I nostri approfondimenti. Marano, tre milioni di euro non sono stati sufficienti a restaurare tutte le volte dell’antico chiostro francescano
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Inaugurazione Chiostro |
Lato Chiostro non completato |
Storia
secolare di fede e arte
Interno Chiesa del Convento |
Il monastero di Santa
Maria Degli Angeli di Marano nasceva l’8 marzo del 1609: l’atto fu firmato a
Calvizzano, nello studio notarile di Giovanbattista D'Alterio, alla presenza di Fra Gervasio da Perugia e del
nobiluomo Scipione Dentice. Fu la famiglia Dentice, infatti, per volontà di
Scipione a fare dono di una delle tante loro proprietà ai frati francescani,
per la realizzazione di una chiesa e di un convento a Marano, il cui podere,
denominato l’olmo, si trovava nelle vicinanze della chiesa San Castrese.
Negli anni successivi diverse furono le donazioni
che si aggiunsero a quelle dei Dentice, come quelle di Vittoria Riccardo
Sciccone e dei figli Vincenzo, Fabrizio e Nando nel 1618. Il percorso per la
costruzione dell’intero complesso fu lungo e tormentoso: nel 1649, infatti,
durante i lavori della cupola, la chiesa crollò, causando diverse vittime tra
le maestranze. Ad affrescare le volte del refettorio e del chiostro fu Angelo
Mozzillo di Afragola, acclamato pittore di fine settecento, le cui opere sono
ammirate in diverse chiese napoletane come San Lorenzo Maggiore, Sant’Anna dei
Lombardi e presso l’Eremo dei Camaldoli. Ad abbellire la seicentesca chiesa fu
l’arte di “Felix pinixit”, ovvero Padre Felice da Napoli. Il magistrale
Giuseppe Barleri (scrittore defunto), autore di diversi volumi sulla storia di
Marano, ha scritto che questo frate francescano “fu maestro di solide e
raffinate qualità artistiche, ma da molti apostrofato “pittore ombra”, per la
sua vita per nulla appariscente, malgrado le non comuni qualità artistiche”. Padre Felice
lasciò questa terra nel maggio 1717. E’ del 1700 anche la donazione
dell’organo, fatta da donna Catarina Ygleses, ricca e possidente, la quale era
“monaca bizzoca” dell’ordine francescano. Lo strumento fu riparato numerose
volte ma, nel 1956, fu eliminato perché il solaio su cui era posizionato,
presentava pericolo di staticità. Il campanile raggiunge un’altezza di circa 20
metri: fu innalzato contestualmente alla costruzione della chiesa e quella
dello stesso convento. Di antica bellezza è lo straordinario chiostro, composto
da portici ogivali, i cui pilastri sorreggono il dormitorio dei frati. Nel
1692, alle spalle del refettorio, fu realizzata una delle due cisterne d’acqua,
alta circa 40 metri, la cui opera fu affidata ai taglia monti Angelo e Leonardo
Trofa.
“Di storie, questo convento
ne ha vissuto tante e declamarle tutte – ha detto Carmine Cecere,
mugnanese, esperto di storia del comprensorio giuglianese, in particolare dei
territori di Mugnano, Marano e Calvizzano – è impossibile; alcune però
sono riportate negli annali di Francesco Capecelatro, il quale racconta le
gesta di un brigante di nome Luigi Taglialatela di Giugliano che, nel 1637,
contrariato dal fatto che Scipione Dentice diede in sposa una sua figlia a un
tal Brancaccio, dichiarato acerrimo nemico, si mise a capo di trenta suoi pari
ed entrò a Marano a caccia del nobiluomo per fargliela pagare. Mise a soqquadro
l’intero casale, dopodiché si introdusse finanche nella chiesa del convento,
dove, però, non trovò nessuno. Pertanto l’armigero, insieme al suo drappello,
se ne tornò a Giugliano, senza aver lavato l’onta dell’offesa procuratagli dal
Dentice”.
Dopo i lavori doveva
essere anche centro di studi ecumenici
La prospettiva dei lavori al Convento Santa Maria
degli Angeli, con i fondi “Più Europa”, venne accolta con grande soddisfazione
da tutta la comunità francescana napoletana.
“Siamo contenti per i lavori che saranno effettuati
dal Comune – dichiarò padre Agostino Esposito, ministro provinciale dei
frati minori - al giornalista Domenico Simeoli del giornale “L’attesa”, a
gennaio 2013-, così potrà ritornare in auge un pezzo di storia del nostro
ordine. Se tutto procederà per il meglio, potremmo fare del convento un polo
culturale, un centro di studi ecumenici. L’iniziativa potrà portare, al
convento, nuovi frati provenienti da Roma, creando un’inversione di tendenza
rispetto agli ultimi anni, che ha visto la redistribuzione dei francescani
lontano dai conventi da parte della diocesi, dettata da una profonda crisi di
vocazione”.
Il convento, da sempre oggetto di studio, ospitava,
tra l’altro, la Casa di accoglienza vocazionale e il Centro pastorale giovanile
della provincia di Napoli, che potrebbe tornare a fiorire. Non se ne fece più
niente.
