Gli approfondimenti di calvizzanoweb. Marano, via Lazio: distributore di carburanti sì, parco urbano no
Per il Parco Urbano di
via Lazio, strappato alla città, “fu commessa un’infrazione procedurale grave”:
è scritto in una relazione del 2016 a firma dell’ex funzionaria Michela Romano,
all’epoca responsabile dei fondi Più Europa. Venne pure indetta la gara d’appalto
per la realizzazione dell’opera, ma fu revocata in autotutela due mesi dopo. Le
prove
Delle 10 opere previste
dall’Accordo di Programma stipulato, nell’ambito dei fondi PIU EUROPA, con la
Regione c’era anche il Parco urbano di via Lazio, finanziato per
un milione 800mila euro.
Gara d’appalto: prima bandita e poi annullata in autotutela. Le
prove
A febbraio 2012 venne pure indetta la
gara d’appalto per la realizzazione dell’opera, ma fu revocata in autotutela
due mesi dopo. Per quale motivo?
Perché non c’erano i circa 400mila
euro che occorrevano per effettuare gli espropri. Cifra che, da
regolamento dei fondi Più Europa, non poteva ricadere per più del 10% sul
finanziamento elargito (nel caso specifico, dunque, 180mila euro), ma doveva
essere attinta per il 90% dai fondi comunali che ammontavano a 3milioni200mila euro,
tutti utilizzati per l’ampliamento caserma dei carabinieri.
“L’opera “Ampliamento Caserma dei
Carabinieri” - scrive l’architetto Michela Romano nella sua
relazione - venne bandita prima della stipula dell’Accordo con
finanziamento a totale carico del Comune. La decisione politica di finanziare
detta opera con i fondi comunali ha provocato la non realizzabilità delle opere
“Parco Urbano” e “Area San Rocco – Corso Mediterraneo”, giacché, come si evince
dalla documentazione presente presso il PIU EUROPA, il finanziamento comunale
doveva coprire tutte le spese non rientranti e/o compatibili con quanto
previsto”.
Il problema della mancata copertura dei
maggiori costi relativi all’esproprio, dunque, furono causati dalla scelta politica
di dirottare i 3milioni200mila euro, quota di cofinanziamento comunale,
sull’opera di ampliamento della Caserma dei Carabinieri.
“Fu commessa
un’infrazione procedurale grave – scrive Romano – in quanto la
quota comunale doveva servire a coprire le spese eccedenti, come appunto il
maggior costo dell’esproprio”.
Ai tempi del Commissario straordinario
Gabriella Tramonti venne dato indirizzo all’Ufficio tecnico di rielaborare il
progetto definitivo, già consegnato a suo tempo al Comune dal gruppo di
professionisti incaricati, capeggiato da Giuliano Gennari, dopodiché si sarebbe
dovuto bandire una nuova gara d’appalto. Poi il prefetto Tramonti andò via e
subentrò l’ex sindaco Angelo Liccardo ad amministrare la città. Si
valutò di nuovo la possibilità di una variazione al progetto che prevedeva la
realizzazione di un asse viario di supporto, riducendo di fatto l'area
destinata a parco, provocando la conseguente economicità che avrebbero
consentito di non perdere il finanziamento e di realizzare una primaria opera
pubblica di importanza strategica per la viabilità locale.
“A tal proposito – è scritto
nella relazione - sono stati già contattati i tecnici incaricati per
richiedere la loro disponibilità a rivisitare il progetto, senza aggravio di
spese. Il Comune è attualmente in attesa di una risposta, in caso di mancata
disponibilità dei suddetti professionisti, i tecnici comunali si sono resi
disponibili, sempre senza pesare sulle già esigue casse comunali”.
Per il parco Urbano di via Lazio il
primo acconto dei 14mila euro spettanti all’ufficio rup
(responsabile unico procedimento) fu ripartito, come riportato dal periodico
l’attesa dell’epoca, a due tecnici e a due impiegati comunali, tra cui anche un
usciere del Comune che non avrebbe mai prestato servizio all’ufficio tecnico.
Il progetto definitivo, redatto da Raggruppamento temporaneo di professionisti
di Giuliano Gennari di Parma (capogruppo, ma ne facevano parte anche gli
architetti maranesi Filippo Retillo e Maria Claudia Giannella e l’ing.
Francesco Monteforte, all’epoca residente a Baiano), che presentò in sede di
gara un ribasso del 2,85% sull’importo a base d’asta di 71mila818 euro,
venne consegnato al Comune il 12 maggio 2011, mentre i professionisti sarebbero
stati liquidati il 27 maggio 2011, poco prima che terminasse il mandato del
sindaco Perrotta.
Resta il fatto che del Parco urbano e
della strada non vi sono più tracce. Oltre a un grande polmone di verde,
più ampio di quello in Corso Italia a Villaricca, è sfumato l’allargamento di
via Baracca che avrebbe risolto i problemi di viabilità interna e intercomunale
sull’asse Calvizzano-Napoli.