testimone sottile e intrigante, lasciando in alcuni suoi quadri tracce di una memoria storica che altrimenti sarebbe andata perduta. La sua prima mostra risale al 1956, dopo di che ha partecipato a numerose collettive riscuotendo sempre unanimi consensi di critica e di pubblico. Ha, infatti, esposto al provveditorato agli Studi di Napoli, al Palazzo delle esposizioni di Roma e al Vomero conseguendo diplomi di merito, medaglie, coppe e premi ad ogni occasione. Le sue opere figurano in collezioni private italiane e straniere: alcune si trovano a Marano presso la casa comunale e nella parrocchia Spirito Santo. Svariati i soggetti a lui cari: personaggi del mondo popolare, scugnizzi, zingare, volti intensi di anonimi cittadini maranesi, e poi paesaggi, scene di lavoro, squarci di una realtà quotidiana e tranquilla. Efficaci e suggestivi i panorami di cittadine campane: Castelvolturno, Agropoli, San Marco di Castellabate, Balvano in Lucania. Non mancano vedute di Marano, molte delle quali rappresentano ormai l’unica testimonianza di oggetti, monumenti, paesaggi barbaramente distrutti o devastati dall’incontenibile scempio edilizio operato negli ultimi anni. Con nostalgia vediamo le “Cento cammarelle”, un antico castello feudale che sorgeva nei  pressi del cimitero, prima di essere abbattuto per i soliti motivi e tra l’indifferenza delle autorità. E ancora la lussureggiante pineta di Calvizzano, che ha lasciato il posto a ben più fruttuosi palazzoni di cemento.  

Ma il Mari era anche un abile scultore dal tocco delicato, capace di dare ai volti che plasmava su bronzo e alabastrino un’espressività estremamente realistica. La sua versatilità gli ha concesso anche di essere un buon autore di canzoni e poesie.

Angela Mallardo  

 




Ringraziamo il signor Giovanni Biondi, titolare dell’Eliografia Biondi,  pronipote dell’artista Mari, buonanima, per le foto che ci ha inviato

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