Nell’ala sud del
Chiostro sono allocati alcuni uffici dei Servizi Sociali del Comune
Ciò in virtù di una
convenzione della durata trentennale, rinnovabile per altri 30, tra il Comune e
l’Ente ecclesiastico provinciale dei Frati minori. Alla scadenza della
concessione, gli edifici concessi in uso torneranno nella piena disponibilità
dei Frati. “Il Comune, come riportato all’art. 3 della convenzione, si impegna
ad utilizzare detti locali per le finalità pubbliche legate alla realizzazione
di un polo sociale e/o didattico-culturale con l’esclusione, quindi, di ogni
attività in contrasto con le finalità istituzionali, religiose e culturali dell’Ente”
Il cantiere venne
aperto il 14 gennaio 2014: i lavori durarono circa 2 anni e mezzo
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Inaugurazione cantiere (Foto "Il Meridiano News") |
I lavori vennero aggiudicati ad una ATI (Associazione
Temporanea d’Impresa), composta dal consorzio Cosap e la “Fabbrica del restauro”
con sede a Giugliano, che presentò un’offerta dell’8,69% su un importo a base d’asta
di 2milioni130mila607 euro (netto lavori: 1.732.397 euro) oltre iva al 10%
(circa 177mila euro) e circa 40mila euro di oneri per la sicurezza, non
soggetti a ribasso. Le spese tecniche (progettazione definitiva, direzione
lavori) ammontano a circa 348mila200 euro, mentre all’Ufficio Rup (Responsabile
unico procedimento) sono stati riservati circa 41 mila euro. Stando ai
progetti, il Chiostro doveva essere completamente restaurato dal punto di vista
architettonico, così come dovevano essere restaurati tutti gli importanti
affreschi di cui è dotato l’antico convento, doveva essere realizzata una sala
conferenze e creati ex novo quattro laboratori d’arte. L’ex dirigente dell’Ufficio
tecnico, Gennaro Pitocchi, è stato colui che ha redatto il progetto
preliminare. La progettazione definitiva, coordinamento della sicurezza,
direzione dei lavori, contabilità, coordinamento della sicurezza in esecuzione fu
aggiudicata al raggruppamento temporaneo di professionisti dell’ing. Mastellone
di Castelvetere (Benevento) ma con sede legale a Napoli, che presentò un
ribasso del 12,542% sull’importo a base d’asta di 249mila390 euro. Ne facevano
parte gli ingegneri Fabio Mastellone, Michele Romano (Castel san Giorgio,
provincia di Salerno), Sergio Di Nocera (Napoli), e gli architetti Sara Ravezzi
(Marano, via Ranucci), Giuseppe De Astis (Napoli), Giovanni Orlando (Marano).
Il collaudatore tecnico amministrativo, ing. Clemente Sorrentino di Castello di
Cisterna, venne scelto dall’albo dei tecnici di fiducia del Comune, quello che
fu varato nel giro di tre giorni (pubblicazione del bando all’albo pretorio
avvenuto il 28 gennaio 2011, di venerdì, con scadenza il 31 gennaio, di
lunedì).
Per la realizzazione dell’opera emersero
una serie di criticità
I lavori di ristrutturazione e restauro conservativo
del chiostro di Santa Maria degli Angeli e parte del convento di San Francesco vennero
aggiudicati nel secondo semestre 2012, mentre il cantiere venne aperto a
gennaio 2014, ai tempi di Liccardo Sindaco, poiché emersero una serie di criticità.
In primis la costruzione di un fabbricato pluripiano in aderenza al fabbricato
monumentale (ala sud del Convento) senza la prevista autorizzazione della
Soprintendenza, ma solo in forza di una Denuncia Inizio Attività del 28 luglio
2004 (ai tempi dell’Amministrazione Bertini) presentata dai germani Cesaro. La
Soprintendenza per i Beni Architettonici, Paesaggistici, Storici, Artistici ed
Etnoantropologici per Napoli e Provincia aveva per ben 2 volte bocciato il
progetto, ancor prima della sindacatura Liccardo, (Responsabile del
Procedimento Architetto Scelzo), elencando una serie di eccezioni e di
modifiche da apportare alla parte esecutiva del progetto stesso.
L'Amministrazione Liccardo, con la delega affidata all'assessore Ruggiero, iniziò
un nuovo percorso di confronto con il soprintendente Cozzolino ed il nuovo
responsabile del provvedimento architetto Laudato, che portò ad una serie di
modifiche al progetto originale per salvaguardare il valore storico ed
architettonico dell'opera, compreso anche un'ordinanza di demolizione di due
corpi di fabbricato realizzati all'interno del perimetro vincolato ai sensi
della parte seconda del DL del 22.01.2004 che tra l'altro sono in aderenza a
parte del Convento.
Viva soddisfazione fu espressa dal Sindaco Liccardo per il "recupero pieno e totale del finanziamento della CEE che, ad inizio consiliatura, tutti davano per perso vista la complessità della faccenda.
Viva soddisfazione fu espressa dal Sindaco Liccardo per il "recupero pieno e totale del finanziamento della CEE che, ad inizio consiliatura, tutti davano per perso vista la complessità della faccenda.
“L'impegno e la caparbietà ci ha premiati”,
dichiarò in un comunicato stampa l'Assessore Gennaro Ruggiero che,
personalmente, ritirò il parere alla Soprintendenza.
Nel 1989 furono spesi 45milioni di vecchie
lire per un modesto restyling
Con 45 milioni di vecchie lire, nel 1989 venne
restaurata una parte del convento. 20 milioni furono dati dal Comune; 15 furono
messi insieme dalle offerte dei fedeli; circa 2 furono raccolti durante una
serata di beneficenza dal Centro culturale De Filippo e i rimanenti vennero
raccolti grazie all’impegno della signora Angela Musella. Venne riattivato
anche il vecchio pozzo al centro del cortile, operazione curata materialmente
ed economicamente dai Padri Francescani. Il refettorio è stato per anni alloggio
stabile per una famiglia di terremotati napoletani. Il convento, inoltre,
dichiarato agli inizi degli anni ’80 monumento nazionale, è stato per lungo tempo sede
di una scuola media e, fino al 1990, ha ospitato un istituto tecnico commerciale.