Un tuffo nel passato, Giovanni Rinaldi artista maranese eclettico e geniale

 


Per non dimenticare: ricordiamo i pittori di Marano attraverso articoli pubblicati agli inizi degli anni ’90 dal glorioso periodico “ideaCittà” a firma della giornalista Angela Mallardo. Dopo Michele Mari è la volta di Giovanni Rinaldi, buonanima, padre di Stefano Rinaldi, pioniere del giornalismo locale: è stato corrispondente dell'Ansa, tra i fondatori di ideacIttà e L’attesa

 “ideaCittà”, gennaio 1990

Se volessimo dargli una collocazione temporale perfettamente adeguata al suo modo di far pittura, non potremmo che trasferirlo nel ‘500, secolo che dell’arte ha visto l’apice e la decadenza. Giovanni Rinaldi, infatti, dipinge proprio come un “manierista”, quei pittori che ebbero la fortuna e nello stesso tempo la sfortuna di essere contemporanei di geni assoluti come Michelangelo, Raffaello, Tiziano, Leonardo. Con questi, infatti, l’arte aveva raggiunto un livello così alto da non poter essere superato, per cui agli artisti che succedettero loro non rimase altro da fare se non dipingere alla loro maniera.

Anche Giovanni Rinaldi, un originale ed eclettico nostro concittadino, si diletta a dipingere come i grandi maestri cinquecenteschi. La maggior parte delle sue opere, infatti, sono riproduzioni dei grandi capolavori del cinquecento: madonne, maternità, crocifissioni, oltre a ritratti e paesaggi. L’amore per la pittura è di vecchia data per il maestro Rinaldi, insegnante elementare dal ’47, ma dedito da sempre a molteplici altre attività. Da giovane aveva un debole per l’elettro-radiotecnica, durante la guerra apprese l’invenzione della televisione da libri americani e quando lo raccontava in giro, nessuno gli credeva.

Nel ’45 fu correttore di bozze de “L’Avanti!”, organo di stampa dell’allora “Partito unico socialista” che aveva sede a Napoli e scadenza settimanale.

Nel ’47 fu assessore alla Pubblica Istruzione durante la prima e terza amministrazione Orlando.

“Nel corso della mia vita, oltre all’insegnamento, che ho sempre fatto con passione, mi sono dedicato a tante altre attività – ci dice – ma più di tutto ho amato la pittura classica, però non l’ho considerata mai come un lato speculativo su cui guadagnare. Per questo motivo non ho mai fatto una mostra, a parte quelle scolastiche (I e III circolo) che avevano l’unico scopo di far conoscere la mia pittura”.

Attualmente sta ultimando una riproduzione di grandi dimensioni (3 metri per 1,5) della “Trasfigurazione di Cristo”, opera che vorrebbe donare a una dele parrocchie di Marano.

Angela Mallardo   

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