Il Virus e il Mezzogiorno



Dall’opinionista politico Franco De Magistris (maranese con residenza a Calvizzano) riceviamo e pubblichiamo
  
La pandemia che attanaglia il Globo e, in particolare il nostro Paese, con un indice di mortalità  prodotto dal coronavirus, assimilabile ai tristi ricordi lontani della "peste" e, più'  recenti, della seconda guerra mondiale, imponendo da parte dello Stato l'obbligo "a non uscire di casa" e la chiusura delle attività  non prettamente necessarie,  ci induce a riflettere tutti, augurandoci un presto ritorno alla normalità.   Per noi meno giovani, e non solo, un evento eccezionale di tale portata, ciclico e centenario per alcuni versi, può' produrre solo cambiamenti nel pensare, nell'agire, e nel proporsi nel domani immediato. Colgo l'invito dell'amico, prof. Michele Izzo, nel sostenere che non è il momento di fare distinguo in politica. Per cui mi astengo dal dare  giudizi sull'Amministrazione Visconti. Il detto “Eduardiano” "add'a passà 'a nuttata" e' sempre valido. Rileggendo il lucido ed interessante articolo " il virus ed il piano per il Sud " dell'amico giornalista Emanuele Imperiale sul Corriere del Mezzogiorno, resto ancora più profondamente convinto che lo Sviluppo del Sistema Italia deve passare inevitabilmente per il Mezzogiorno.  Non si può' prescindere da una Europa sempre più politica che dovrebbe farsi carico delle disfunzioni della società  contemporanea, globalizzata con padronanza finanziaria: c’è bisogno di scelte che vanno nella direzione di aggregazione di obbiettivi comuni e non disaggreganti per danneggiare i ceti più  deboli della società.                                           In questo contesto, si intravede un riequilibrio dei Mezzogiorno d'Europa e quindi del Sud del Paese. Un Piano Marshall che riequilibri le disfunzioni tra  nord e sud del Continente, dove l'Europa Politica dei Popoli non fa distinzione tra l'abitante delle terre bagnate dal Mediterraneo a quello del Nord Europa.                                          Come il coronavirus, che non fa discernimento del ceto sociale, del sesso, del colore della pelle così essere e sentirsi Europei significa soggetti con diritti e doveri comuni.

Le contraddizioni delle comunità  definite ( più' liberali?), in particolare degli USA e della G.B., oggi amministrate da Donald Trump e Boris  Johnson, (da alcuni politici nazionali da prendere ad esempio e più  liberali di essi non si può?), di fronte al caso eccezionale, dimostrano tutti i loro limiti nel combattere un evento eccezionale, il coronavirus, che  ad una sanità dove il pubblico ha un ruolo secondario,  è la dimostrazione che, quando si vuole privilegiare il privato dal pubblico, si può  incorrere in un pericolo senza precedenti, dove la richiesta spasmodica di Trump di acquisire con il "dio denaro", il brevetto dell'auspicabile  vaccino,  per primi,  sul mercato, la fa da padrone. Bisogna  evitare il solo pensare in questa direzione: la ricerca è patrimonio dell'umanità. La  medesima ricerca è fondamentale supporto ad una sanità pubblica che i Governi nazionali degli ultimi oltre cinque  lustri  hanno sottovalutato nel loro insieme; la sanità, e in particolare la ricerca, anche se eccellenze in merito non mancano, dimostrazione è, fra le altre, il concittadino prof. Paolo Antonio Ascierto, Direttore Unita' Oncologica Melanoma, Immunoterapia e Terapia Innovativa  del "Pascale" .   L'Italia  e l'Europa tutta, da questa pandemia possono trarre soltanto insegnamento per la costruzione di una Europa Politica, da presentarsi  al Mondo intero come paladina che, nel corso dei secoli, si è saputa evolvere e trasformare: da popoli di guerrieri ad esempio di unità dove i valori primari, uniti ai beni essenziali, sono salvaguardati e indispensabili per il vivere civile.
Da convinto europeista, deduco che i primi segnali delle decisioni prese dall'Europa  Comunitaria vanno in questa direzione, convinto altresì come non mai che è maturo il tempo degli  ideali di Altiero Spinelli, uno per tutti,  promotori della costruzione di una Europa Politica. Come  sono certo che è  " l'homo sapiens" a determinare  i processi storici, a frenarli o accelerarli, così  sono altrettanto convinto che la produzione debba riprendersi il primato sulla finanza, dove il ruolo del lavoro, sia esso intellettuale che manuale è determinante nei processi in atto. Purtroppo la volontà  di ostacolare il processo di integrazione europeo è condizionato da parte di interessi contrapposti delle altre potenze mondiali.  La finanza è un mezzo non il fine per lo sviluppo del Continente, compito dei Politici, dunque, è saperla regolare!                                            Se si pensasse  in positivo, possiamo definire questo un Momento Storico per cui è auspicabile che la maggioranza del paese, dopo repentine scelte (dal berlusconismo al sinistrismo,  dal movimentismo stellato al sovranismo salviniano), augurandosi il cambiamento, debba saper dare una linea politica riformista che si rispecchi nelle attuali forze politiche, prettamente europeiste negli altri paesi, per favorire una fattiva integrazione politica dei singoli cittadini.

Franco De Magistris



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