Nel
2004, durante la gestione commissariale venne abbattuta per far posto a un
complesso residenziale: il giornale “L’attesa” fu uno dei pochi a parlarne,
dedicando una pagina alla vicenda
L’articolo dell’epoca (numero 8-9/2004 del
periodico “L’attesa”
Ancora un’aggressione al patrimonio artistico di
Marano: un altro pezzo di storia destinato a essere divorato impietosamente
dalle colate di cemento. Mercoledì 22 settembre 2004, ci hanno telefonato in
redazione l’ex assessore all’urbanistica Biagio Sgariglia e altri
rappresentanti di Rifondazione per avvisarci che si stava demolendo la
seicentesca Masseria Galeota, affacciata da secoli su via San Rocco.
Nel 1630, il territorio di Marano comprendeva sia Quarto
che l’attuale Monteruscello; su tale enorme distesa c’erano tre Principi. Il
principe Capece-Galeota aveva avuto il feudo sui possedimenti di San Rocco,
Monteleone e Quarto e la sua reggia era appunto quella che poi fu denominata
masseria Galeota. Ormai di quelle antiche vestigia non esiste più nulla.
Alcuni esponenti di Rifondazione, con Corrado Gabriele
in testa, avevano già allertato i carabinieri, la polizia municipale, i
commissari straordinari, e la Sovrintendenza di Napoli.
Lo sventramento è stato attuato presentando all’Ufficio
tecnico, il 16 luglio 2004, una semplice DIA che, come conferma Sgariglia, va
prodotta solo in caso di lavori di ristrutturazione e sempreché si conservi la destinazione d’uso originaria. Poiché
la masseria insisteva in una zona agricola e poiché era soggetta a vincolo di
valorizzazione imposto dal Comune, era consentito al massimo un intervento di
ristrutturazione conservativa, da realizzare addirittura con appropriate tecniche
di restauro. Quindi, in nessun caso si sarebbe potuto abbattere l’antico
maniero per costruire al suo posto un palazzo ex novo.
Sull’argomento è intervenuto anche Mauro Bertini che,
il 28 settembre, ha protocollato al Comune una nota indirizzata alla
Commissione straordinaria e, per conoscenza, al Prefetto e al Ministro dell’Interno.
“Per abbattere – si legge nella lettera -, nel
breve spazio di poche ore, la masseria Galeota (vero e proprio momento della
storia agricola di Marano, protetto e tutelato da due delibere di Consiglio
comunale), hanno aspettato che, sciolta l’amministrazione comunale, si
instaurasse il regime di anarchia territoriale che, di fatto, si è venuto a
concretizzare dal 28 luglio”.
Sì, ma la Dia non era datata 16 luglio?
“Non ha importanza – ha dichiarato l’ex sindaco
– Se ci fossi stato io, non sarebbe successo questo scempio”.
Accanto alla chiesetta si nota ancora l'ingresso della vecchia masseria |