Calvizzano verso le amministrative, una ulteriore risposta dell’opinionista De Magistris al candidato sindaco Pirozzi



Riceviamo e pubblichiamo

Ancora una volta torno a dire che la mia formazione politica mi induce a non fomentare polemiche, tirato per i capelli, non posso che rispondere al dott. Giacomo Pirozzi con argomentazioni che lo possano indurre ad un confronto dialettico, come auspicato nelle conclusioni del suo articolo, convinto che anch'egli  sia libero dal campanilismo spicciolo.
Anch'io per motivare a ragione, i danni scaturiti da Tangentopoli, con la caduta della Prima Repubblica, l'annientamento della classe politica e la scomparsa dei partiti che sono stati e restano, portatori di valori democratici, con un valore aggiunto, scaturito  dal Movimento della Resistenza e manifestatosi attraverso  il confronto di idee di politici di spessore che li rappresentavano, i quali si resero promotori di stilare la COSTITUZIONE una delle più complete dei Paesi Occidentali.                                                                                                    Il successivo avvento  della Magistratura Inquirente ed in alcuni casi collusa con una piccola parte della Magistratura Giudicante hanno stravolto gli equilibri dei poteri portanti della Carta Costituzionale. Alla  luce degli eventi, parlare  di Giustizia è un semplice palliativo per ingannare gli elettori, bisogna vagliare subito riforme di struttura  tra  le quali quella della Giustizia con la divisione delle carriere dei Giudici Inquirenti e dei Giudici Giudicanti per riportare il Paese Italia, in termini normativi, a livello delle democrazie più evolute dell'Occidente.  Questa è la ragione che mi ha  indotto a citare il Prof. Francesco De Martino che ho conosciuto e frequentato personalmente per non citare altri grandi del Socialismo.                  

Le affermazioni di Pirozzi,  "sono stato un ex democristiano" e citare i vari politici di spessore come Don Sturzo, De Gaspari, La Pira, Moro, anch'essi promotori della Costituzione, ha un suo valore, ma significa poco difronte alle scelte che il momento politico attuale ci impone.  Ricordare altresì  la propria nascita politica nell'Azione Cattolica spronato dal compianto Don Peppino Cerullo ( che ho conosciuto e stimato personalmente per la sua condotta da religioso) non motiva alcunché, se non quello di recuperare, allo stato inesistente un rapporto con gli attuali religiosi locali: don Ciro e don Giovanni Tammaro.

La Democrazia Cristiana era omnia comprensiva, comprendeva i pensieri che nella sostanza erano antitetici di Donat Cattin a Scelba, ha contribuito quale maggiore forza di maggioranza alla costruzione del Paese con la finalità  di combattere i regimi totalitari del comunismo e del fascismo.

La globalizzazione, con cui la finanza ha preso il sopravvento sulla produzione, e la ricchezza mondiale è concentrata in mani di pochi la politica si dovrebbe misurare sul modello di sviluppo da adottare, attraverso riforme di strutture. Anche a livello locale c’è bisogno di una svolta di cambiamento in cui  lo Stato, in alcune zone dove l'illegalità  cerca di imporre i suoi usi,  deve imporre  la sua voce.

Il mio invito da opinionista politico di matrice socialista, riformista e fautore di un reale cambiamento, rivolto in primis ai religiosi locali, è costruire un' unità  d'intenti tra il riformismo cattolico progressista ed il riformismo socialdemocratico.

Nell'ultima riunione un soggetto presente mi chiedeva se parlavo a nome del Partito Democratico, con convinzione gli risposi che l'attuale processo di cambiamento passa anche e non con l'esclusione del Partito Democratico, la mia non iscrizione ad esso, da convinto riformista socialista, è che l'unificazione si è prodotta ai vertici mentre un percorso dal basso, come auspico, avrebbe prodotto risultati migliori.


Mi auguro che questa mia chiarificazione sia esaustiva, per  il percorso indicato e gli interrogativi posti in precedenza, almeno per i soggetti che si sentono  di esprimersi e di credere nei valori del vasto mondo progressista, anche se ho dovuto riscontrare  in alcuni una forma di pregiudizi a priori, che restano elementi frenanti per un cambiamento.                                                                                     Non vorrei  incorrere in una scelta del dividere come qualche sprovveduto che pensa di utilizzare le divisioni.                                                                                                          
Così' come chiedono risposta i quesiti  rivolti al dottore Pirozzi: stimare politicamente il consigliere regionale Michele Schiano significa seguirlo nel percorso dei Fratelli d'Italia?                                              La sua eventuale Giunta da che parte sta nel centro- destra o nel centro- sinistra?                                                                                      Il passo di lato richiesto è un invito al confronto dialettico per la crescita politica sulla stesura del programma: privilegiare il filone ecologico e digitale, trovandosi il Comune di Calvizzano nella Terra dei Fuochi, privilegiare il verde alle costruzioni tout court affinché  il Comune possa fare tre passi avanti?                                                                                   

Credo che ci siano ancora i margini per un recupero politico per la costruzione di una lista di opposizione di matrice innovativo-progressista.                                                                                          A quello che ho potuto apprendere sul campo, le divisioni riscontrate non sono e non potrebbero essere di natura politica per cui, a mio parere,  è necessario sia il contributo unitario di espressioni politiche emergenti zonali che il contributo di politici locali di  vecchio stampo che dimostrino  che il campanilismo persistente è il male peggiore per una svolta di cambiamento da diventare esempio di modello da esportare nell'intero Paese per i Comuni con meno di 15.000 abitanti.

Dott. Franco De Magistris

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