I nostri approfondimenti. Marano, tre milioni di euro non sono stati sufficienti a restaurare tutte le volte dell’antico chiostro francescano

Inaugurazione Chiostro  
Il 18 maggio 2016, al taglio del fatidico nastro per l’inaugurazione del Convento francescano di Santa Maria degli Angeli, restaurato con i fondi Più Europa, oltre al sindaco dell'epoca Angelo Liccardo, c’erano l’assessore alla Cultura Francesca Beneduce, l’assessore alla Pubblica Istruzione e al Patrimonio, Anna Sorrentino, l’assessore all’Urbanistica con delega ai Fondi Più Europa, Gennaro Testa,  il presidente del Consiglio comunale, Vincenzo Marra, tecnici esterni e comunali impegnati sia durante la fase progettuale che lavorativa, don Luigi Merluzzo, parroco della vicina parrocchia di San Castrese e padre Polydore, guardiano del convento. Il finanziamento di circa tre milioni di euro non è stato sufficiente, purtroppo, a restaurare tutte le volte del Chiostro, l'antico refettorio e la sala da adibire ad auditorium.

Lato Chiostro non completato
Storia secolare di fede e arte

Interno Chiesa del Convento
Il monastero di Santa Maria Degli Angeli di Marano nasceva l’8 marzo del 1609: l’atto fu firmato a Calvizzano, nello studio notarile di Giovanbattista D'Alterio,  alla presenza di Fra Gervasio da Perugia e del nobiluomo Scipione Dentice. Fu la famiglia Dentice, infatti, per volontà di Scipione a fare dono di una delle tante loro proprietà ai frati francescani, per la realizzazione di una chiesa e di un convento a Marano, il cui podere, denominato l’olmo, si trovava nelle vicinanze della chiesa San Castrese. 
Negli anni successivi diverse furono le donazioni che si aggiunsero a quelle dei Dentice, come quelle di Vittoria Riccardo Sciccone e dei figli Vincenzo, Fabrizio e Nando nel 1618. Il percorso per la costruzione dell’intero complesso fu lungo e tormentoso: nel 1649, infatti, durante i lavori della cupola, la chiesa crollò, causando diverse vittime tra le maestranze. Ad affrescare le volte del refettorio e del chiostro fu Angelo Mozzillo di Afragola, acclamato pittore di fine settecento, le cui opere sono ammirate in diverse chiese napoletane come San Lorenzo Maggiore, Sant’Anna dei Lombardi e presso l’Eremo dei Camaldoli. Ad abbellire la seicentesca chiesa fu l’arte di “Felix pinixit”, ovvero Padre Felice da Napoli. Il magistrale Giuseppe Barleri (scrittore defunto), autore di diversi volumi sulla storia di Marano, ha scritto che questo frate francescano “fu maestro di solide e raffinate qualità artistiche, ma da molti apostrofato “pittore ombra”, per la sua vita per nulla appariscente, malgrado le non comuni qualità artistiche”. Padre Felice lasciò questa terra nel maggio 1717. E’ del 1700 anche la donazione dell’organo, fatta da donna Catarina Ygleses, ricca e possidente, la quale era “monaca bizzoca” dell’ordine francescano. Lo strumento fu riparato numerose volte ma, nel 1956, fu eliminato perché il solaio su cui era posizionato, presentava pericolo di staticità. Il campanile raggiunge un’altezza di circa 20 metri: fu innalzato contestualmente alla costruzione della chiesa e quella dello stesso convento. Di antica bellezza è lo straordinario chiostro, composto da portici ogivali, i cui pilastri sorreggono il dormitorio dei frati. Nel 1692, alle spalle del refettorio, fu realizzata una delle due cisterne d’acqua, alta circa 40 metri, la cui opera fu affidata ai taglia monti Angelo e Leonardo Trofa.
Di storie, questo convento ne ha vissuto tante e declamarle tutte –  ha detto Carmine Cecere, mugnanese, esperto di storia del comprensorio giuglianese, in particolare dei territori di Mugnano, Marano e Calvizzano –  è impossibile; alcune però sono riportate negli annali di Francesco Capecelatro, il quale racconta le gesta di un brigante di nome Luigi Taglialatela di Giugliano che, nel 1637, contrariato dal fatto che Scipione Dentice diede in sposa una sua figlia a un tal Brancaccio, dichiarato acerrimo nemico, si mise a capo di trenta suoi pari ed entrò a Marano a caccia del nobiluomo per fargliela pagare. Mise a soqquadro l’intero casale, dopodiché si introdusse finanche nella chiesa del convento, dove, però, non trovò nessuno. Pertanto l’armigero, insieme al suo drappello, se ne tornò a Giugliano, senza aver lavato l’onta dell’offesa procuratagli dal Dentice”.

