“Un viaggio appassionante”, biografia dell’artista calvizzanese Paolo Ferrillo: è stato uno dei pochi amici sinceri di Otello, il cantore metropolitano che ricorderemo sabato, ore, 17, nella sala teatrale della parrocchia San Giacomo. Gli ha dedicato diverse canzoni.
“…Da allora Otello diventò il mio punto
di riferimento musicale ed ogni volta che componevo un nuovo brano, la prima
cosa che pensavo era: ”piacerà ad Otello?”. Lo faccio ancora oggi ma purtroppo
la domanda è: “sarebbe piaciuto ad Otello?”.
Tengo a precisare che ho sempre scritto
per diletto, non ho mai pensato di proporre a qualcuno i miei testi
musicati. So di non avere una bella voce ma per conservarli, dovevo
cantarli e registrarli. Le registrazioni sono “casalinghe” e quindi
“”arrangiate” (nel senso napoletano della parola).
Sono nato a Calvizzano, in via Roma 39
(“ncopp a chiazz” a pochi metri in linea d’aria dalla casa
paterna della scrittrice Lella Di Marino) nel 1959; lì ho trascorso la mia
infanzia, giocando nei cortili delle famiglie Filogamo. Michele (deceduto circa
un anno fa) era un vulcano di idee; al mattino, per i nostri soldatini,
costruivamo scenografie che puntualmente demolivamo la sera. Nel mio archivio
dei ricordi, quei luoghi di gioco sono molto presenti; in un brano musicale che
si intitola “cortili di ieri”, ne ho riportato le immagini che la mia memoria
ha conservato. Ogni tanto i nostri genitori ci permettevano di giocare “in
trasferta” e ci recavamo “ncopp e muntagnell”,
un lotto di terreno che si trovava alle spalle della succursale della scuola
media, dove cumuli di macerie su cui cresceva vegetazione spontanea, davano al
luogo una morfologia adatta ai giochi di “pistoleri ed indiani”. Ho frequentato
sia le scuole elementari che le scuole medie a Calvizzano. Nel 1973 mio
fratello Antonio mi regalò una chitarra su cui iniziai subito a strimpellare
canzoni, utilizzando il giro di DO. Poi, approfittando del fatto che Otello (Di
Maro, morto suicida in una gelida vigilia di Natale del ’98, Ndr), in quel
periodo, imbiancava la casa dei miei genitori, gli chiesi se poteva darmi
lezioni e cosi durante quei giorni di lavoro mi insegnò a suonare alcune
canzoni di Battisti e dei Beatles. Nel giro di poche settimane, grazie ai suoi
consigli, riuscii a suonare tutte le canzoni che volevo. Da allora
Otello diventò il mio punto di riferimento musicale ed ogni volta che componevo
un nuovo brano, la prima cosa che pensavo era: ”piacerà ad Otello?”. Lo faccio
ancora oggi ma purtroppo la domanda è: “sarebbe piaciuto ad Otello?”.
Durante gli anni della mia adolescenza a
Calvizzano erano presenti numerosi gruppi musicali (“I Senza Nome”,
“I Nautilus”, per citarne qualcuno) e i ragazzi potevano
assistere alle loro prove che venivano effettuate in vecchie cantine
(anche Pasquale Di Maria aveva il suo gruppo con il quale
provava nel garage della casa paterna).
Condividere la mia passione con Santolo
Sarracino (sempre disponibile a dare suggerimenti tecnici), Ernesto
Torinelli (batterista), i cugini Alfè (chitarristi)
mi ha aiutato a crescere musicalmente.
Con Elio Salatiello, che
aveva a disposizione un locale al piano terra della casa dei genitori, ci
divertivamo a suonare in gruppo. Un suo amico di Sant’Antimo, diplomato al
conservatorio di Napoli, nel 1978 mi aiutò a scegliere la chitarra
classica che ancora oggi utilizzo.
Altri due “incontri musicali” importanti
sono stati: quello con il maestro Pasquale Di Maio che
conobbi ad Udine (1993/98) il quale mi insegnò ad utilizzare un software
musicale che permetteva di registrare su più piste file audio di buona qualità.
