"Me
pare 'a porta d' 'a vammana"... E' un detto tipico della lingua
napoletana, coniato dal popolino per indicare, con ironia, quando una persona è
costretta a essere sempre disponibile per gli altri...
E' cosa risaputa, infatti, che un tempo, e parliamo di almeno fino ad una
quarantina di anni fa..., la porta di casa della Levatrice doveva era sempre
aperta..., perché in ogni momento della giornata, anche di notte, riceveva
chiamate ad intervenire d'urgenza, presso le case delle partorienti, in
procinto di dare alla luce i loro pargoli.
La
Levatrice, ancora prima di essere riconosciuta dal sistema sanitario, è stata
una figura importantissima nel nostro territorio nelle epoche
passate.
Prima del riconoscimento pubblico della professione, con conseguente nascita di un albo professionale, la Levatrice era una donna del popolo, particolarmente esperta, che aveva acquisito i segreti del mestiere, spesso tramandandosi di madre in figlia, di generazione in generazione, le basilari pratiche di ostetricia ed era indicata dal popolino con il termine di "vammana". Le "vammane" venivano talvolta considerate delle vere e proprie "santone", per loro capacità di intervenire anche in condizioni molto difficili. Ancor prima della diffusione del parto in ospedale, il suo ruolo (un po' ostetrica, un po' ginecologa, ma anche fondamentale consigliera delle gestanti che a lei si rivolgevano per ogni dubbio o problema durante la gravidanza), era considerato di grande rilevanza sociale.
Prima del riconoscimento pubblico della professione, con conseguente nascita di un albo professionale, la Levatrice era una donna del popolo, particolarmente esperta, che aveva acquisito i segreti del mestiere, spesso tramandandosi di madre in figlia, di generazione in generazione, le basilari pratiche di ostetricia ed era indicata dal popolino con il termine di "vammana". Le "vammane" venivano talvolta considerate delle vere e proprie "santone", per loro capacità di intervenire anche in condizioni molto difficili. Ancor prima della diffusione del parto in ospedale, il suo ruolo (un po' ostetrica, un po' ginecologa, ma anche fondamentale consigliera delle gestanti che a lei si rivolgevano per ogni dubbio o problema durante la gravidanza), era considerato di grande rilevanza sociale.
Le
Levatrici professionali, poi (più recentemente chiamate
"ostetriche"), hanno avuto uno sviluppo considerevole in epoca
moderna, specie negli anni del boom delle nascite, quindi tra la fine dell'800
e i primi anni sessanta del secolo '900, perché era consuetudine delle madri napoletane e
ancor più quelle del quartieri cosiddetti rurali dell'hinterland partenopeo e
della cinta provinciale, partorire i loro pargoli in casa. Solo negli ultimi
decenni questa pratica è stata completamente cancellata e il parto avviene
ordinariamente nei reparti di Ostetricia degli ospedali o cliniche cittadine.
Ruolo fondamentali hanno avuto in questo campo i noti ospedali del "San
Gennaro dei Poveri" (chiamato dal popolo anche "'o Murvillo") e
"dell'Annunziata", che vantavano medici, ostetriche e
infermieri all'avanguardia, nei loro reparti specializzati.
Nella ricerca storica abbiamo rilevato come nel periodo post' unitario le autorità ebbero una particolare attenzione alla assegnazione di Levatrici nel territorio cittadino e soprattutto nei Villaggi periferici della città di Napoli, definite "Levatrici Condotte".
Nella ricerca storica abbiamo rilevato come nel periodo post' unitario le autorità ebbero una particolare attenzione alla assegnazione di Levatrici nel territorio cittadino e soprattutto nei Villaggi periferici della città di Napoli, definite "Levatrici Condotte".
Fonte
Piscinolablog