Si avvicina il giorno dell’evento in memoria di Otello Di Maro: a 21 anni dalla morte Calvizzano ricorda il cantante-poeta simbolo civile di una città dal volto umano




 Manifestazione organizzata dalla Pro Loco Calvizzano-Il Mio Paese. Il programma




Sabato 30 novembre, ore 10.00, nel cimitero Mugnano-Calvizzano, verrà deposto un mazzo di fiori sulla tomba dove Otello riposa accanto alla madre (“I poeti non muoiono mai, cambiano solo cielo”, cit. articolo della poetessa-scrittrice Lia Ricciardiello)    

Sabato 30 novembre, ore 11, svelamento targa nei pressi della casa dove visse e morì Otello

Sabato 30 novembre, ore 17.00-19.00, manifestazione teatro sala parrocchiale: nel corso della serata verranno declamate poesie scritte da Otello e cantati alcuni suoi brani riarrangiati.   

Chi era Otello

Era un uomo di Calvizzano. La notte del 24 dicembre, mentre tutti cenavano in compagnia, proprio quando la maggior parte della gente saluta la nascita di Gesù, azzannando un capitone, Otello salì su una sedia, strinse una corda ad un gancio e si impiccò. Raggiunse così la madre, il suo unico affetto, morta da poco, dopo aver cresciuto quel ragazzo, figlio della guerra, lasciato in “dono” da un militare americano che prima di partire la mise incinta.
Otello e la mamma hanno vissuto di stenti. Una povertà asciutta e tesa, quotidiana. Dignitosa ma irrecuperabile. Otello e la mamma erano una famiglia: lui si prendeva cura di lei, e lei di lui.
Lui scriveva poesie e canzoni, amava definirsi un artista e, quando la cupezza della sua vita ombrosa non lo attraversava, sapeva farsi voler bene dagli amici da marciapiede. Quando la mamma se ne è andata, a Otello è morto il sorriso sulle labbra. Ha smesso di uscire e si è nutrito di stenti. La sera della vigilia di Natale ha aperto una scatoletta di sardine, l’ha mangiata e poi ha deciso. Gesù nasce e io muoio. Ma sì.
In occasione dell’anniversario di quel suicidio, che ci parla ancora, la Pro Loco ha voluto ricordare la memoria di quell’uomo, e, con essa, quella di tutto uno spicchio di umanità minore, che ci vive intorno, di cui non ci accorgiamo, e che quando intravediamo ci disturba, ci rovina la festa, ci fa piombare, in un colpo, nel groviglio di paure e sensi di colpa del nostro tempo. Noi vogliamo batterla questa paura di guardare negli occhi chi è indietro. La miseria, la solitudine, la disperazione bisogna portarle addosso. Tutti. Bisogna che ci avvolga, come il cappotto grosso del nonno che fa da nascondiglio ai nipoti. Siamo tutti nello stesso girone. Se impariamo a guardare in faccia quelli che soffrono, forse possiamo capirli. Capirci. E sentirli. E farli sentire. Con Otello non l’abbiamo potuto fare, ma potremmo portare il carico di qualcun altro, se imparassimo a guardare. Per questo, proprio nell’imminenza dei giorni di Natale, è stato organizzato un evento per ricordarlo. Parteciperemo anche noi di calvizzanoweb: sarà l’occasione per rilanciare la nostra vecchia proposta  di intitolare una strada della nostra città ad Otello. Inauguriamo una via Otello, e ricordiamoci tutti, così, che è più faticoso e doloroso e duro essere uomini “minori” che uomini celebrati. Tra tanti politici, condottieri, scrittori, filosofi, inventori, santi, re, regine, principi e principesse, fiori, piante, fiumi e capitali europee, troviamo lo spazio per intestare una strada (il monito va alla prossima amministrazione che si insedierà) a un uomo vero, solo, morto povero e per amore. Quello che non aveva.

Visualizzazioni della settimana