Dopo i lavori doveva essere anche centro di studi ecumenici
La prospettiva dei lavori al Convento Santa Maria degli Angeli, con i fondi “Più Europa”, venne accolta con grande soddisfazione da tutta la comunità francescana napoletana.
Siamo contenti per i lavori che saranno effettuati dal Comune – dichiarò padre Agostino Esposito, ministro provinciale dei frati minori - al giornalista Domenico Simeoli del giornale “L’attesa”, a gennaio 2013-, così potrà ritornare in auge un pezzo di storia del nostro ordine. Se tutto procederà per il meglio, potremmo fare del convento un polo culturale, un centro di studi ecumenici. L’iniziativa potrà portare, al convento, nuovi frati provenienti da Roma, creando un’inversione di tendenza rispetto agli ultimi anni, che ha visto la redistribuzione dei francescani lontano dai conventi da parte della diocesi, dettata da una profonda crisi di vocazione”.
Il convento, da sempre oggetto di studio, ospitava, tra l’altro, la Casa di accoglienza vocazionale e il Centro pastorale giovanile della provincia di Napoli, che potrebbe tornare a fiorire. Non se ne fece più niente.  

Nell’ala sud del Chiostro sono allocati alcuni uffici dei Servizi Sociali del Comune  
Ciò in virtù di una convenzione della durata trentennale, rinnovabile per altri 30, tra il Comune e l’Ente ecclesiastico provinciale dei Frati minori. Alla scadenza della concessione, gli edifici concessi in uso torneranno nella piena disponibilità dei Frati. “Il Comune, come riportato all’art. 3 della convenzione, si impegna ad utilizzare detti locali per le finalità pubbliche legate alla realizzazione di un polo sociale e/o didattico-culturale con l’esclusione, quindi, di ogni attività in contrasto con le finalità istituzionali, religiose e culturali dell’Ente”   

Il cantiere venne aperto il 14 gennaio 2014: i lavori durarono circa 2 anni e mezzo
Inaugurazione cantiere (Foto "Il Meridiano News")
I lavori vennero aggiudicati ad una ATI (Associazione Temporanea d’Impresa), composta dal consorzio Cosap e la “Fabbrica del restauro” con sede a Giugliano, che presentò un’offerta dell’8,69% su un importo a base d’asta di 2milioni130mila607 euro (netto lavori: 1.732.397 euro) oltre iva al 10% (circa 177mila euro) e circa 40mila euro di oneri per la sicurezza, non soggetti a ribasso. Le spese tecniche (progettazione definitiva, direzione lavori) ammontano a circa 348mila200 euro, mentre all’Ufficio Rup (Responsabile unico procedimento) sono stati riservati circa 41 mila euro. Stando ai progetti, il Chiostro doveva essere completamente restaurato dal punto di vista architettonico, così come dovevano essere restaurati tutti gli importanti affreschi di cui è dotato l’antico convento, doveva essere realizzata una sala conferenze e creati ex novo quattro laboratori d’arte. L’ex dirigente dell’Ufficio tecnico, Gennaro Pitocchi, è stato colui che ha redatto il progetto preliminare. La progettazione definitiva, coordinamento della sicurezza, direzione dei lavori, contabilità, coordinamento della sicurezza in esecuzione fu aggiudicata al raggruppamento temporaneo di professionisti dell’ing. Mastellone di Castelvetere (Benevento) ma con sede legale a Napoli, che presentò un ribasso del 12,542% sull’importo a base d’asta di 249mila390 euro. Ne facevano parte gli ingegneri Fabio Mastellone, Michele Romano (Castel san Giorgio, provincia di Salerno), Sergio Di Nocera (Napoli), e gli architetti Sara Ravezzi (Marano, via Ranucci), Giuseppe De Astis (Napoli), Giovanni Orlando (Marano). Il collaudatore tecnico amministrativo, ing. Clemente Sorrentino di Castello di Cisterna, venne scelto dall’albo dei tecnici di fiducia del Comune, quello che fu varato nel giro di tre giorni (pubblicazione del bando all’albo pretorio avvenuto il 28 gennaio 2011, di venerdì, con scadenza il 31 gennaio, di lunedì).     