Alla prima edizione del “San Daniele canta” (manifestazione
canora friulana da lui organizzata), fece suonare dalla sua orchestra il mio
brano “di notte” che fu cantato (fuori concorso) da una sua corista.
Quello con il maestro Emmanuele La Rosa di Marano
(1998/2013) ottimo musicista (chitarrista) che si è dedicato amichevolmente
all’arrangiamento di tanti miei brani. Alcuni di questi li abbiamo registrati
con la bellissima voce di Lisa Marè, cantante di Marano.
La passione per la scrittura la devo
ad Anna Chianese, mia amica di classe e di studio pomeridiano alle
scuole superiori (ITIS Galvani di Giugliano, 1973/78). Ricordo i pomeriggi
passati in “compagnia” di Foscolo e Leopardi. Io preferivo studiare
le materie tecnico-scientifiche ma lei “pretendeva” che studiassimo con la
stessa cura anche letteratura ed in questo modo mi fece avvicinare alla poesia.
Le figure retoriche (metafore, sineddoche, anastrofe, assonanze, anafore….) mi
conquistarono ed iniziai a scrivere testi ai quali legavo un motivo musicale.
Acquistai “Lo zibaldone dei pensieri” di Leopardi e ne leggevamo pagine
tra capitoli di Fisica e problemi di Elettrotecnica.
L’amore per la pittura mi è stato
indotto dal mio amico fraterno Ludovico Napolano, vero artista, che
fin dalle scuole superiori ospitava nel suo studio, situato a Calvizzano,
alcuni suoi amici del Liceo Artistico e lì trascorrevano i pomeriggi
realizzando le opere che venivano loro assegnate dai docenti di arte. Io li
osservavo e ne carpivo la tecnica. Seguivo con particolare attenzione i lavori
eseguiti con i colori ad olio e ciò mi ha consentito di dipingere i paesaggi
che più amo.
Ho partecipato a varie mostre collettive
e realizzato una personale (1995) con il patrocinio morale del Comune di
Marano. In quell’occasione il giornale “L’attesa”, per mano della giornalista
Angela Mallardo, mi dedicò un articolo.
Tutte le mie passioni le ho potute
esercitare solo grazie alla disponibilità della mia famiglia ed in particolare
di mia moglie che mi ha supportato nel corso degli anni (ci siamo sposati nel
1986).
Mi sono laureato con lode in scienze
geologiche nel febbraio del 1984, presso la Federico II di Napoli, e sono
iscritto all’ordine dei geologi dal 1985.
Ho esercitato la libera professione,
realizzando studi geologici per:
- il raddoppio della
linea ferroviaria Caserta-Foggia,
- l’integrazione al
Piano Regolatore di Calvizzano svolto insieme al Prof. Ennio Cocco,
- la frana di
Sant’Andrea sul Garigliano,
- la realizzazione di
numerosi fabbricati per civili abitazioni nell’hinterland napoletano.
Mi sono specializzato nell’insegnamento
agli alunni in difficoltà presso l’Istituto Tommaso Pendola di Siena e
successivamente (1993) mi sono trasferito, con la famiglia, ad Udine
dove ho insegnato presso la scuola media di San Daniele del Friuli [“… l’amare
il proprio lavoro (che purtroppo è privilegio di pochi) costituisce la maggiore
approssimazione concreta alla felicità sulla terra …..” P.Levi, La chiave a
stella Einaudi, 1978].
Nel 1998 sono tornato a Napoli dove ho
vinto il concorso a cattedra (classi di concorso A059 e A060) ed ho insegnato
presso l’istituto Marconi di Giugliano in Campania fino al 2014.
Nel giugno 2014, per avvicinarci a
nostro figlio Vincenzo che vive e lavora a Milano, ci siamo trasferiti a Neive
(70 minuti di auto da Milano) dove insegniamo presso l’Istituto professionale
“Arte Bianca”.
Sono sposato con Cerciello Speranza
(’64) di Marano di Napoli, insegnante di scienze motorie (di ruolo dal 1986) ed
abbiamo tre figli: Vincenzo (’88), Francesco (’94) e Alessandro (’02).
Sono iscritto alla SIAE come autore di
testi e musiche dal ’98.
Figlio di un amore, parole e musica di
Paolo Ferrillo