Per non dimenticare:
ricordiamo i pittori di Marano attraverso articoli pubblicati agli inizi degli
anni ’90 dal glorioso periodico “ideaCittà” a firma della giornalista Angela
Mallardo. Dopo Michele Mari è la volta di Giovanni Rinaldi, buonanima, padre di
Stefano Rinaldi, pioniere del giornalismo locale: è stato corrispondente dell'Ansa, tra i fondatori di ideacIttà e L’attesa
Se volessimo dargli una collocazione
temporale perfettamente adeguata al suo modo di far pittura, non potremmo che
trasferirlo nel ‘500, secolo che dell’arte ha visto l’apice e la decadenza.
Giovanni Rinaldi, infatti, dipinge proprio come un “manierista”, quei pittori
che ebbero la fortuna e nello stesso tempo la sfortuna di essere contemporanei
di geni assoluti come Michelangelo, Raffaello, Tiziano, Leonardo. Con questi,
infatti, l’arte aveva raggiunto un livello così alto da non poter essere
superato, per cui agli artisti che succedettero loro non rimase altro da fare
se non dipingere alla loro maniera.
Anche Giovanni Rinaldi, un originale ed
eclettico nostro concittadino, si diletta a dipingere come i grandi maestri
cinquecenteschi. La maggior parte delle sue opere, infatti, sono riproduzioni
dei grandi capolavori del cinquecento: madonne, maternità, crocifissioni, oltre
a ritratti e paesaggi. L’amore per la pittura è di vecchia data per il maestro
Rinaldi, insegnante elementare dal ’47, ma dedito da sempre a molteplici altre
attività. Da giovane aveva un debole per l’elettro-radiotecnica, durante la
guerra apprese l’invenzione della televisione da libri americani e quando lo
raccontava in giro, nessuno gli credeva.
Nel ’45 fu correttore di bozze de “L’Avanti!”,
organo di stampa dell’allora “Partito unico socialista” che aveva sede a Napoli
e scadenza settimanale.
Nel ’47 fu assessore alla Pubblica
Istruzione durante la prima e terza amministrazione Orlando.
“Nel corso della mia vita, oltre all’insegnamento,
che ho sempre fatto con passione, mi sono dedicato a tante altre attività – ci dice
– ma più di tutto ho amato la pittura classica, però non l’ho considerata mai
come un lato speculativo su cui guadagnare. Per questo motivo non ho mai fatto
una mostra, a parte quelle scolastiche (I e III circolo) che avevano l’unico
scopo di far conoscere la mia pittura”.
Attualmente sta ultimando una riproduzione
di grandi dimensioni (3 metri per 1,5) della “Trasfigurazione di Cristo”, opera
che vorrebbe donare a una dele parrocchie di Marano.
Angela Mallardo