Per la realizzazione dell’opera emersero una serie di criticità

I lavori di ristrutturazione e restauro conservativo del chiostro di Santa Maria degli Angeli e parte del convento di San Francesco vennero aggiudicati nel secondo semestre 2012, mentre il cantiere venne aperto a gennaio 2014, ai tempi di Liccardo Sindaco, poiché emersero una serie di criticità. In primis la costruzione di un fabbricato pluripiano in aderenza al fabbricato monumentale (ala sud del Convento) senza la prevista autorizzazione della Soprintendenza, ma solo in forza di una Denuncia Inizio Attività del 28 luglio 2004 (ai tempi dell’Amministrazione Bertini) presentata dai germani Cesaro. La Soprintendenza per i Beni Architettonici, Paesaggistici, Storici, Artistici ed Etnoantropologici per Napoli e Provincia aveva per ben 2 volte bocciato il progetto, ancor prima della sindacatura Liccardo, (Responsabile del Procedimento Architetto Scelzo), elencando una serie di eccezioni e di modifiche da apportare alla parte esecutiva del progetto stesso. L'Amministrazione Liccardo, con la delega affidata all'assessore Ruggiero, iniziò un nuovo percorso di confronto con il soprintendente Cozzolino ed il nuovo responsabile del provvedimento architetto Laudato, che portò ad una serie di modifiche al progetto originale per salvaguardare il valore storico ed architettonico dell'opera, compreso anche un'ordinanza di demolizione di due corpi di fabbricato realizzati all'interno del perimetro vincolato ai sensi della parte seconda del DL del 22.01.2004 che tra l'altro sono in aderenza a parte del Convento.
Viva soddisfazione fu espressa dal Sindaco Liccardo per il "recupero pieno e totale del finanziamento della CEE che, ad inizio consiliatura, tutti davano per perso vista la complessità della faccenda.
L'impegno e la caparbietà ci ha premiati”, dichiarò in un comunicato stampa l'Assessore Gennaro Ruggiero che, personalmente, ritirò il parere alla Soprintendenza.

Nel 1989 furono spesi 45milioni di vecchie lire per un modesto restyling


Con 45 milioni di vecchie lire, nel 1989 venne restaurata una parte del convento. 20 milioni furono dati dal Comune; 15 furono messi insieme dalle offerte dei fedeli; circa 2 furono raccolti durante una serata di beneficenza dal Centro culturale De Filippo e i rimanenti vennero raccolti grazie all’impegno della signora Angela Musella. Venne riattivato anche il vecchio pozzo al centro del cortile, operazione curata materialmente ed economicamente dai Padri Francescani. Il refettorio è stato per anni alloggio stabile per una famiglia di terremotati napoletani. Il convento, inoltre, dichiarato agli inizi degli anni ’80 monumento nazionale, è stato per lungo tempo sede di una scuola media e, fino al 1990, ha ospitato un istituto tecnico commerciale.     

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